Stephen King nacque a Portland, nel Maine, il 21 settembre 1947. I primi anni per la famiglia King non furono facili. Suo padre abbandonò la madre, lasciando Natalie Ruth King sola a badare a Stephen e David, quest’ultimo adottato nel ’44.
L’infanzia
A causa della disoccupazione della madre, furono costretti a trasferirsi di continuo, fin quando non si stabilirono a Durham, dove la madre iniziò a badare ai suoi genitori anziani e a garantire ai figli un’istruzione stabile ed un’educazione piuttosto conservatrice.
Il 1954 fu l’anno di King: in così tenera età, iniziò la sua passione per gli horror, in seguito alla trasmissione del film Mostro della Laguna Nera e alla scoperta dei libri del padre, classici come Poe, Lovecraft e Matcherson.
Ciò che per anni ha condizionato il suo modo di scrivere è stata la lettura dei naturalisti inglesi.
Partecipò a diversi movimenti studenteschi pacifisti a dispetto dell’educazione ricevuta, e durante quegli anni scrisse per riviste universitarie e per una rivista propria.
Gli anni più difficili
Gli anni più difficili per lo scrittore furono i successivi al matrimonio, in cui lavorò in una lavanderia industriale e come benzinaio, per poi finire nel cubicolo della caldaia a scrivere. Proprio questi avvenimenti lo condussero sull’orlo dell’alcolismo, che riuscì a superare solo grazie all’aiuto della moglie. Fu proprio la moglie a tirar fuori dal cassonetto il romanzo Carrie, a cui Stephen diede dei ritocchi, prima di pubblicarlo nel 1974.
Il successo
Fu proprio Carrie a donargli la fama e, nel 1976, divenne un film grazie a Brian De Palma, portando la sua celebrità ad alti livelli, soprattutto in ambito cinematografico.
Gli anni a venire, King iniziò a pubblicare i suoi romanzi sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, e solo dopo cinque anni fu scoperto da un suo fan.
Specializzato nelle paure dell’uomo contemporaneo, scrisse Shinning negli anni ’80: dal suo secondo romanzo King prese le distanze dall’adattamento cinematografico che ne era stato tratto, considerato non in linea con la sua opera.
Continuò con The dead zone, The Green mile, Misery e la sua fama di produttore cinematografico, sceneggiatore e attore proseguì sempre più sulla strada dell’affermazione. Indossò le vesti di attore, ad esempio, in Il Cimitero vivente, ma non per questo abbandonò la carriera letteraria, infatti successivamente agli anni del boom cinematografico, anni in cui Stephen ricadde nel baratro dell’alcolismo, scrisse storie come 11/22/63, in cui si parla di un viaggio per salvare il presidente Americano dal premeditato assassinio.
Nonostante il terribile incidente avuto nel ’99, Stephen, vivo per miracolo, continuò a scrivere, per questo ricordiamo The Colorado Kid del 2006.
Ad oggi lo scrittore più prolifico della narrativa contemporanea, ormai settantenne, vive in Florida accompagnato dalla sua dolce metà, Thabita, in una villa a Maine.
Hi Guys! Sono Chiara, sebbene le presentazioni non siano il mio forte… preparatevi a tre righi intensi di sonno…
Nata sotto il segno del sagittario, come tale il mio punto forte è l’ironia, il debole ancora da scoprire… scherzo, è la buona cucina! Nel mezzo troviamo passione per l’arte, la letteratura, i viaggi e la scrittura.