Plastico della Roma Imperiale presso il Museo della Civiltà Romana
Roma. Culla di uno dei più vasti e potenti imperi nella storia del mondo. Casa di luoghi e monumenti testimoni di millenni di venture e sventure, che solenni custodiscono il loro passato mentre il mondo odierno si trasforma tutt’attorno. Il Colosseo, il Foro Romano, il Pantheon, i Palazzi Imperiali del Palatino, il Circo Massimo; sono naturalmente solo alcuni dei luoghi più antichi e importanti della nostra Capitale. E, tra questi, non possono essere scordate le mastodontiche Terme di Diocleziano.
“Finché esisterà il Colosseo, esisterà Roma. Quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma. E quando Roma cadrà, cadrà il mondo”.
Bede il Venerabile (ca. 673-735 d.C.)
Gaio Aurelio Valerio Diocleziano
Nacque in un umile contesto della Dalmazia, con il nome di Diocle, presumibilmente nel 244 d.C. Salito al “trono” degli imperatori romani il 20 Novembre 284, col nome imperiale di Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio, Diocleziano iniziò la sua brillante carriera dai ranghi più bassi dell’esercito romano.
Salito gradualmente di livello, nel 282 divenne domesticus regens del nuovo imperatore Marco Aurelio Caro, ossia il comandante dei protectores domestici, la guardia a cavallo del regnante. L’anno successivo fu nominato console.
Quando Caro morì improvvisamente nel 283, e di seguito l’erede e figlio Numeriano nel 284, i generali e i tribuni romani si riunirono per deliberare sul successore e scelsero proprio Diocleziano. La cerimonia di proclamazione ebbe luogo il 20 Novembre 284 sulla cima di una collina nei pressi di Nicomedia, antica città dell’Anatolia (odierna Turchia).
Diocleziano è ricordato per una serie di cambiamenti e decisioni importanti che influirono sulla storia romana. Inizialmente, per aver riportato ordine nell’Impero dopo oltre cinquant’anni di anarchia; per aver riformato interamente l’esercito, al fine di limitare il potere dei comandanti ed evitare ribellioni militari; e per rafforzato il potere dell’imperatore, ponendolo al centro di ogni decisione, con lo scopo di renderlo indipendente dall’esercito e proteggere dunque la stabilità dello stato.
Ma, oltre a questo, è noto soprattutto per aver dato vita alla tetrarchia, il celebre sistema di governo a quattro. Resosi conto di non poter difendere da solo i confini di un regno così vasto, Diocleziano decise di divedere l’incarico di governo con altre tre persone di sua fiducia.
Diocleziano assunse il titolo di “Augusto” e scelse come collega il commilitone Massimiano, assegnandoli la metà occidentale dell’Impero. In seguito, i due Augusti nominarono a loro volta due Cesari, una sorta di vice-imperatore, i quali furono Galerio e Costanzo Cloro. Ciascuno regnava su una parte dell’Impero, ma l’autorità suprema rimaneva a Diocleziano.
I quattro furono tuttavia anche i fautori della cosiddetta Grande Persecuzione di Diocleziano nei confronti del Cristianesimo, la più severa, sanguinosa e cruenta in tutta la storia dell’Antica Roma.
Diocleziano si ritirò assieme a Massimiano nel 305 d.C., dopo una solenne cerimonia, e trascorse gli ultimi anni in un sontuoso palazzo costruito per lui a Spalato, nell’odierna Croazia, morendo all’incirca nel 313 d.C.
Ritratto di Diocleziano presso il Museo Archeologico di Instanbul
Le terme di Diocleziano
Il mastodontico progetto delle Terme di Diocleziano non fu in realtà cominciato dall’Imperatore stesso, ma da Massimiano e a lui dedicate. Per la loro realizzazione, iniziata nel 298 d.C., venne smantellato un intero quartiere e fu ideato per servire gli affollati quartieri del Quirinale, Viminale ed Esquilino. Difatti, l’iscrizione un tempo posta all’ingresso recitava:
Nostri signori Diocleziano e Massimiano invitti, Augusti “seniores”, padri degli Imperatori e dei Cesari, e i nostri signori Costanzo e Massimiano invitti Augusti, e Severo e Massimiano nobilissimi Cesari, dedicarono ai loro Romani le terme felici Diocleziane, che Massimiano Augusto al suo ritorno dall’Africa, in presenza della sua maestà decise e ordinò di costruire e consacrò al nome di Diocleziano, suo fratello, acquistati gli edifici ad un’opera di tanta grandezza, e completate sontuosamente in ogni particolare.
