Urban art: due sedi in Italia

Urban art: due sedi in Italia

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Un interessante evento internazionale coinvolge Treviso, dal 9 maggio al 30 giugno, presso il complesso industriale rigenerato delle ex Ceramiche Pagnossin, e Monopoli, dal 19 luglio al 3 novembre, negli spazi dell’Ex Deposito militare Carburanti. Si tratta di una grande mostra sulla “Urban Art o Street Art che in queste sedi vuol far conoscere la storia, l’evoluzione e lo stato attuale di un movimento artistico spontaneo e aperto a molte sfaccettature dell’espressione che anima e molte volte riqualifica i muri, i palazzi delle nostre città.

Sono qui rappresentati i “discendenti di quella cultura ribelle del Graffiti Writing, emersa negli Stati Uniti mezzo secolo fa, improntata alla sperimentazione e alla rottura dei vecchi paradigmi” che ha segnato un’epoca di graffiti urbani, ricca di scritte e scarabocchi su case e vagoni ferroviari. Quasi mai improntati a una visione estetica ma dettati dall’irrefrenabile bisogno di libera comunicazione.

L’evento

Urban Art

IN MY NAME. Above the show” è il titolo della manifestazione che presenta i lavori di diciassette artisti tra i più significativi della scena internazionale.  E già il titolo dichiara come all’anonimato e la clandestinità furtiva che ha caratterizzato in passato gli interventi in ogni possibile spazio cittadino, ora lasci il posto alla accresciuta consapevolezza del valore intrinseco e intellettuale che aveva e ha, se calibrata e valorizzata esteticamente, questa espressione artistica, anche per caratterizzare le città e in particolare le periferie.

La mostra è organizzata da Unlike Unconventional Events con il patrocinio del Comune di Treviso e il Comune di Monopoli, e curata da Martina Cavallarin con Antonio Caruso, con la direzione artistica di MADE514 e il coordinamento culturale e scientifico di Christian Leo Comis.

G li artisti

Urban Art

Fonte foto: Dominik Kulaszewicz

Dalle creazioni di “impulso” tra disegno e musica di Boost, ai dipinti vividi di Cento Canesio; le sculture di Dado, uno dei padri fondatori del writing emiliano; le sagome misteriose di  Giorgio Bartocci o le geometrie spiazzanti di Etnik; i graffiti compositi di Hemo e i labirinti impossibili di Joys; ma anche i dipinti dissacranti di Macs o le lettere dinamiche e psichedeliche di Made514; le sculture futuristiche del notissimo Peeta o le creazioni matematiche dell’artista polacco Proembrion; le installazioni video del  tedesco Satone; l’Arte Cinetica e all’Op Art anni ’60 di Soda che presenta un lavoro in collaborazione con il celebre digital artist britannico Alex Rutterford. O ancora , il trittico di V3rbo tra realtà virtuale, graffito e post graffito; le trasparenze nelle tre installazioni di Vesod; i mondi popolati da creature mostruose del tedesco Won Abc e i burattini umanoidi di Zed1.

Una panoramica unica, coloratissima ed esaustiva che risponde alle tendenze attuali quella parte di creativi che meglio corrisponde alla esigenza pluralista e immaginifica del significato attuale di Arte.


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