Giorgia, libera grazie alla poesia

E’ una scrittrice e poetessa esordiente, quella che si racconterà in questa intervista. Il suo primo libro s’intitola: Sillabario senza Condono” raccoglie le sue poesie, ed è un piccolo capolavoro. Parole che raccontano di un’intimità nostalgica ma incredibilmente forte. Un dolore che si veste di vita e cielo. Lei è Giorgia Deidda, ha una voce angelica e due occhi che le stanno addosso con la stessa luce che si sente e si percepisce quando parla e scrive di libertà, di poesia e di amore. Il suo, poi è a qualche passo dalle nuvole, però lei riesce ancora a tenerlo per mano.

 

Vi lascio alle sue risposte.

 

Parlami un po’ di te. Chi sei, dove vivi, quanti anni hai, cosa ti piace fare, insomma?

 

Sono Giorgia, ho ventisei anni, vivo ad Ortonova in provincia di Foggia, un piccolo paesino dove apparentemente non c’è nessun tipo di futuro. Amo scrivere poesie, cantare, disegnare e danzare. Ho fatto per dieci anni danza classica.

 

Poesia: da dove nasce questa passione?

 

La passione per la poesia nasce da un aneddoto molto carino, (io amo definirlo così). Prima di questo fatto io la poesia non la tenevo molto in considerazione, anzi per nulla. Si parla dei miei tredici, quattordici anni. Poi studiando, a scuola ho sentito la storia di Emilie Dickinson che era rimasta rinchiusa per ventitré anni in casa sua vestita di bianco, e mi domandai come potesse fare una persona a vivere di sola poesia? Come fosse possibile e quindi, quando mi è presa l’illuminazione verso questa figura sono andata in libreria spinta anche dalla curiosità di capire come scrivesse questa poetessa. E nonostante lei vivesse come un eremita scoprii che aveva una mente apertissima, conosceva l’amore, i sentimenti ed il dolore soprattutto…

 

Oltre alla poesia ami anche altri generi letterari? Romanzi/ prose ecc…

 

Oltre alla poesia amo anche i romanzi classici, soprattutto quelli russi, quelli tedeschi e non mi dispiacciono neppure quelli francesi tipo Flaubert e per quanto riguarda la prosa mi piace Dino Campana.

 

“Sillabario senza condono” come mai questo titolo cosi evocativo…? Che cosa ti ha spinto ad intitolare questa raccolta così?

 

“Sillabario senza Condono” è semplicemente un atto alla libertà. Le parole fluiscono in maniera libera senza nessun divieto, senza nessun impedimento o censura. Provengono dall’inconscio e dal conscio. Mi è sembrato un titolo adatto a quello che penso io della poesia e quello che rappresenta  per me ovvero, il concetto di “Libertà”.

 

Sto leggendo le tue poesie e mi piace molto il fatto che sei sia malinconica, nostalgica ma tanto tanto forte, è un tratto che ti contraddistingue solo nella scrittura o nella vita in generale?

 

Io sono molto malinconica, fin dalla mia infanzia, è un tratto che mi caratterizza. E sicuramente i romanzi che ho letto soprattutto quelli delle poetesse e le scrittrici del 800 mi ha influenzata molto. Così come la nostalgia, e si, è un tratto di me che mi contraddistingue anche nella vita in generale.

 

Che tipo di poesia sei?

 

Mi ritengo una poesia “confessionale” ovvero intima. Recapita nel proprio essere e che si chiude in se stessa. Quasi come se rivelasse i suoi segreti al suo interno. Una poesia di Silvia Plath che descrive, si i suoi sentimenti e le sue sensazioni ma lo fa in modo cauto e che degli aggettivi ben precisi.

 

Letture che ti hanno cambiato la vita?

 

Sicuramente Jane Austen. Ho letto “Orgoglio e Pregiudizio” alle superiori e mi piacque tantissimo. Lessi sia scrittori che scrittrici dell’800. Adoro Flaubert con “Madame Bovary”, e  “Anna Karenina” di Lev Tolstoj.

 

Scrittori o scrittrici alle quali ti ispiri?

 

Lev Tolstoj, Bulgàkov, per quanto riguarda gli scrittori. Le scrittrici invece Plath, Rosselli, Sexton e Dimitrova.

 

Se una tua poesia fosse una canzone a chi la faresti cantare? E perché?

 

Io la farei a cantare PJ Harvey che un’ artista che io amo tantissimo, contemporanea. Ha una voce che richiama la malinconia e secondo me reciterebbe e canterebbe benissimo le mie poesie.

 

Il tuo libro è dedicato al tuo grande amore Gabriele, scomparso da poco, che ci racconti di lui?

 

Gabriele, mi ha lasciato le sue poesie. Leggere una poesia, è un po’ come entrare nel suo mondo. Diciamo che quello che scriveva sono tratti della sua vita profondi. E’ fondamentale saperlo, perché per Gabriele era un vero e proprio modo di comunicare la poesia. Io e lui ci siamo conosciuti tramite la scrittura e i socialnetwork, perché lui ha sempre scritto poesie sin da ragazzino, e tra i 17 e i 18 anni ha iniziato addirittura a pubblicare. Aveva in grande talento e come l’ho sempre definito: “lui è tutto poesia.”

 

Grazie a Giorgia per avermi concesso d’intervistarla, conoscerla e apprezzarla. Grazie per avermi inviato una copia gratuita del suo Sillabario e per le sue poesie. Che fanno bene al cuore e all’anima.