Maria Maddalena o Maria di Magdala o anche «apostola degli apostoli»: con questi nomi è identificata la figura femminile che, nel corso dei secoli, ha assunto sempre maggiore rilievo nell’arte cristiana. Di motivi per essere soggetto d’arte la Maddalena ne ha avuti molti: additata come peccatrice per antonomasia, la prostituta, colei che bagna i piedi del Cristo con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli. Talvolta definita come l’amante di Gesù o, perfino, come sua moglie. In ogni caso la figura più enigmatica e indefinita nella storia sacra.
Tanti sono stati gli artisti che hanno raffigurato quella donna, contribuendo a creare, attraverso lei, la complessità dell’universo femminile e delle infinite sue varianti. Come ogni personaggio di spessore, su di lei nascono leggende e nelle narrazioni arriva ad essere protagonista di un viaggio che, dall’Oriente, la porta fino a Marsiglia e da lì si fa portatrice dell’evangelizzazione dell’intera Francia.
Di questa storia esiste una raffigurazione in otto scene, su una tavola del 1280 il cui esecutore viene indicato proprio con il nome «Maestro della Maddalena», opera che attualmente si trova presso la Galleria dell’Accademia a Firenze.
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Masaccio la colloca al centro della rappresentazione della Crocifissione, ai piedi della croce, vestita di un mantello rosso sul quale scendono i capelli dorati, drammatica nel suo dolore. Donatello la raffigura smunta e consumata dai digiuni nel suo passaggio nel deserto.
E ancora: Giotto nella cappella di Assisi a lei dedicata, la dipinge come un personaggio in primo piano, malgrado la coralità della raffigurazione della sua Crocifissione. Altri artisti ne hanno evidenziato la capacità seduttiva, come nella versione di Gerolamo Savoldo. Tiziano ne mette in mostra la carnalità, la sensualità attraverso il nudo, forma ripresa da Francesco Hayez che ha saputo donarle un’intensità nel viso tutt’altro che sensuale, quanto più che altro, triste e lontana con il pensiero.
Il rischio della nudità come versione scandalosa colpì Renato Guttuso che vide la sua rappresentazione di Maria Maddalena bollata come eretica. Guttuso fu costretto a difendere la sua visione di un personaggio già così controverso fin dalla sua comparsa nella storia. L’artista spiegò così la sua Maddalena, in un modo che poteva essere lo stesso di tutti gli altri grandi artisti:
«La nudità dei personaggi non voleva avere intenzione di scandalo. Era così perché non riuscivo a vederli, a fissarli in un tempo: né antichi né moderni, un conflitto di tutta una storia che arrivava fino a noi. […] Li dipinsi nudi per sottrarli a una collocazione temporale: questa, mi veniva da dire, è una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda. Nel fondo del quadro c’è il paesaggio di una città bombardata: il cataclisma che seguì la morte di Cristo era trasposto in città distrutta dalle bombe».
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Nessun documento è mai arrivato fino a noi per sciogliere i dubbi sulla vita di Maria Maddalena che rimane, pertanto, un affascinante e criptico personaggio che arricchisce la storia sacra.