Qualcuno conosce Edward Spitz? Pare che la risposta sia no. Di lui, o lei, sappiamo solo che è un artista senza volto (useremo pronomi al maschile per convenzione).
Spitz ha già riscosso ammirazione in tutto il mondo grazie alle sue mostre che hanno toccato dalla Clarendon di Londra, passando per la Sconci Gallery di Dubai, fino alla Corridor Contemporary Art di Tel Aviv, solo per citarne alcune.
Per la sua prima volta in Italia l’artista ha scelto di partecipare all’Exhibition Sardinia Collection 2022 che è stato inaugurato il 28 luglio a Polto Quatu negli spazi del Grand Hotel. La mostra si concluderà il 4 settembre.
Nella provincia di Sassari, nello spazio delle vacanze esclusive e lussuose a metà strada tra Baia Sardinia e Porto Cervo troveranno spazio le 20 opere della “Sardinia Collection 2022” di Edward Spitz.
Il tema di questa esposizione riguarderà la salvaguardia e la sostenibilità ambientale, molto caro ai tempi moderni. E non è un caso, forse, che Edward Spitz abbia scelto proprio questa location.
Qui infatti si trova ancora la natura selvaggia e meravigliosa fatta di acqua cristallina, insenature e fitta vegetazione: tutto ciò che la vita moderna sta inesorabilmente distruggendo.
L’arte di Edwart Spitz
L’ispirazione dell’artista senza volto viene dal mondo del fumetto dove ne individua i personaggi più iconici come Topolino, Paperino, Minnie, Paperone e molti altri e li trasforma in icone pop senza tempo.
Questa modificazione distorce e modifica il personaggio e la sua iconografia e gli conferisce un significato tutto nuovo. Se fino a questo momento sono stati personaggi infantili e divertenti ora diventano messaggeri di tematiche profonde, sociali, economiche; evidenziano i paradossi e le controversie dei nostri tempi in maniera ironica e dissacrante.
Non è un giudizio quello di Edward Spitz: è una nuova chiave di comunicazione.
Quello che fa è dunque creare un linguaggio nuovo accostando elementi familiari (personaggi dei fumetti e simboli della modernità) e suggerirne una lettura nuova, magari dissonante ma sicuramente significativa.
E assume un particolare significato anche l’anonimato dell’artista: in un’era in cui l’immagine e l’estetica sono la priorità, scegliere di rimanere nell’anonimato senza volto e di far parlare le opere al posto della persona, è sicuramente una scelta rivoluzionaria.
E se l’arte è da sempre la modalità con cui l’artista conferisce l’immortalità all’opera, la tecnica di Edward Spitz si muove in questo senso: le pagine di originali fumetti d’epoca costituiscono lo sfondo dell’opera, a cui l’artista sovrappone delle icone e degli elementi dipinti a mano, sigillati per sempre nella tela da uno spesso strato di resina, in un risultato che fonde pop art e street art.
Se vi trovate in zona non perdetevi dunque questa mostra: l’ingresso al pubblico è gratuito.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.