Il Teatro Goldoni è il teatro più antico di Venezia ancora in attività, e il quarto più antico in assoluto della città, dopo il Teatro Michiel, il Teatro Tron (1581) e il Teatro di San Moisè (1613). Venne costruito dalla famiglia Vendramin nel 1622 e intitolato ufficialmente a Carlo Goldoni nel 1875, e costituisce tuttora un punto di riferimento della zona; l’interno è maestoso, nei toni dell’oro e del rosso, con la sala strutturata in platea e quattro ordini di palchi-galleria.
Carlo Goldoni e il ‘suo’ teatro
La storia del Teatro Goldoni, in origine teatro Vendramin, poi Teatro di San Salvador e di San Luca, è legato in maniera indissolubile al commediografo del ‘settecento che qui rappresentò le sue opere più famose: Carlo Goldoni. Nato a Venezia nel 1707 da un padre medico affettuoso ma inquieto, Goldoni crebbe cercando di mantenere in equilibrio le due anime che coabitavano in lui: il desiderio di stabilità e la passione per i viaggi e il cambiamento. La sua curiosità, e l’abitudine ad analizzare la psiche umana nelle sue varie sfaccettature, lo portò a comporre opere teatrali famose per descrivere la “vita vera”, senza invenzioni surreali.
Considerato un riformatore del teatro, per aver saputo fondere in un unicum il gusto per la commedia dell’arte, un genere in voga all’epoca e indirizzato a un pubblico di estrazione sociale modesta, e il teatro aristocratico che si rappresentava nei salotti privati, Goldoni lavorò per l’allora Teatro Vedramin per dieci anni, a partire dal 1753. In questo periodo scrisse le sue opere più importanti: “Il campiello”, “I rusteghi”, “La trilogia della villeggiatura”, “Sior Todero brontolon”, e le “Le baruffe chiozzotte”. Al termine di quest’epoca d’oro, Goldoni partì per Parigi, dove purtroppo ebbe meno seguito e morì in miseria.
Eleonora Duse e gli altri grandi interpreti
In seguito all’addio al suo commediografo più noto, il Teatro proseguì le proprie fortune con andamenti alterni, viste anche le sofferte vicende della città, con la caduta della Repubblica Serenissima prima e la dominazione francese e austriaca poi. Dopo la Prima Guerra Mondiale si assistette in Italia a un grande rilancio dell’attività teatrale, e il Teatro cavalcò l’onda del successo richiamando attori di fama, tra cui Eleonora Duse, che nel marzo del 1922 si presentò in scena con due interpretazioni straordinarie, “La donna del mare” di Ibsen e “La porta chiusa” di Marco Praga.
Chiuso il 15 giugno del 1947 perché dichiarato inagibile, il Teatro è rimasto inattivo per diversi anni. Nel 1957 venne rilevato dall’Amministrazione Comunale della città, ma vista l’impossibilità di reperire i fondi necessari per la sua gestione, e la difficoltà dei lavori di restauro e ammodernamento delle strutture, venne riaperto solo il 22 aprile del 1979. Da allora, il teatro è tornato ai fasti del passato, con l’affidamento a direttori artistici di rilievo come Giorgio Gaber e la messa in scena di spettacoli interpretati da attori del calibro di Marcello Mastroianni, Giulio Bosetti, Ugo Pagliai, Lello Arena, Eros Pagni e Lina Sastri.
Appassionata di lettura fin da bambina, amo scrivere storie che mi fanno sognare, soprattutto di genere fantasy, fantascienza e romance.
Sulla rivista Il lettore di fantasia ho pubblicato il racconto di fantascienza “Il pianeta della memoria”, con la casa editrice Delos Digital il racconto lungo di genere chick lit “Fil Rouge”, con la casa editrice Wizards & Blakholes i racconti lunghi “L’orologio della verità”, “Alizée” e “Il drago d’acciaio”, e con Nativi Digitali Edizioni il romanzo “Fernweh”, di genere fantascientifico.
Il mio ultimo romanzo pubblicato è “Il Pugnale dei Poeti”, un high fantasy uscito con la casa editrice Lumien, mentre sulla piattaforma Wattpad è disponibile il mio romanzo “Il ragazzo con l’aura d’argento”, un urban fantasy.