Guardia Perticara è famoso per avere origini molto antiche e per la sua architettura che riflette il fascino rilassato che è classico della Basilicata. Appartiene al circuito dei Borghi più belli d’Italia ed ha ottenuto la bandiera arancione dal Touring Club Italiano nel 2011. Si trova in Val d’Agri nella zona centro-orientale della provincia di Potenza, al confine con la provincia di Matera.
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Un po’ di storia
I primi insediamenti abitati sembrano riferibili alla prima età del ferro nel IX-VIII secolo a.C.. Corredi tombali del V secolo a.C. sono stati rinvenuti, invece in località San Vito. Dagli studi dei materiali ritrovati nei vari siti è stato possibile migliorare le conoscenze sugli Enotri, ovvero gli antichi abitanti dell’Italia meridionale. Quando i Saraceni invasero le terre del sud il borgo venne distrutto per rimanere a lungo abbandonato per poi riapparire, nel 1237, nei documenti della diocesi di Tricarico. Nel 1657 la peste causò nel piccolo borgo oltre cinquecento morti. Nel 1857 furono ottantacinque le vittime di un forte terremoto. Nel 1980 il terremoto che colpì l’Irpinia provocandone un cambiamento sociologico e geografico non risparmiò neppure Guardia Perticara. Tuttavia il piccolo borgo ebbe la forza di progettare ed attuare la ricostruzione architettonica del suo abitato restituendo al centro storico la sua immagine medievale.
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Il paese
Guardia Perticara è uno di quei siti che riescono a conquistare i visitatori al primo sguardo. Le strette stradine che si snodano tra le case in pietra, per le quali è conosciuta come il paese delle case di pietra, e gli scorci esclusivi ne fanno una gemma preziosa per la Basilicata. Il nome probabilmente lo deve all’unità di misura, la pertica, usata per identificare la quantità di terreni assegnata ai coloni. Poiché in questo territorio si sono succedute diverse popolazioni, greco-ortodosse, saraceni, svevi, angioini e molti altri, è avvenuto che ognuna lasciasse in eredità propri usi e costumi che ancora oggi sono ben presenti.
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Cosa vedere assolutamente a Guardia Perticara
Se vi capita di trovarvi in questo splendido borgo il mio consiglio è di concedervi innanzitutto del tempo per passeggiare senza meta e senza fretta nel silenzio dei vicoli di un centro storico avvolto dall’atmosfera medievale e caratterizzato da archi, gradinate, portali e balconi fioriti. Potrete incappare nelle ottime opere dei maestri artigiani del posto. In Via Diaz, un tempo Via dei Carbonari, si possono ammirare vari portali, il Rosone di Casa Marra, lo stemma di Palazzo Montano, il bassorilievo di San Nicola sul portale della chiesa dedicata a San Nicolò Magno. Raggiungendo Piazza Europa non bisogna perdere la mensola in pietra di Casa Sassone e l’arco Vico II. Se il fisico lo permette si può poi raggiungere la cima del colle da cui si affaccia Guardia Perticara e ammirare lo splendido panorama sulla Valle del Sauro.
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Leggende locali
Si narra che la Chiesa di S. Antonio sia stata costruita a cavallo tra il XVI e il XVII secolo per volere di Ascanio Castaldi, principe di Brindisi. Al principe era stato rapito il figlio e, al suo ritrovamento volle edificare la chiesa per rendere grazie. A testimonianza di ciò vi è una lapide all’interno del tempio.
La Chiesa di Santa Maria di Sauro fu invece costruita per ricordare l’apparizione ad alcuni contadini della Vergine su un carro trainato da buoi. Nella chiesa è conservata una statua lignea della Madonna con Bambino del XIV secolo che ogni anno il primo maggio viene condotta in processione fino al paese ed è poi riportata al Santuario la seconda domenica di agosto.
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Proprio per le sue caratteristiche architettoniche e per il bel panorama che permette di ammirare Guardia Perticara è stato scelto come set cinematografico nel 1979 per Cristo si è fermato ad Eboli dal regista Francesco Rosi. Nel 2010 Rocco Papaleo decise di girare qui alcune scene di Basilicata coast to coast, il primo film che lo vide anche regista oltre che attore.
Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.