I primi anni del secolo scorso sono stati, per l’arte, una fruttuosa fucina di idee innovatrici che hanno addirittura precorso i loro tempi e generato una visione filosofica del fare arte che ancora oggi risulta difficile da superare.
Si sviluppa la concezione duchampiana che è la ideazione di chi faccia arte a determinare il valore creativo di un oggetto o di una azione, i quali da ordinari e semplici manifestazioni del quotidiano diventano espressione culturale, pensiero laterale ante litteram, un modo diverso e più profondo di valutare gli “eventi” a cui ci si trova di fronte ( esercizio peraltro molto inflazionato e reso banale, invece, i questi primi decenni dell’attuale millennio, per mascherare la crisi e la mancanza di prospettive dell’arte che si avvale di nuovi mezzi ma non ha nuove prospettive).
Uno dei grandi personaggi che anima il mondo creativo di quegli anni è Emmanuel Radnitzky, meglio conosciuto come Man Ray (1890-1976), a cui la città di Genova rende omaggio in questi mesi (sino al 9 luglio prossimo) con una grande mostra monografica presso l’Appartamento del Doge in Palazzo Ducale.
Il personaggio
Fonte foto: Arte.it
Fotografo, pittore, fabbricante di oggetti, autore di film d’avanguardia e grafico, amico di Marcel Duchamp (1887-1968), che segue a Parigi, di André Breton (1896-1966), il teorico del Surrealismo, Salvator Dalì (1904-1989) e di altri pittori surrealisti, l’artista americano interpreta da prima lo spirito Dadaista nel rifiuto radicale della visione artistica tradizionale, cercando di animare senza successo, la scena artistica newyorkse anche con la creazione di una rivista: “New York Dada” di cui verrà pubblicato un solo numero. Successivamente, con il suo trasferimento in Francia e l’incontro con la vivacità culturale europea avrà modo di produrre le prime esposizioni nelle quali sono presenti inusitati oggetti paradossali come il famoso “Cadeau”: un ferro da stiro al quale, nella parte liscia, sono stati incollati dei chiodi o il “Metronomo” che fa oscillare un occhio.
Molto apprezzato come fotografo ritrattista avrà modo di raffigurare alcuni tra i nomi più illustri del tempo tra cui James Joyce, Gertrude Stein e Jean Cocteau. Anche nel suo lavoro fotografico crea nuove estetiche, unendo ironia e sensualità che trapelano da ogni sua opera.
Ma non rinuncia all’avanguardia nemmeno con il mezzo fotografico con cui inventa le “Rayografie”, ottenute posando oggetti direttamente sulla carta fotografica.
La mostra
Fonte foto: Genova24
L’esposizione genovese presenta un panorama completo della sua attività artistica dagli inizi agli ultimi anni, con ben 340 pezzi, fra fotografie, disegni, dipinti, sculture e film. Ripercorrendo cronologicamente la vita e le vicende: dagli esordi nella New York degli inizi del novecento, alla Parigi delle avanguardie storiche sino ai dovuti riconoscimenti.
Il percorso espositivo propone anche una serie di fotografie uniche sia per la qualità sia per la provenienza da importanti collezioni nazionali e internazionali.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.