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Chi lo ha detto che per visitare dei bei posti, si debba per forza andare nelle grandi città? Molte volte i luoghi più meravigliosi, quelli più magici, si trovano proprio dove non penseremmo mai. Là, dove nessuno immaginerebbe, e non a caso sono ben poco conosciuti e visitati. È decisamente il caso di Arcumeggia, piccola frazione del comune di Casalzuigno, in provincia di Varese.
Il primo paese dipinto d’Italia
La particolarità di questo piccolo paesino, senza ombra di dubbio, è che è stato il primo paese dipinto della nostra penisola. Ciò è avvenuto precisamente nel 1956, per volere dell’Ente Provinciale per richiamare l’attenzione del turismo. Questo perché negli anni del dopoguerra perse lentamente i propri abitanti e per risollevare il turismo in qualche modo si ebbe l’idea di iniziare a decorare i muri esterne delle case, trasformandolo in un vero e proprio museo a cielo aperto. Ad oggi si contano ben 168 dipinti e si possono ammirare passeggiando per le vie di Arcumeggia, per altro godendo di una vista meravigliosa. Il paesino è infatti situato nella Valcuvia, immerso nel verde a 567 m s.l.m. e affacciato sul suggestivo Lago Maggiore. Il suo nome infatti deriva dal romano “arx media”, “rocca di mezzo”, tra la Valcuvia e la Valtravaglia.
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Dovete inoltre, sapere che esattamente un anno dopo, nel 1957, si istituì la Casa del Pittore, progettata da Bruno Ravasi e che tutt’oggi si può visitare, dato che vi si conservano bozze e disegni dei vari murales che poi venivano via via rappresentati. Qui, all’epoca, si iniziarono ad ospitare tutti gli artisti che volevano partecipare ad arricchire Arcumeggia con dipinti e colori, rendendola ancora più bella, unica e decisamente inimitabile. Fu così che pittori come Carpi, Usellini, Ferrazzi, Saetti, Montanari, Tomea, Brancaccio, furono lieti di collaborare a questo progetto così originale. I muri di questo piccolo borgo raccontano di vita comune, santi e scene religiose.
Cosa vedere
Oltre alla già nominata Casa del Pittore, ad Arcumeggia potrete visitare anche il Sagrato della Chiesa ammirandone, indovinate un po’, i meravigliosi affreschi della Via Crucis. Ognuno di esso è stato dipinto da un pittore diverso, a riprova del fatto che vi trovate davvero in un paese di artisti. Se poi vorrete, già che ci siete vi consiglio di visitare anche gli antichi cortili dove si tenevano i corsi estivi di affresco a cui hanno partecipato molti studenti delle Accademie d’Italia e d’Europa.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.