Fantasmi, inumazioni e Masche

Fantasmi, inumazioni e Masche

Scoperte “nuove” antiche inumazioni, come spesso accade, durante dei lavori di recupero e restauro di siti storici. E come altrettanto spesso accade: castello, più cappella attigua, più ossa dà come risultato fantasmi o dicerie su eventuali fantasmi. Ma vediamo insieme la nuova contesta il dove e cosa vi consiglio per questa capatina in Piemonte.

Bruino

Durante i lavori di restauro del castello duecentesco di Bruino sono emersi alla luce, nell’attigua cappella di San Rocco, due inumazioni. Così verso metà febbraio i lavori sono stati subito fermati per permettere alla sovrintendenza lo studio ed il recupero dei reperti. I cittadini del paese hanno scherzosamente parlato del fatto che probabilmente, a seguito di questa scoperta, si manifesterà il fantasma del castello, ma chissà se conoscono quante storie risalgono la corrente del torrente Sangone per perdersi nella nebbia piemontese. Nell’attesa di sapere che cosa si sia realmente trovato saltelliamo un po’ tra le Masche e i fantasmi di questa zona del nostro Bel Paese che ha davvero una moltitudine di abitanti invisibili.

Trana

Senza percorrere troppi chilometri dai ritrovamenti vi porto nel paese poco distante dove vi è un sito che purtroppo si può guardare solo dall’esterno poiché si tratta di una proprietà privata. Il sito che pare lasciato a sé stesso ma è più che sorvegliato, salta subito all’occhio ed impossibile da non vedere senza proseguire portandosi nella testa un buon numero di domande. Capeggiato da una torre dell’altezza di 30 metri, sita vicino al torrente Sangone, che si rivela essere l’unica parte di alzato dell’antico castello datato tra XI e XII secolo. Magicamente intatta questa torre inizia ad avere un valore e viene tramandato con gelosia, prima dalla famiglia Orsini e dopo dalla famiglia Gromis. Oltre a questa torre si possono distinguere parti di una seconda torre (di costruzione postuma al XII sec) della quale però non sono riuscita a ricostruire la storia. Quello che si può supporre abbia reso il sito tanto prezioso per chi lo possiede è altro, qualcosa di più antico. Il sito infatti ospita le vestigia di un culto di natura megalitica. Il culto pagamo che vi veniva praticato doveva essere ben noto agli abitanti del paese e non solo, dato che vi sono svariate incisioni cruciformi poste per tentare di esorcizzare la zona di culto. Un sito che spaventa molti e che tanti altri va protetto dai curiosi ma soprattutto da chi lo teme non capendone la natura. Questo sito ha eco nella valle, passa dall’acqua e dalla nebbia e si riversa nei boschi, parla di masche e di antiche tradizioni che ancora (per fortuna) sono vive nonostante i tanti tentativi di occultamento.

Neive

Seguendo l’eco ed il ricordo di abitante piemontese subito acqua e masche, siccome il lago delle streghe ve lo avevo già consigliato in questo articolo,  mi fanno scegliere come altra meta da consigliare Neive che, oltre ad essere un incantevole paesino che conserva le sue tradizioni e che si avvale di un ottimo corpo di sbandieratori, ha una storia indissolubilmente legata alle Masche. Chi pensa alle leggende conosciute relative a queste zone ricorda sicuramente il Ponte del Diavolo, quello che attraversa il torrente Tinella. Tale leggenda parla di una chiesa in rovina, della mancanza di mezzi per la costruzione di un nuovo edificio e di come l’unica parte ben conservata fosse il campanile. Tutti o quasi conoscono il patto tra uno degli abitanti Neivesi ed il diavoletto sbucato dall’acqua gelata del Tinella. La domanda che vi porto è: perché? Quale può essere la ragione della sventura di questo luogo dove una chiesa dedita al culto Mariano cade in rovina e dove le attività di privati falliscono miseramente e con gravi conseguenze?

Dalla Cella Nevigensis alla casa della sfortuna

Di quella chiesa conosciuta come Santa Maria del Piano oltre al campanile già citato resiste al crollo solo la sagrestia trasformata in quella che è l’attuale chiesetta. Nessun lavoro aggiuntivo perché chi abita ne conosce la sventura, sventura che continua per chilometri, infatti spostandosi in direzione Moretta si trova una casa protagonista di una vicenda particolare. Bisogna tornare agli anni venti e immergerci nel crepuscolo della tarda serata. Un carrettiere si ferma davanti ad una pecora che gli impedisce di proseguire, i cavalli dell’uomo sono stranamente irrequieti alla vista della pecora, così infuriato per l’atteggiamento dell’ovino insolente l’uomo scende dal suo carro e picchia selvaggiamente l’animale indifeso. Il giorno dopo la donna che abita la casa è allettata, piena di ferite e dice di essere stata aggredita da un vitello che si era rivoltato contro di lei nella stalla. Ora pare che questa stessa casa fosse il luogo nel quale era custodito un potente libro del comando.

Ora potete scegliere da voi quanto credere, quali luoghi visitare e da quali strade passare, io concludo scrivendo che proseguendo per la strada in periodi e annate diverse il risultato non cambia e non sono poche le persone che raccontano di strani incontri notturni. Buona passeggiata!