“Così parlò Bellavista” in scena al Teatro Augusteo fino al 28 novembre

Fonte foto: ilpiacenza.it

Continua in questi giorni la rappresentazione di Così parlò Bellavista”, la versione teatrale del memorabile capolavoro di Luciano De Crescenzo, che sarà in scena al Teatro Augusteo di Napoli fino al prossimo 28 novembre.

Lo spettacolo è un omaggio da parte dell’amico e collega di De Crescenzo, Geppy Gleijeses, che qui vediamo nel ruolo di regista e nei panni dello stesso professor Bellavista ma ricordiamo che l’attore era presente anche nel film nei panni di Giorgio, il ragazzo di Patrizia.

Il confronto tra film e versione teatrale

La trama e la sceneggiatura riproducono in modo fedele quella del film e del romanzo, riprendendo quelle che sono le scene principali, divenute ormai cult del cinema italiano, ma riadattandole ai tempi teatrali; si procede quindi con un ritmo più serrato, eliminando qualche battuta “di troppo” e proseguendo con un modo recitativo molto enfatico, che cerca maggiormente la partecipazione da parte del pubblico in sala.

Abbiamo come di consueto le pittoresche riunioni che il professor Gennaro Bellavista tiene all’interno del suo appartamento con i suoi “discepoli”- condomini che seguono le sue “lezioni” di filosofia; riascoltiamo con piacere e interesse le sue teorie su “i popoli d’amore” e “i popoli di libertà”, passando per le varie gag come quella delle conserve di pomodori, quella di Rachelina alle prese con la lavastoviglie mal funzionante, fino al piccolo capolavoro di comicità con la scena del “cavalluccio rosso”, che inizia con uno “Scusate…Ma che è successo?” e prosegue ripetendo all’infinito lo stesso racconto.

Tutta la serie di sketches, come nell’opera originale, si sviluppa senza seguire un vero filo logico ma facendo sfoggio di una memorabile galleria di personaggi quasi macchiettistici, che si muovono sullo sfondo di quello che può essere considerato il nucleo principale della storia: il tema del superamento di un pregiudizio, quello che inizialmente Bellavista si pone nei confronti del nuovo inquilino milanese Cazzaniga, e della nascita conseguente di un’amicizia con esiti impensati: l’ “uomo di libertà” si rivela un “uomo d’amore” e addirittura aiuta Patrizia, la figlia del professore, trovando al marito Giorgio un lavoro al nord.

Così parlò Bellavista

Fonte: Corrieredellospettacolo.it

La scenografia  che riproduce il Palazzo dello Spagnolo

Una menzione speciale va alla splendida scenografia, realizzata da Roberto Crea, che ricrea alla perfezione gli ambienti del Palazzo dello Spagnolo, delle sue scale incrociate e del cortile, in cui avvengono gli incontri tra il portiere Salvatore i vari locatari; la scena viene poi divisa in settori, attraverso giochi di illuminazione che ritagliano degli spazi per dare vita alle altre ambientazioni (l’ufficio del professore, la cucina, la trattoria, ecc.). Magnifica e molto realistica anche la scena  dell’ascensore, realizzata con una cassa in legno tirata su da alcune corde, in cui avviene l’incontro riconciliante tra il professor Bellavista e il dottor Cazzaniga.

Nel cast anche Marisa Laurito e Benedetto Casillo

Oltre Jeppy Gleijeses, il quale con la sua bravura riesce a colmare efficientemente l’assenza di De Crescenzo,  nel cast dello spettacolo troviamo anche Marisa Laurito, che interpreta la moglie di Bellavista, e Benedetto Casillo che ritroviamo nel ruolo del vice sostituto portiere Salvatore. Completano poi il cast una serie di bravissimi attori quali Gianluca Ferrato (nel ruolo di Cazzaniga), Antonella Cioli, che interpreta l’esilarante domestica Rachelina (nel film una indimenticabile Marina Confalone), Ludovica Turrini (Patrizia Bellavista), Gregorio Maria De Paola (Giorgio) e Vittorio Ciorcalo nei doppi panni di Saverio e del tassista. Si aggiungono poi i jolly della commedia, gli attori che ricoprono diversi ruoli: Brunella De FeudisAgostino PannoneWalter Cerrotta Salvatore Misticone.

Nella sua interezza “Così parlò Bellavista” è la reviviscenza di un mito, che il pubblico vive con  complicità e partecipazione, divertendosi e anticipando le battute. È uno spettacolo emozionante, divertente e molto ben riuscito, che riesce ad inquadrare alla perfezione quell’aspetto di bellezza e genialità del popolo napoletano che era stato fotografato con una grande sensibilità dal maestro Luciano De Crescenzo. Il successo è evidente dagli applausi scroscianti del pubblico emozionato a fine serata, anche per il commovente saluto degli attori “a Luciano che ci guarda da lassù”.