“La scena delle donne” fa ritorno in Friuli Venezia Giulia

“La scena delle Donne” offre al pubblico l’immagine di donne ben lontane dai tempi degli ideali stilnovistici, dalla Beatrice di Dante, dalla «donna angelo» di Guido Guinizzelli: per assurdo la donna ha dovuto perdere, nel tempo, le sue qualità.

Ha perso rispetto agli occhi dell’uomo. Nella ricerca di una parità ancora, per altro, non raggiunta, ha assunto spesso considerazione di oggetto che non la salva dall’essere violata, in molti modi diversi e tutti terribili.

Molte sono le iniziative per rivalutare l’intelligenza e le mille capacità delle donne.

Tra le tantissime buone iniziative, in Italia, si distingue “La Scena delle donne”, una manifestazione teatrale che valorizza la creatività femminile in fatto di teatro, di regia e di drammaturgia, con l’intento di far conoscere il mondo interiore femminile.

Il Festival

In questo 2022 il Festival «La scena delle donne» diventa maggiorenne: 18 anni di rappresentazioni per illuminare l’universo femminile.

Grazie alla direzione di Bruna Braidotti e all’organizzazione della «Compagnia di Arti e Mestieri»  il lavoro della rassegna risulta essere, ad oggi, uno dei più longevi della scena nazionale.

Fondamentale, in questa occasione, il contributo del Comune di Fontanafredda, il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Fondazione Friuli, e la collaborazione con il Comune di Cordenons e il centro antiviolenza «Voce Donna Onlus Pordenone» .

Presentato in una conferenza stampa all’inizio del mese di marzo, il mese in cui si celebra la Giornata internazionale della Donna», il trait d’union tra le varie rappresentazioni sono le «connessioni generazionali».

Dichiara Bruna Braidotti: «L’obiettivo è quello di creare connessioni tra le generazioni, in vista del programma di settembre che sarà incentrato sulla tradizione teatrale delle donne nei secoli, facendo incontrare le grandi autrici del passato con registe, autrici contemporanee e giovani leve del teatro».

Il programma

Aperto il 5 marzo con il racconto-laboratorio «Parole e sassi» con Valentina Rivelli del «Teatro della Sete», è proseguito con «Italia. Le donne italiane al voto», scritto, diretto e interpretato da Bruna Braidotti, spettacolo vincitore del Premio Donne e Teatro 2007.

Un’altra pièce che ha ottenuto molta attenzione è stata “Sorry, boys” di e con Marta Cuscunà, ispirato a un fatto di cronaca del 2008, in cui i protagonisti vengono interpretati da pupazzi ridotti a teste mozze.

Sorry Boys - Marta Cuscunà - foto Alessandro Sala Cesuralab

Fonte di Alessandro Sala Cesuralab

I prossimi spettacoli

Gli ultimi spettacoli di questa edizione 2020 saranno affidati a:

  • Natasha Czertok, con lo spettacolo “Kashimashi” (18 marzo). “Kashimashi” vuol dire “rumoroso, caotico”, regalo di una visione tradizionale che vorrebbe le donne come origine di confusione e disordine.

  • Molto particolare anche il lavoro in scena venerdì 25 marzo, nato da un’idea di Bruna Braidotti, “La stanza delle anime”, di e con Arianna Addonizio, che riporta al tempo contemporaneo due personalità vissute nel medioevo che hanno dedicato all’aldilà, le loro opere più importanti: il Sommo Poeta italiano e Hildegard von Bingen, monaca scrittrice e mistica tedesca.  Ildegarda von Bingen cento anni prima di Dante descrisse in modo analogo le sue visioni dell’aldilà, tanto da ipotizzare che Dante vi si sia ispirato. Immaginata nei panni di una conduttrice radiofonica, Hildegard von Bingen decide di rendere omaggio al Sommo Poeta, il quale rivive in un contemporaneo rapper che riporta in vita la storia delle anime femminili della Divina Commedia, nei suoi album “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso”. È qui che Francesca Da Rimini, Pia De Tolomei, Sapia Salani, Piccarda Donati, Cunizza da Romano, Beatrice Portinari diventano donne di oggi, che subiscono gli stessi percorsi di vita.

  • La conclusione è affidata a “Emancip(h)ate”, già spettacolo di successo nel 2021, della compagnia romana «Teatro al femminile», «un grido di protesta verso tutte le ingiustizie che il genere femminile ancora subisce, ma di cui poco si parla», come scrive la compagnia. Per l’occasione e visto il tema particolarmente attuale, lo spettacolo andrà in scena anche in una replica mattutina, appositamente pensata per portare gli studenti delle scuole a teatro e permettere loro di entrare a contatto con il forte messaggio divulgativo dello spettacolo, che analizza tre dei tanti tasselli del sistema arcaico in cui viviamo: il gender gap, la legge 194 e il processo per stupro.

La stanza delle anime - Arianna Addonizio - La scena delle donne

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