La poesia che ha ispirato Benigni

La poesia che ha ispirato Benigni

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Quella che ha recentemente coinvolto Benigni è una vicenda controversa: si fa un mezzo passo falso ed è subito polemica, soprattutto in Italia, quando viene toccato qualcosa di sacro come l’arte, la letteratura, il cibo o il calcio… le malelingue sono dietro l’angolo (e provate a dire il contrario!)

Sgarbi invocherebbe per tre volte il suo animale preferito – forse l’avrà effettivamente urlato anche in questa occasione – anche se ufficialmente ha commentato “Non è obbligatorio che uno citi delle frasi non sue, per carità […] ma in genere è meglio citare la fonte“.

L’accaduto

Roberto, in seguito al Leone d’Oro ricevuto in premio all’apertura della 78esima Mostra del Cinema di Venezia, ha detto delle frasi ad effetto dedicate alla moglie, è vero, e non ha citato l’autore del pensiero, è vero anche questo. Ma in fondo non ha affermato fosse suo, giusto? Siamo noi che abbiamo dato per scontato che fosse tutta farina del suo sacco – perchè Benigni ne ha dette di belle frasi nel tempo – e dunque ci è sembrato logico che si trattasse di una sua inventiva poetica.

Invece nella vita, non bisogna mai dare nulla per scontato, perché cari signori, l’equivoco è sempre dietro l’angolo e l’incomprensione, per definizione, è responsabilità di entrambe le parti.

Tralasciamo dunque le implicazioni etico-morali del citare qualcuno senza specificare la fonte e le indignazioni scaturite da una semplice dimenticanza come questa (poi si rimane indifferenti davanti a cose peggiori, ma questo è un altro discorso). Scopriamo insieme chi è l’autore dell’aforisma così romantico che ha ispirato Benigni sul palco di Venezia il primo settembre 2021.

L’ispirazione

Nel discorso rivolto alla moglie per ringraziarla del sostegno e del suo amore dimostrati durante tutti questi anni di carriera, Benigni cita due frasi non sue, la prima:

“Io conosco solo una maniera per misurare il tempo: con te o senza di te”.

(Jorge Luis Borges)

La seconda:

“È stato proprio un amore a prima vista, anzi a ultima vista. O meglio, a eterna vista”.

(Humbert Humbert, protagonista di “Lolita” di Nabokov)

Ma si sa, nell’arte l’uomo si ispira sempre ai suoi predecessori, aggiungendo poi qualcosa di suo e così si genererà sempre qualcosa di nuovo sulla base del “vecchio”, di ciò che assorbiamo dalla storia e dall’ambiente circostante.

La Poesia di Borges

È l’amore – il titolo della poesia che ha ispirato Benigni per un discorso che probabilmente era davvero molto sentito nei confronti della moglie, e in cui l’attore ha reputato che le parole dell’argentino Borges potessero effettivamente descrivere al meglio il suo sentimento.

Anche Nek ha attinto a questa stessa poesia per il suo singolo Mi Farò Trovare Pronto, ma in questo caso il cantante l’aveva esplicitamente dichiarato.

Benigni

Il testo di È l’amore fa parte della raccolta di poesie L’Oro delle Tigri, pubblicata da Jorge Luis nel 1974, e qui ne riportiamo un estratto della traduzione in italiano:

“È l’amore. Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce.
La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l’unica.
A cosa mi serviranno i miei talismani:
l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione,
le gallerie della Biblioteca, le cose comuni,
le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno?
Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo.
È, lo so, l’amore: l’ansia e il sollievo di sentire la tua voce,
l’attesa e la memoria, l’orrore di vivere nel tempo successivo.”


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