Fonte foto: Casa della poesia di Baronissi
Casa della poesia di Baronissi: una vocazione internazionale
A Baronissi (SA) non smette di soffiare vento di poesia, grazie all’incessante attività di un centro culturale e, soprattutto, d’incontro umano profondo, la Casa della poesia diretta da Raffaella Marzano e Sergio Iagulli: qui l’amore per la parola si lega a un messaggio di fratellanza, a una necessità di dialogo e riflessione sulla nostra casa-mondo, dando vita, dal 1996, a preziosi momenti di aggregazione e confronto, reali e virtuali.
Tanti, invero, sono gli spazi, gli ideali e le offerte che stringono i nodi di una rete d’ampio respiro, quali la biblioteca, la mediateca, la promozione senza confini della poesia, la casa alloggio per accogliere i poeti di ogni Paese, la collaborazione con le scuole, la raccolta, la produzione e la diffusione di materiali audiovisivi e l’impegno divulgativo attraverso un tenace aggiornamento tecnologico. Per comprendere la forza del desiderio di condivisione al di là delle distanze geografiche, sociali e temporali, basti pensare alla recente e rivoluzionaria App di Casa della poesia creata con Multimedia Edizioni, Vox Poetry, che mette a pubblica disposizione un vastissimo archivio di voci, storiche e contemporanee.
In particolare, l’inizio di questo settembre 2021 prevede un appuntamento poetico speciale, che conferma la vocazione internazionale del progetto di Baronissi, l’arrivo del poeta Jack Hirschman (1933 New York). Sarebbe però più corretto parlare di un grande ritorno del poeta statunitense, essendo stato più volte ospite di rilievo e parte vitale di varie iniziative di Casa della poesia. Costantemente in prima linea sul fronte poetico e umanitario, Hirschman ha infatti frequentato con entusiasmo e continuità l’ambiente di Casa della poesia, partecipando agli Incontri internazionali di poesia che si sono tenuti a Salerno, Napoli, Baronissi, Amalfi, Pistoia, Trieste, Reggio Calabria, Sarajevo.
Il sodalizio, iniziato negli anni ’90, ha dato origine a importanti pubblicazioni, come la prima raccolta dei poemi Arcanes, tradotti da Raffaella Marzano, attenta curatrice delle sue opere in Italia. Alla luce del fecondo e duraturo rapporto che Hirschman ha intessuto col territorio campano, nel 2008, in occasione del suo 75esimo compleanno, il Comune di Baronissi ha deciso di conferirgli un prestigioso e significativo riconoscimento, la cittadinanza onoraria.
In tale clima propositivo, non può quindi mancare un nuovo evento ad hoc con l’autore, al fine di animare un dibattito sempre più dinamico e coinvolgente, volto alla valorizzazione e alla prosecuzione di quel fermento artistico che non ha trovato dissoluzione nemmeno durante l’emergenza sanitaria.
Il poeta Jack Hirschman: tra versi e battaglie
Fonte foto: Casa della poesia di Baronissi, PH Heloise Faure
Nato a New York, nel Bronx, Jack Hirschman ha da sempre manifestato un grande interesse per la scrittura e le tematiche sociali, riuscendo a colpire col suo talento persino Hemingway, che lo ha incoraggiato e consigliato in una lettera, divulgata dalla stampa di tutto il Paese come Lettera a un giovane scrittore.
Divenuto, dal 1961, professore di inglese alla UCLA di Los Angeles, intraprende, grazie a una borsa di studio, il suo primo viaggio in Europa, segnando così l’avvio della tendenza cabalistica all’interno della sua opera.
Scoppiata la sanguinosa Guerra del Vietnam, una volta rientrato in America non riesce a rimanere impassibile davanti a tanta violenza e mostra il suo dissenso tramite molteplici proteste e manifestazioni. Tra tutte le sue forme di contestazione, risalta un atto singolare. Acceso da un forte senso etico, Hirschman cerca di salvare tutti i suoi studenti arruolabili, dando loro indistintamente “A”, il massimo dei voti. Il poeta paga l’audacia del suo gesto con la perdita del posto di lavoro: nel 1966 viene licenziato dalla UCLA.
Continuando a dedicarsi alla scrittura, alla traduzione e alla pittura, Hirschman mantiene vivo il suo attivismo politico e culturale. In contatto con i poeti della Beat Generation, ne rivendica tuttavia la distanza, denunciando l’insufficienza di una “rivoluzione borghese”, legata a droga e misticismo. “La vera avanguardia sono i poveri nel mondo“: in queste parole che Hirschman ha rilasciato nel corso di un’intervista emerge tutta la bellezza e la generosità della sua filosofia di vita, del suo concreto e persistente impegno civile. Vicino alle parti lese e sensibile verso i cambiamenti globali, lotta contro l’alienazione, le discriminazioni e le ingiustizie. La sua produzione artistica si impone copiosa e controcorrente rispetto a quell’egoismo che vorrebbe inghiottire la solidarietà e il rispetto per l’Altro.
Ma viviamo anche noi, direttamente, il suono che scavalca l’indifferenza, l’apertura dei “cancelli”, attraverso i versi finali di una sua poesia dal chiaro intento programmatico, Sentiero.
“…L’avere il cuore infranto è l’inizio
di ogni vera accoglienza.
L’orecchio dell’umiltà ascolta oltre i cancelli.
Vedi i cancelli che si aprono.
Senti le tue mani sui tuoi fianchi,
la tua bocca che si apre come un utero
dando alla vita la tua voce per la prima volta.
Vai cantando volteggiando nella gloria
di essere estaticamente semplice.
Scrivi la poesia.”
Jack Hirschman, Sentiero, trad. di Raffaella Marzano, 2003
Laureata in Lettere moderne all’Università di Bologna, collaboro con il Poesia Festival e sono redattrice di «Hermes Magazine» e di «Laboratori Poesia». I miei versi sono stati selezionati nello spazio La bottega di Poesia de «La Repubblica» (Bologna, maggio 2019), nell’Almanacco «Secolo Donna 2022» (Macabor Editore 2022), in vari concorsi poetici e per riviste on line. Nel 2020 ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie, Cosa resta dei vetri (Corsiero Editore), e nel 2023 ho curato l’antologia Il grido della Terra (Macabor Editore).