Precursore e padre dell’Astrattismo e partendo, come è fondamentale per una ricerca profonda del proprio linguaggio pittorico, da un inizio naturalistico, influenzato però dalle tecniche postimpressioniste, Wassily Kandinsky attraversa varie fasi del suo percorso artistico giungendo infine a un astrattismo geometrico che costituisce la fase più matura e più conosciuta del suo lavoro.
Lo spazio pittorico viene qui concepito dall’artista come piena libertà di espressione dell’interiorità, totalmente avulso dalla realtà del mondo circostante. Essendo anche un valente musicista elabora quindi i suoi dipinti secondo metriche e contrappunti ispirati dalle composizioni musicali.
Vorrei illustrare alcune delle opere più significative del suo ultimo periodo.
1. Linea trasversale
Fonte foto: tuttoquadri.it
È una composizione del 1923, quando appunto Kandinsky si appresta ad abbandonare le ricerche cromatiche più informali, per approdare alle geometrie. I giochi di forme si alternano tra bidimensionalità e prospettive. La lunga linea obliqua che attraversa il quadro ne determina il titolo creando il primo piano, in aperto contrasto con l’altra linea che si interseca e contribuisce a creare la profondità. Attualmente il quadro si trova presso il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, il museo di arte moderna di Dusseldorf.
2. Tension calmée
Fonte foto: artslife
L’aspetto giocoso di questa opera del 1937, malgrado il fondo nero, è caratterizzata sia dalle scelte cromatiche vivide, proprio messe in evidenza dal colore scuro dello sfondo, che dal connubio di geometrie e conformazioni amorfe. La tridimensionalità è solo accennata da alcune linee lasciando alla grande macchia chiara centrale il compito di focalizzare la scena. È stato dipinto all’apice della carriera pittorica dell’autore appunto senza preoccupazione rappresentativa ma con l’intento di creare nuove armonie, Il quadro, dopo essere stato di proprietà di Salomon Guggenheim, è stato recentemente battuto all’asta da Sotherby’s.
3. Composizione VIII
Fonte foto: FocusJunior
Anche in questa “composizione” del 1939 l’aspetto geometrico che pervade tutta l’ultima produzione di Kandinsky viene in qualche modo bilanciata dai colori sfumati che caratterizzano i cerchi di sinistra e il triangolo di sfondo. Le strutture geometriche non sono mai rigorose ma sono plasmate secondo la fantasia dell’artista e l’equilibrio generale dell’opera. L’opera ha fatto da subito parte della collezione del Guggenheim Museum di New York.
4. Composizione X
L’ultima “composizione” di Kandinski, del 1939, che attualmente appartiene ancora al Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Dusseldorf, si discosta dalle altre sue “composizioni”. Le varie strutture su sfondo nero non seguono strettamente un andamento geometrico regolare ma paiono fluttuare in uno spazio simbolico. Come simboli legati alla tradizione russa, sembrano essere presenti nel dipinto.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.