Fonte immagini: dal volume. ©2014-2021 Maria Clara Esposito e Domenico Gaudino.
Di fumetti ce ne sono tanti.
Creato da Maria Clara Esposito e Domenico Gaudino (coautori nel soggetto e poi autrice dei testi lei e realizzatore dei disegni lui), I Voccapierto’s II – Back to the Vocca non è esattamente come tutti questi.
Non proprio come gli altri fumetti
Volume quantomeno interessante quello di cui andiamo a parlare oggi. La sua difficile collocazione “targettaria” potrebbe penalizzarlo e nonostante tutto è proprio essa a renderlo ancora più interessante.
Eppure, da lettori esterni, risulta facilmente comprensibile che all’interno di tale contesto ristretto I Voccapierto’s II deve aver centrato perfettamente il bersaglio. E nello stesso deve esser stato percepito dai suoi fruitori come un prodotto a dir poco geniale.
©2014-2021 Maria Clara Esposito e Domenico Gaudino.
Ma cos’è?
Seguito (viene chiaramente indicato come un II) di un altro volume, esso è in realtà più uno spin-off: non è per forza necessaria la lettura del precedente per mantenere agevole la lettura. Si tratta di fatto di un volume che si può tranquillamente leggere in maniera a sè stante.
Come funziona?
Carico di una spontaneità che oscilla tra il fingersi amatoriale e la necessità dell’autoreferenzialità verso un contesto molto preciso (l’opera si ambienta nella realtà di Torre del Greco e solo per essa è fatta. Infatti la distribuzione è stata locale). Non tanto per il partenopeo comunque comprensibilissimo, quanto per usi e costumi tipici che, nonostante le spiegazioni, sono evidentemente riportati per essere pienamente compresi solo dagli autoctoni.
In più, per rendere il gioco ancora più complicato, il fumetto è pieno di easter eggs personali che potranno capire in pochissimi.
Ma com’è?
Nonostante la stretta cerchia di fruizione, il libro diverte: una volta entrati nella collocazione sociale cui fa riferimento si legge veramente con piacere, anche perché i personaggi sembrano usciti da un fumetto di Segar.
A che fumetti somiglia?
Il prodotto potrebbe in qualche modo richiamare il Vernacoliere (e nello specifico Max Greggio), ma il parallelismo non regge nel target.
Pur giocando su livelli differenti (il famoso giornale ha comunque un trascorso storico di 61 anni), l’uso del dialettale sembra porlo su un pari target di pubblico, ma è solo apparenza.
Due confronti
Anche se la platea livornese è solamente il doppio di quella di Torre del Greco, infatti, il LivornoCronaca non solo è diretto a tutta la Toscana e limitrofi, ma gioca anche su argomenti di interesse nazionale. Di contro, non solo Voccapierto non punta nemmeno a tutta la Campania ma solo a Torre del Greco, ma di essa viene esplicitamente riportato (e forse è una delle cose che più fa ridere nella lettura) che oltre una certa fermata Torre del Greco non è più Torre del Greco!
Ergo, la platea è ancora più ristretta.
Siamo lontani dal globalismo di Parola di Giobbe, per capirci.
E non solo
Essa è inoltre ristretta da una certa visione delle cose. Quella che mostra come al mondo (ma è bene ricordare che il mondo di cui parliamo è come un caffè, ristretto) ci siano due tipi di persone.
I Voccapierto
I primi sono i Voccapierto. Il vecchio che guarda i cantieri, ma non solo. Più in generale, colui che ha sempre da criticare nei confronti della società e di tutto ciò che è nuovo, progredito, giovane, nella convinzione che non esista per lui nulla di inesplorato.
Ogni proposta, ogni strada, ogni soluzione è già stata provata in precedenza e irrimediabilmente fallita. Da ciò l’espressione tipica è finito tutto!
Umberto Eco li avrebbe collocati tra gli apocalittici.
Pietro Vocca è il vero protagonista del volume, nato nel 2014 dalla pagina Facebook https://www.facebook.com/search/top?q=i%20voccapierto%27s
©2014-2021 Maria Clara Esposito e Domenico Gaudino.
I miettannanzen
I secondi sono i miettannanzen. Tutta quella popolazione umana in perenne competizione con se stessa e con gli altri: insegnanti di scuola. Condomini annoiati. Impiegati zelanti. Studenti del liceo classico: tutti spinti da grande voglia di fare, ma solo in potenza.
Più è alta loro la volontà di collocarsi, più bassa sarà la collocazione raggiunta. Eccoli, i due acerrimi nemici che rappresentano il motore dell’evoluzione delle cose.
Al contrario dei primi, Eco non avrebbe collocato questi ultimi neanche esattamente tra gli integrati.
Poetico.
©2014-2021 Maria Clara Esposito e Domenico Gaudino.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.