Il complesso si trova oggi tra Piazza della Repubblica, Piazza dei Cinquecento, via Volturno e via XX Settembre, ed è una delle sedi del Museo Nazionale Romano, il quale conta anche Palazzo Altemps, Palazzo Massimo, la Crypta Balbi e il Medagliere.
L’enorme struttura si estendeva su una superficie di 13 ettari e fu costruita in soli otto anni, tra il 298 e il 306 d.C. Anche l’edificio originale era in mattoni, con bolli del periodo dioclezianeo, uno stile in disuso ma probabilmente ripreso proprio per costruire le terme. Un’area grandissima, dunque, e un edificio che poteva contenere fino a ben 3000 persone contemporaneamente, progettato secondo il tipico schema delle grandi terme imperiali, con delle sale principali distribuite lungo un asse centrale.
Difatti, la forma delle Terme di Diocleziano è molto simile a quella delle Terme di Caracalla, che a loro volta somigliano alle Terme di Traiano. Dal calidarium, la sala calda riscaldata artificialmente, si accedeva al tepidarium, con temperatura intermedia, e infine al frigidarium, l’ampia sala per i bagni freddi, che oggi si trova nella Basilica di S. Maria degli Angeli.
Oltre a ciò, vi erano poi la natatio, un’enorme piscina scoperta di 4000 metri quadrati con una maestosa facciata monumentale, due grandi palestre simmetriche ai lati dell’edificio centrale, e una serie di aule con varie funzioni. La più conosciuta è l’Aula Ottagona, detta anche “Planetario”, così chiamata perché, nel corso del Novecento, la sua cupola a ombrello fu utilizzata per riprodurre la volta celeste.
L'Aula Ottagonale o Planetario. Fonte dell'immagine: zero.eu
Nonostante le continue incursioni barbare, le terme rimasero in attività fino all’incirca al 537 d.C., quando i Goti di Vitige tagliarono gli acquedotti. Con il proseguire dei secoli, vennero purtroppo utilizzate come cava di materiali edili per altre costruzioni e iniziò così il loro decadimento. Nel 1561 papa Pio IV utilizzò il loro spazio per la costruzione di una chiesa e di una certosa, affidando il progetto a Michelangelo. La chiesa fu dedicata alla Madonna degli Angeli e dei Martiri Cristiani, dedicata proprio alla persecuzione iniziata da Diocleziano stesso.
L’opera di distruzione perpetrata tra il 1586 e il 1589 da papa Sisto V fu tuttavia la più grave: per la costruzione della sua villa sull’Esquilino distrusse gran parte dell’edificio, anche con esplosivi, per una quantità di materiale pari a circa 100000 m³.
La deturpazione proseguì negli anni e solo agli inizi del Novecento si cominciò a lavorare ad opere di restauro e consolidamento di ciò che rimaneva. Tuttavia, seppur sfregiate, le rovine delle meravigliose Terme di Diocleziano non persero mai il loro solenne incanto e negli anni richiamarono ed ispirano innumerevoli artisti, in particolar modo dal Quattrocento in poi. Il vicentino Palladio, ad esempio, amante dell’architettura antica, le disegnò interamente.
C’è però un ritrovamento in particolare, un mosaico delle Terme di Diocleziano giunto sino a noi, che vogliamo ricordare. È il gnōthi sautón γνῶθι σαυτόν, “Conosci te stesso”, una massima religiosa dell’Antica Grecia riemersa per la prima volta nel Tempio di Apollo a Delfi. È un’opera del III secolo d.C., oggi custodita nel museo delle Terme, e raffigura uno scheletro umano disteso forse su un letto da banchetto.
Un invito a riconoscere, e soprattutto a ricordare, la propria limitatezza e finitezza umana; e che gli antichi hanno voluto incorporare anche in uno dei loro principali luoghi di serenità – le Terme. Un esempio di saggezza passata che ancora ci meraviglia, e che ancora ci ricorda quanto sia straordinaria la nostra storia antica.
Come visitare le Terme di Diocleziano
Indirizzo: Via Enrico de Nicola 78, Roma
Telefono: Museo Nazionale Romano, +39 06 684851
Orari: Martedì-Venerdì dalle 14 alle 19:45, Sabato e Domenica dalle 10:30 alle19:45
Come stabilito dalle direttive nazionali, l’accesso è consentito esclusivamente ai visitatori in possesso di Green Pass.
Giappone, archeologia, storia antica, videogiochi, horror, astronomia, marketing, scrittura. Sono felice quando gioco a Dragon Quest e quando tocco qualcosa di antico. Ho troppi interessi ed è per questo che amo scrivere: perché mi permette di viverli tutti.
Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない