Vini italiani dal nome bizzarro

Vini italiani dal nome bizzarro

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In Italia esistono più di 500 varietà di vite grazie anche alla presenza di differenti caratteristiche climatiche e ambientali del territorio tra nord, centro e sud oltre che una lunga e storica tradizione vitivinicola; eppure, ci sono alcuni nomi di vitigni, ma anche di vini, che sono davvero molto singolari e molto spesso sono impossibili da dimenticare data la loro originalità.

Andare ad acquistarne uno in un’enoteca potrebbe risultare imbarazzante (o un’offesa), ma poiché la voglia di scoprire nuovi sapori è così forte, non lasciamoci intimorire da questi bizzarri nomi e comperiamo le nostre eccellenze italiane.

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  • L’Addio cugghiuna è uno Spumante Brut Metodo Classico, biologico, realizzato con uve chardonnay, ortrugo e müller thurgau;
  • Il Bionasega è un vino prodotto da Rodolfo Cosimi il quale propone sia un Brunello di Montalcino DOCG (quindi siamo in Toscana) biologico sia un rosso toscano biologico;
  • Il Bricco dell’uccellone è un Barbera d’Asti DOCG (quindi siamo in Piemonte) dal colore rosso rubino molto intenso con riflessi granati;
  • Il Ficaia è un vino bianco IGT Toscana della fattoria Uccelliera;
  • Il Merlo della topanera vino rosso toscano prodotto nella zona di Montecarlo di Lucca composto da Merlot e Cabernet Sauvignon;
  • Il Nero di troia è un vitigno autoctono della Puglia a bacca rossa ad elevata tannicità ed aromaticità;
  • La Passerina è un vitigno antico a bacca bianca tipica delle marche dell’Abruzzo dell’Emilia-Romagna e del Lazio;
  • Lo Scopaio è vino rosso toscana IGP dell’azienda Poggio Molina;
  • Il Soffocone di Vincigliata è un Toscano Rosso IGT dell’azienda Bibi Graetzcomposto da sangiovese, canaiolo e colorino.

Tuscany, Italia, Vino, Sole

Qualsiasi sia il nome del vino o del vitigno che vogliamo degustare, dobbiamo sempre ricordarci quali sono gli aspetti culturali, tradizionali e storici del territorio di produzione. Per questo motivo, visitare le cantine e avere l’occasione di assaggiare un vino, passeggiando tra i vigneti e parlare direttamente con il produttore, può suscitare un senso di appartenenza al terroir.


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