Alice Basso è una scrittrice il cui talento ha travolto migliaia di lettori. Dopo l’esordio con la pentalogia sulle avventure di Vani Sarca, la giovane dark lady leggermente sociopatica e con un’intelligenza fuori portata, è tornata nelle librerie nel 2020 con una serie di romanzi storici con protagonista un’altra donna: Anita Bo.
Con l’esordio del primo libro, Il morso della vipera (Garzanti, 2020) dove oltre alla presentazione dei personaggi e la descrizione del set dove si svolgerà la storia, si ha subito chiaro che quello che si sta per leggere è un romanzo storico ricco non pienamente convenzionale.
Ambientato nel Ventennio fascista in Italia, più precisamente a Torino, la narrazione riesce a mantenere il tono fresco e scorrevole tipico di Basso pur raccontando egregiamente i fatti storici (sempre documentati da una ricca bibliografia a fine volume) che potrebbero, se raccontati in altra maniera, risultare pesanti e difficili.
La cosa meravigliosa dello stile narrativo di Alice Basso e che si sublima in questa serie di libri è la sua capacità di incastonare storia, eventi, contesto storico culturale all’interno di un racconto scorrevole e fluido.
Fonte Foto: Alessandra Brevi
In questo modo, leggendo le avventure di Anita, Sebastiano, Candida, Clelia e compagnia, si entrerà di diritto negli anni in cui il fascismo la faceva da padrona in Italia, si avrà uno spaccato della condizione della dona e dell’idea della famiglia e soprattutto ogni libro porterà alla luce tematiche differenti.
Negli incontri di presentazione al suo ultimo libro, Una stella senza luce (Garzanti, 2022), il terzo della serie, Basso ricorda con molto entusiasmo come è nata l’idea per questa serie.
Stavo studiando tante cose diverse in quel periodo e per uno spettacolo, divenuto poi musical, mi sono approcciata alla storia delle dattilografe in epoca fascista e la nascita dei gialli in Italia, per un altro progetto. A un certo punto – mentre mi lavavo i denti, me lo ricordo benissimo – c’è stata come una collisione fra i due temi, e ho avuto la visione di una dattilografa bella e sveglia e molto poco portata per farsi gli affari suoi, al lavoro presso un giallista che sogna di essere Chandler ed è costretto a scrivere quello che gli richiede la situazione politica. Basta. Addio. Non c’era più spazio per nient’altro. Ovviamente l’idea buona mi era venuta mentre non potevo appuntarmela da nessuna parte
– Alice Basso alla presentazione di “Una stella senza luce” a Borgomanero, agosto 2022
Nel primo volume si affronta pienamente il tema dell’emancipazione femminile attraverso il lavoro, possibile negli anni ’30 grazie ai lavori consentiti alle donne, tra cui quello della dattilografia.
Timidi primi accenni di emancipazione, s’intende. Ma pur sempre occasioni in una società tremendamente patriarcale di fornire alle donne un modo per sentirsi realizzate “oltre ai doveri di casa”.
Accanto a questo, viene raccontata la difficoltà della letteratura, gialla in particolare, che doveva far fronte all’incredibile censura messa in atto dal regime. La dattilografa della serie è Anita Bo, una bellissima ragazza che dopo aver vissuto di rendita sulla sua bellezza scopre il piacere dell’avventura e Sebastiano Satta Ascona, il giallista presso cui lavora Anita.
Alice Basso e la tenacia di Anita
La regina dei racconti è indubbiamente Anita, attorno alla quale si articolano le vicende dei romanzi. È una ragazza molto bella e pienamente consapevole del potere che il suo aspetto le dona. Non ha mai amato studiare né l’idea di lavorare, cosa che le donne potevano fare prima di maritarsi.
Ma quando Corrado, l’Adone torinese tutto muscoli e sorriso le chiede di sposarla, le si prefigura davanti agli occhi una vita fatta di figli (Corrado ne vuole sei!), faccende domestiche e poche soddisfazioni.
Fonte Foto: Alessandra Brevi
Ed è così che in maniera fulmina e inaspettata (anche per Anita stessa) chiede a Corrado sei mesi, una sorta di accordo per la buona riuscita del matrimonio: “lasciami andare a lavorare sei mesi e poi ci sposiamo, così provo questa esperienza”.
Con lo stupore di tutti, Anita trova impiego come dattilografa presso la rivista Saturnalia, che traduce i racconti gialli della rivista americana Black Mask e pubblica i racconti del Commissario Bonomo, perfette narrazioni del “perfetto crimine” sotto il regime.
Anita scopre ben presto di amare il suo lavoro, con tutte le pieghe che questo ha preso dopo la vera conoscenza del suo collega Sebastiano e porta la strana coppia a svolgere delle micro indagini su delitti e malfatti della città.
I temi dei libri con Anita Bo
Ogni volume racchiude una tematica particolare, temi che Alice Basso ha ampiamente studiato e inserito nel racconto come filo conduttore della trama.
In Il morso della vipera, il primo volume, oltre al tema delle professioni visto poco fa, viene raccontata la difficoltà di avere giustizia e di far ascoltare la propria voce sotto regime.
Nel secondo volume Il grido della rosa si tratta di femminismo, ragazze madri e come queste venivano viste e trattate dalla società. Infine Una stella senza luce riporta alla memoria la grande Torino del cinema degli anni ’30, spesso dimenticata o addirittura non conosciuta.
Libri che sapranno rapirvi pagina dopo pagina e disponibili su Audible letti dall’autrice (credetemi, meritano!)
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.