Bergamo

Bergamo: sulle tracce di Lorenzo Lotto

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La città di Bergamo, che sarà Capitale della cultura insieme a Brescia nel 2023, organizza  due weekend di visite guidate (14-15 e 28-29 maggio) per scoprire i capolavori che Lorenzo Lotto (1480-1557) ha lasciato nel corso di più di un decennio nel quale egli soggiornò e operò in Bergamo.

Nella città bassa

Occasione unica per poter ammirare tutte le opere che l’artista veneziano ha prodotto  durante i lunghi e fruttuosi anni di permanenza nel capoluogo lombardo. Pale d’altare come la grande “tela Martinengo” (1516) presso la Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, o le “Madonne in trono”  delle chiese rinascimentali di Santo Spirito e di San Bernardino, nella “città bassa”; ma anche le più contenute tele che fanno parte della collezione dell’Accademia Carrara, prestigiosa istituzione che affianca alla nutrita pinacoteca, dove sono custoditi dipinti che vanno dall’inizio del quindicesimo secolo all’ottocento, l’omonima accademia di belle arti.

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Fonte foto: arttribune.com

In questa sede sono conservati molti dei capolavori commissionati al Lotto dalla nobiltà bergamasca, tra i quali il ritratto di Luciana Brembati (1520-21) e l’anteriore “ritratto di giovane” (1498-1500) che palesano la particolare abilità e le innovazioni introdotte dal pittore nel genere.       Il dinamismo nelle composizioni si rivela invece nelle opere a sfondo religioso come la “Sacra famiglia con Santa Caterina d’Alessandria” (1533), sempre custodite all’interno dell’Accademia, dove le figure sono rappresentate con una vivezza cromatica ed espressività dei gesti che costituiscono l’ originalità descrittiva del pittore nella sua epoca.

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Fonte foto: arte.it

In Bergamo Alta

 Anche la medioevale e suggestiva “Bergamo Alta” ha in serbo un vero e proprio tesoro pittorico realizzato da Lorenzo Lotto. Si tratta degli affreschi con scene della vita di Maria in una delle cappelle della chiesa di San Michele al Pozzo Bianco. Si tratta dell’ultimo lavoro che il pittore realizza in città, dove l’impianto cromatico peculiare e l’audacia delle composizioni sceniche, dove il lontano passato si mescola alla contemporaneità, ribadiscono l’originalità e il valore innovativo dell’artista all’interno del Rinascimento Italiano


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