Tutte le donne del Monaco

Condividi su

Romanzo gotico scritto da Matthew Gregory Lewis, Il Monaco vede la sua prima edizione nel 1796. Si tratta di un testo dalla trama apparentemente semplice che potremmo riassumere in questa frase: il romanzo racconta la caduta di un promettente e giovane monaco cappuccino. Una sintesi un po’ troppo spicciola per un romanzo che è stato capace di trovare l’approvazione di De Sade!

Monaco

Ambrosio

Il monaco in questione si chiama Ambrosio. Si tratta di un giovane di bell’aspetto e dall’intelligenza fine che è stato cresciuto all’interno delle mura del convento. L’affezione che il priore ha nei suoi confronti e la facile malleabilità di Ambrosio lo rendono un rampollo dall’ascesa spirituale fulminea.

I suoi maestri misero ogni cura nel reprimere quella virtù la cui magnificenza e libertà erano poco consone al chiostro”. […] “La nobile franchezza del suo carattere fu mutata in umiltà servile, e per asservire il suo spirito naturale, i monaci spaventarono la sua giovane mente”.

Peccato però che la vera natura di Ambrosio sia completamente diversa e se fino al sesto capitolo del romanzo per il monaco la felicità non esiste fuori dalle mura del convento e l’unica figura femminile degna di essere amata è la Madonna del ritratto che conserva nella sua cella, dal principio di questo capitolo in poi cambia tutto, l’unica cosa che non cambia è l’atteggiamento strisciante e superbo del monaco.

Agnes

Agnes è una giovane suora che ha scelto di prendere i voti perché per lei sembrava non essere possibile coronare il proprio sogno d’amore. L’uomo dei suoi sogni però le fa visita e da quell’incontro tutto cambia. Ora Agnes è incinta e i due progettano insieme la fuga ma Ambrosio intercetta una lettere e mette subito la Superiora a conoscenza della riprovevole condotta della novizia. Ambrosio esorta la Superiora a prendere provvedimenti esemplari. Il monito di Agnes si trasforma in una vera e propria predizione:

Ascoltami, uomo dal cuore di pietra! Ascoltami, orgoglioso, spietato, crudele! Avresti potuto salvarmi… Potevi ricondurmi alla felicità e alla virtù, ma non hai voluto! Sei il distruttore della mia anima, sei il mio assassino, e su te ricadrà la maledizione della mia morte e di quella della creatura che deve nascere! Arrogante nella tua immacolata virtù, hai respinto le suppliche di una donna pentita” […] “In che sta il merito della tua vantata virtù? Quali tentazioni hai dominato? Vigliacco! Sei fuggito, non hai lottato contro la seduzione. Ma il giorno della prova verrà! Quel giorno cederai alle impetuose passioni!”

Rosario / Matilda

Matilda è colei che per prima porta il monaco a esplorare i piaceri sessuali. Arriva la convento sotto le mentite spoglie di Rosario, un giovane bisognoso si protezione, casto e votato alla vita del convento. Ambrosio diventa amico di Rosario e infine Rosario rivela di essere Matilda, segretamente innamorata di Ambrosio e pronta a fare qualunque cosa pur di stare con lui. Matilda è il perfetto esempio della donna incapace di vivere senza approvazione e Ambrosio prima la usa per sperimentare il sesso a 360° e poi la abbandona perché consapevole che lei non lo tradirà mai. Matilda è un personaggio con molte sfumature, non è gelosa delle nuove passioni del monaco ma vuole la sua amicizia. Capisce Ambrosio ben prima che egli stesso si capisca ma la parte più interessante che ci mostra la bassezza del monaco è quel momento in cui Matilda, dopo aver compiuto un rituale di magia per salvarsi dalla morte si rivolge  ad Ambrosio. In questo punto della storia lei rivela ad Ambrosio di essersi elevata ma che non può mostrargli la via e il monaco rimane ferito nell’orgoglio iniziando a mettere in dubbio l’indole dell’amante. Matilde però è davvero la degna compagna di Ambrosio, entrambi così simili nelle bassezze. Ella infatti, pur di rimanere nelle grazie del monaco prima lascia che Agnes venga immolata alla causa e successivamente distrugge anche la vita di Antonia.

Antonia

Antonia è la bella giovane e virtuosa straniera della storia. La sua bellezza è pari solo alla sua purezza. Ambrosio vede in Antonia l’oggetto dei suoi desideri, in lei rivive la figura della Vergine del ritratto che ha tanto idolatrato. Il problema è che non può averla. Ecco quindi che su suggerimento di Matilda avvelena Antonia per stordirla, la rapisce, la violenta e solo quando viene scoperto le pene di Antonia finiscono. Tali pene però finiscono con la morte della giovane per mano del monaco.

Le donne

Ci sono poi tutta una serie di donne, personaggi minori, fra le quali spiccano la zingara, Elvira (la madre di Antonia), Leonella (la sorella di Elvira), la Madre Superiora e Suor Camilla. Il romanzo è un vero e proprio dedalo di figure femminile tra le quali Ambrosio passa con una tale superbia da non imparare nulla da nessuna di esse. Dalla Madre Superiora avrebbe potuto imparare il danno che si reca all’anima cercando incessantemente l’approvazione di altri, da suor Camilla la misericordia, da Elvira come proteggere i più deboli, da Antonia la purezza dello spirito.

Il patto

Ambrosio capitola definitivamente imitando Matilda. Infatti nemmeno dalla donna con la quale si relaziona di più riesce ad imparare nulla di Utile. Così, dopo essere stato arrestato dall’Inquisizione e non sapendo più dove sbattere la testa il monaco vende la propria anima. Lucifero, a contratto firmato, rivela ad Ambrosio di come Antonia fosse sua sorella.

In conclusione nuoce anche agli uomini

A questo punto noi ci fermiamo. Qui, in questo tumultuoso ottocento la donna non è più: madre, vergine, sposa o prostituta. Gli uomini sono confusi perché il ventaglio di sfaccettature legate alla personalità della donna si rivelano essere molto più numerose del previsto. Leggendo il romanzo è facile vedere come la tendenza dell’autore sia quella di denigrare figure lontane dalla donna nobile d’animo della tradizione. Ciò nonostante sono le parole scritte nere su bianco che ci dimostrano come una donna consapevole della propria grandezza, nel nostro caso Matilda, possa veicolare la volontà di un uomo che sarebbe dovuto essere un esempio monolitico di grandi principi. Dunque in queste pagine è l’intero sistema di mutualità di cui è pregno il tessuto sociale ad essere il vero carnefice. Ambrosio non è che il risultato di un esperimento. Questa volta la mostruosità della violazione della personalità dell’individuo è vestita da monaco ed ha un aspetto più che desiderabile ma la sostanza non cambia. Questo personaggio totalmente deprivato della propria forza di volontà dissemina morte e violenza perché privato della sperimentazione di quel sano e piccolo sadismo che alberga in tutti i bambini. Ambrosio si trova improvvisamente nel mondo e lo divora mentre ne viene divorato a sua volta.

 


Condividi su