Dopo il Musero Nacional del Prado di Madrid, dove una prima versione della mostra ha avuto luogo nell’autunno scorso, il Museo e Real Bosco di Capodimonte in Napoli inaugura il 13 marzo prossimo la grande esposizione “Gli spagnoli a Napoli e il grande Rinascimento meridionale” a cura del prof. Riccardo Naldi, docente di Storia dell’arte moderna all’Università L’Orientale di Napoli e del prof. Andrea Zezza, docente di Storia dell’arte moderna all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Fonte foto: Museo di Capodimonte
La mostra esplora uno dei momenti più alti e forse poco conosciuti della creazione artistica partenopea (1503-1532 circa) che si lega al passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della corona di Spagna e che segna dal punto di vista artistico un tempo di fruttuosa commistione tra le tradizioni culturali delle due realtà.
Un felice partenariato
Grazie alla collaborazione con il museo madrileno tornerà a Napoli per la prima volta dopo 400 anni la Madonna del pesce di Raffaello. Il dipinto, destinato alla cappella della famiglia “del Doce” in San Domenico Maggiore a Napoli, divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti attivi a Napoli durante il Cinquecento. L’opera fu trasferita a Madrid intorno alla metà del Seicento.
Fonte foto: Napoli Today
Inoltre fa parte dell’esposizione un’ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi in quegli anni in città, quali Pedro Fernández de Murcia (1480 circa-1521 circa) conosciuto anche come Pseudo-Bramantino, Bartolomé Ordóñez (1490-1520), Diego de Siloe (1495-1563), Pedro Machuca (1490-1550), Alonso Berruguete (1490-1461).
Il fertile confronto culturale
Il coesistere nell’ambito partenopeo sia dell’innovazione stilistica rinascimentale italiana che delle tradizioni artistiche spagnole ha prodotto la nascita di una diversa visione e alla creazione di una scuola locale della quale la mostra propone un’ampia selezione dei maggiori protagonisti: dai pittori Andrea Sabatini da Salerno (1487-1530)e Marco Cardisco (1486-1442), agli scultori Giovanni da Nola (1478-1559) e Girolamo Santacroce (1502-1537).
La mostra si protrarrà sino al 25 giugno 2023.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.