Non è veramente un museo, come il nome farebbe pensare, ma un “luogo delle esperienze” di duemila metri quadrati in piazza Beccaria, nel centro di Milano, dove è la fantasia e il sogno a catturare il visitatore.
Come per Alice nel paese delle meraviglie, queste 15 installazioni interattive del MOD, offrono, sino al 18 dicembre prossimo, una full immersion in cui perdersi dentro ambienti surreali, fantasmagorici nei quali la realtà semplicemente viene sospesa, svanendo momentaneamente a favore del “sogno”, della materializzazione di scene e situazioni piacevolmente paradossali, oniriche appunto.
Altalene sospese in mezzo alle nuvole che creano la sensazione di dondolare nell’infinità del cielo. O: chi non ha mai immaginato di camminare sul soffitto al pari dell’uomo ragno? Come di fatto avviene qui nelle stanze capovolte.
Fonte foto:fampage.it
Un percorso costellato di meraviglie, di tunnel coloratissimi, ambienti psichedelici e piscine di palline rosa (Free your power, Never stop dreaming, Never give up, Do what your love, Enjoy the moment, per citarne alcuni), che, come asseriscono le due curatrici Elena e Giulia Sella, fondatrici dell’agenzia di brand e retail Postology, vuole coinvolgere grandi e piccini nelle atmosfere fatate che a volte avvolgono i nostri più profondi sonni e che in questo spazio senza tempo, divengono magicamente concreti, tangibili, reali e percorribili.
Il messaggio è quello di aprire la mente anche a momenti di leggerezza e fantasia riscoprendo la parte fanciullesca che è in ognuno di noi, capace ancora di stupirsi di fronte a una esperienza così volutamente assurda, bizzarra e fuori da ogni schema logico che però unisce, nella sua ideazione, una notevole capacità progettuale nei campi del design, dell’arte, della tecnologia e della comunicazione.
E vuole essere anche un istante in cui creare una piccola parentesi di evasione dai problemi quotidiani, dal serioso ruolo di “adulti” e dal lungo periodo oscuro che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.