Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Allegra, socievole, gioiosa, gentile. Amava i colori, la musica e farsi fotografare mentre faceva qualsiasi cosa, dal prendere il sole in spiaggia ad usare un telefono a gettoni. Così la sorella Claudia descrive Emanuela Loi, prima donna poliziotto ed essere uccisa in servizio il 19 luglio 1992.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: sardegnaierioggidomani.com

La sua stanza, oggi come trent’anni fa

Nella sua stanza a Sestu in provincia di Cagliari, a distanza di 30 anni sono ancora conservati numerosi album di foto che la ritraggono da quand’era bambina fino ai suoi 24 anni. La sorella, che da quel giorno è impegnata a mantenerne viva la memoria ricorda quanto le piacesse conservare le sue foto. Mi è venuto spontaneo chiedermi se, per caso, lei non sentisse in cuor suo, di dover lasciare tanti ricordi alla sua famiglia.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: repubblica.it

La scelta che cambiò la sua vita

La vita di Emanuela Loi scorre tranquilla fino al diploma magistrale. Amava molto i bambini e già si immaginava in mezzo a loro a insegnare tutte le cose per cui si era preparata. Partecipa al concorso per entrare in graduatoria. Ed a quel punto succede qualcosa che cambierà la sua vita. La sorella Claudia si iscrive al concorso in polizia. Il suo sogno è diventare poliziotta ed indossare la divisa. Chiede a Emanuela di accompagnarla. Lei si iscrive a sua volta, quasi per gioco. Claudia non viene presa, Emanuela sì. Era entrata anche in graduatoria per fare l’insegnante ma sceglie la divisa. Le sembra, in quel modo, di poter fare di più per il bene della società.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: liberaveneto.org

Carriera in Polizia

Entrò nella Polizia di Stato nel 1989 e frequentò la Scuola Allievi Agenti di Trieste. Due anni dopo viene mandata a Palermo. Quando lo comunica alla sorella lo fa con entusiasmo. A Palermo c’è la mafia, il lavoro da fare è davvero tanto e lei vuole cambiare le cose, vuol fare il possibile per costruire un mondo migliore. Alloggerà nel complesso delle Tre Torri, assieme agli altri poliziotti e carabinieri fuori sede. Nella sua camera, a Sestu, è ancora conservato lo stereo che usava per ascoltare la musica che tanto amava quando era a Palermo e pure il portachiavi e le chiavi del suo appartamento.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: repubblica.it

I suoi primi incarichi a Palermo

Emanuela viene assegnata al piantonamento di Villa Pajino, dove vive l’onorevole Sergio Mattarella. Poi farà parte della scorta alla senatrice Pina Maisano Grassi e ancora le sarà assegnato il piantonamento del boss di Cosa Nostra Francesco Madonia. Nel giugno 1992 entra nella scorta del magistrato Paolo Borsellino. Emanuela sa che è nel mirino della mafia, che poche settimane prima ha ucciso Giovanni Falcone assieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, ma non ha paura. Almeno non la mostra ai suoi genitori, anzi li rassicura che non le succederà nulla.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: unionesarda.it

Senso del dovere

A metà luglio Emanuela trascorre qualche giorno di permesso a casa dei genitori a Sestu. Deve ripartire il giovedì per Palermo ma ha un po’ di febbre. La madre insiste che vada dal medico e si faccia dare qualche giorno di malattia. Emanuela non ne vuol sentire parlare. Deve riprendere servizio per permettere ad un collega di andare in ferie. Lo spiega ai genitori che, pur apprezzando il suo forte senso del dovere, si preoccupano per lei.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: castedduonline.it

Domenica 19 luglio 1992

La domenica successiva Emanuela Loi è in servizio di scorta al magistrato Paolo Borsellino. Lo accompagnano a casa della madre. E mentre il giudice si appresta ad entrare nel palazzo una 126 imbottita di Semtex-H esplode devastando il quartiere. Con il giudice Borsellino muoiono Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Uno solo degli agenti della scorta si salva, mentre sta parcheggiando la macchina, Antonino Vullo. La sua testimonianza:

Borsellino e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, mentre io ero rimasto alla guida. Stavo facendo manovra per parcheggiare la vettura che si trovava alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l’inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L’onda d’urto mi ha scaraventato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c’erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto“.

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Fonte foto: grupposenatoforzaitalia.it

Medaglia d’oro al valor civile

Il 5 agosto 1992 ad Emanuela Loi, e agli altri agenti della scorta morti con lei, venne conferita la medaglia d’oro al valor civile con la motivazione:

«Preposta al servizio di scorta del giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell’ordine giudiziario e delle Forze di Polizia, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni.»

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Fonte foto: sostenitori.info

Per non dimenticare

Di Emanuela ai famigliari furono consegnati i pochi oggetti d’oro che indossava, anneriti e deformati. Sono ancora conservati assieme a tutte le sue cose nella sua stanza, compresa la cartolina della sorella arrivata dopo la sua morte. La sorella Claudia, con il sostegno della Associazione Libera contro le mafie, sogna di farne un museo da aprire alle scolaresche per mantenere vivo il ricordo di Emanuela ed il suo sogno di migliorare il mondo.

Emanuela Loi, poliziotta per scelta

Fonte foto: repubblica.it