La Battaglia delle arance, una tradizione ricca di significati

La Battaglia delle arance, una tradizione ricca di significati

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La Battaglia delle arance, che si tiene a Ivrea nel periodo del carnevale, è una delle tradizioni d’Italia più strutturate, ricca di simboli che inneggiano alla libertà dei popoli dall’oppressione dei tiranni.

Grazie alle sfilate dei carri, ai numerosi partecipanti in costume, alle migliaia di visitatori ma, soprattutto, allo spettacolare combattimento a suon di colpi di arance, sempre nel rispetto di regole cavalleresche di lealtà nella competizione, l’evento è una delle tradizioni folcloristiche più attese dell’anno.

Le origini della festa

La manifestazione trae origine dalle battaglie tra rioni del XVI secolo, ma dal XIX si è arricchita degli ideali di indipendenza ispirati dalla vicina Francia. Ognuno dei costumi che indossano i vari partecipanti al tradizionale corteo che anima la cittadina nei giorni della festa, infatti, richiama per foggia o colore i simboli della Rivoluzione francese.

Le figure principali di questa manifestazione complessa sono numerose: nel periodo del carnevale sfilano per le strade di Ivrea gli Abbà (in origine dei giovanotti scapestrati che nei giorni della festa venivano nominati Comandanti della Milizia del Libero Comune, sostituiti in seguito da bambini armati con una piccola sciabola su cui è infilzata un’arancia, a simboleggiare la testa del tiranno), il Generale e il suo Stato Maggiore, vestiti in abiti che richiamano le uniformi dell’esercito napoleonico e sono addetti a mantenere l’ordine nel corso della festa, e le quattro Vivandiere.

La Battaglia delle arance, una tradizione ricca di significati

Fonte foto: commons.wikimedia.org

Nel 1858, in seguito all’esplosione degli ideali risorgimentali in tutta Italia, venne istituito anche il personaggio della Mugnaia, la figura più importante del carnevale di Ivrea. È ispirata alla leggenda della sfortunata Violetta, donna maritata che venne costretta dal signore del Castello di San Maurizio (detto Castellazzo) a sottostare allo ius primae noctis; secondo la leggenda, la donna mostrò di essere dotata di un’astuzia straordinaria, facendo ubriacare il despota che aveva approfittato di lei e tagliandogli la testa per vendetta.

Il momento della storica “battaglia”

La Battaglia delle arance, momento topico del carnevale, ebbe forse origine dalle finte lotte, che avvenivano nel medioevo, tra i balconi delle case che si affacciavano sulle vie principali della città e le carrozze che passavano nelle strade sottostanti; in queste occasioni, i cittadini di Ivrea lanciavano dei fagioli, in spregio delle elemosine che venivano offerte dai ricchi come avanzo dei loro ricchi pasti. La tradizionale battaglia potrebbe anche derivare dal tiro di frutta, ortaggi, lupini e confetti che le fanciulle in età da marito gettavano dall’alto delle proprie case.

La Battaglia delle arance, una tradizione ricca di significati

Fonte foto: touringclub.it

Quale che sia l’origine di questa consuetudine del tutto atipica, il risultato è assai spettacolare. Nel pomeriggio della domenica, del lunedì e del martedì grasso, infatti, nelle piazze della città si verificano delle vere e proprie guerre, con squadre di combattenti che si bersagliano tra loro con il lancio forsennato di arance, in una lotta frenetica, ma divertente e liberatoria, tra gli aranceri a bordo dei carri, che rappresentano gli sgherri del tiranno, e i rivoltosi che si trovano per le strade.

A questa festa eccezionale può partecipare chiunque; basta contattare una delle squadre dei vari rioni, che vantano nomi fantasiosi come I Diavoli oppure I Mercenari. Chi, al contrario, preferisce tenersi alla larga dalla mischia e assistere alla battaglia come semplice spettatore, per evitare di essere colpito può dimostrare la propria neutralità indossando un berretto rosso, ispirato al cappello frigio.


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