“La Donna è mobile” fino al 6 novembre al Teatro Augusteo

Foto di copertina: terranostranews.it

La stagione teatrale 2022/2023 al Teatro Augusteo di Napoli si apre con un grandioso spettacolo che lascia il pubblico irrimediabilmente affascinato: stiamo parlando di “La donna è mobile” di Vincenzo Scarpetta, con la regia di Francesco Saponaro, che sarà in scena fino al 6 novembre 2022.

Una comica e raffinata critica della nostra società

La commedia–parodia musicale datata 1918, realizzata da Scarpetta – figlio d Eduardo e fratellastro dei tre De Filippo –  mette in scena tutta l’arte pioneristica del teatro napoletano, e insieme italiano, con un’ azione scenica che è sorretta e arricchita da monologhi, duetti e terzetti musicati e cantati, che si fanno parodia di famose arie della tradizione operistica.

La particolarità di questa commedia sta tutta nel rivisitare il panorama musicale dell’Ottocento romantico  attraverso una riscrittura comico-grottesca della sceneggiatura e dei testi musicati. Opere citate di cui si riconosce evidentemente il riferimento sono ad esempio il Rigoletto, La Traviata di Verdi, Cavalleria rusticana di Mascagni, la Bohème di Puccini.

Complice poi la tradizione folkloristica partenopea che dona una chiave dialettale all’intera rappresentazione. Una tradizione che non può fare a meno di creare un gioco di citazionismo interno, visibile anche nella versione di Saponaro, il quale sapientemente tratta l’intera commedia come un contenitore storico che riporta alla luce tutto ciò che viene dopo Vincenzo Scarpetta ma che senza di lui non sarebbe esistito. Molte sono le ispirazioni al teatro edoardiano, a partire dall’elemento dell’empatia, sentimento naturalmente dimostrato dai personaggi “buoni” che cercano di aiutarsi vicendevolmente.

Tanti i riferimenti ad altre opere teatrali o cinematografiche, come Miseria e Nobiltà (dello stesso padre di Vincenzo Scarpetta) o Così parlò Bellavista – basti pensare al personaggio della cameriera Rosina (interpretata da Federica Totaro), che tanto ricorda quello interpretato nel film da Marina Confalone.

Anche lo scenario è comicamente trattato, attraverso la dicotomia dei due livelli su cui si struttura la città di Napoli: da un lato ci sono i palazzi aristocratici, popolati da un’aristocrazia in declino, e dall’altro ci sono i bassi popolari, con i lavoratori che soffrono la miseria e la fame.

Lo stesso Saponaro afferma “ lo spettacolo ci offre una raffinata e umoristica critica della società del suo tempo che in realtà non è affatto lontana dalla nostra”.

Meravigliose le interpretazioni di tutto il cast, di cui si riconosce un magistrale uso della voce espressiva, una grande tecnica di voce scenica, sia nel recitato che nelle esibizioni di canto.

La sinossi

La nobile Giulietta, rampolla di casa Sazio, aspira a un matrimonio con un uomo ricco e d’alto lignaggio. Don Ignazio, suo padre, cerca di accontentarla nei suoi capricci e la lascia giocare con i sentimenti dello squattrinato Eugenio Fiorillo, un trovatello aiutato dal barone don Ambrogio, e del ricco, ma per nulla avvenente, baroncino Turzi. Giulietta, preda del suo arrivismo, cede alle lusinghe del Turzi e si prepara ad accasarsi come baronessa. Grazie ad alcune lettere ritrovate in una vecchia poltrona, Eugenio scopre di essere figlio legittimo ed erede universale di don Ambrogio. Per vendicarsi si finge il ricchissimo principe indiano Kitikuti Pestaloffa facendo intendere alla compiaciuta Giulietta di volerla sposare. Con l’aiuto dei suoi amici, Ferdinando il dottore, Luisella la fruttivendola, Pascale il pescivendolo e i tre servitori Felice, Vincenzo e Salvatore, organizza una festa-beffa ai danni di Giulietta e di tutti i suoi sodali…

In scena: Luigi Bignone (Eugenio Fiorillo), Giuseppe Brunetti (baroncino Procolo Turzi), Viviana Cangiano (Giacinta, figlia del marchese Cornacchia), Salvatore Caruso (Vicienzo, cameriere di don Ambrogio), Elisabetta D’Acunzo, (Filomena, l’usuraia), Tony Laudadio (marchese Cornacchia), Ivana Maione (Luisella), Davide Mazzella (Salvatore, cuoco del baroncino), Biagio Musella (Felice Sciosciammocca, cameriere di Eugenio), Serena Pisa (Giulietta, figlia di Ignazio), Marcello Romolo (Ignazio Sazio), Luca Saccoia (dottor Ferdinando Saraca), Ivano Schiavi (il pescivendolo Pascale) e Federica Totaro (Rosina, cameriera di Ignazio).

Musica dal vivo eseguita dal pianista e arrangiatore Mariano Bellopede, che cura anche la direzione musicale, con Arcangelo Michele Caso, al violoncello e ai plettri, e Giuseppe Di Maio, al clarinetto. Costumi di Anna Verde, luci di Gianluca Sacco e suono di Daniele Chessa.