Probabilmente molti di voi hanno già sentito parlare del metodo Kneipp, ma anche chi pensasse di non conoscerlo in realtà lo conosce senza saperlo. Infatti, il principio alla base di questo metodo, ideato dall’abate tedesco Sebastian Kneipp intorno al 1850, è piuttosto semplice: consiste nell’immergersi fino a metà polpaccio in acqua fredda e camminare per almeno qualche minuto.
Certo, si tratta di un’eccessiva semplificazione di quella che è, col tempo, diventata una disciplina olistica utile per migliorare la circolazione, combattere stress, disturbi del sonno e vene varicose, ma spesso le grandi intuizioni nascono da piccole cose, e possiamo sicuramente immaginare che questo sia stato il caso.
La nascita del metodo Kneipp
Nato nel 1821 in Baviera, Sebastian Kneipp era un ragazzo di salute cagionevole con una forte vocazione religiosa. Mentre stava studiando teologia per divenire prete, all’età di 28 anni, si ammalò di tubercolosi e iniziò un ciclo infinito di visite presso i vari medici per tentare di trovare una cura al suo male, invano.
Durante questo periodo di tempo, si imbatté in un libro in cui il contenuto si rivelò decisivo, per la sua guarigione e per la sua opera futura: “Lezione sulla forza guaritrice dell’acqua fresca” di Joahnn Sigmund Hahn. Fu un’illuminazione: lo lesse con estrema attenzione e ben presto decise di applicare i principi benefici dell’idroterapia che vi aveva studiato.
Ogni giorno si tuffava nel gelido Danubio e tornava a casa correndo, alternando in questo modo il freddo dell’acqua del fiume, il massaggio ai piedi dei sassi e il caldo derivatogli dalla corsa e dal movimento. Dopo 6 mesi di questo trattamento non solo lui ma anche un suo compagno di corso, altrettanto malato, guarirono e si ristabilirono completamente dalle loro malattie.
Il successo di questa applicazione un po’ improvvisata degli effetti positivi dell’acqua portarono Kneipp a studiarne più a fondo i principi, fino a ideare quel metodo o percorso Kneipp che ancora oggi porta il suo nome.
La summa delle sue conoscenze in materia è raccolta nel suo libro, pubblicato nel 1886, “La mia cura idroterapica”. Il successo della sua cura portò sempre più gente ad accorrere a Wörishofen, dove Sebastian era diventato padre confessore di un convento di suore domenicane e dove risiedeva quando non era in giro per conferenze.
Nella cittadina sorsero una serie sempre più numerosa di edifici termali. Ancora attualmente in Germania esistono più di 660 circoli Kneipp con circa 160.000 membri, i suoi libri hanno raggiunto tirature di milioni di copie e luoghi di cura ispirati al suo metodo sono presenti in tutto il mondo, nonostante non siano mancate critiche al suo approccio – fino ad accuse di ciarlataneria.
In Italia, l’Associazione Kneipp ha sede a Bolzano, in Alto Adige, e si occupa di divulgare la filosofia di Sebastian Kneipp anche in lingua italiana.
In cosa consiste il metodo Kneipp
Pur se spesso viene ricordato esclusivamente per l’alternanza caldo-freddo in acqua, il metodo Kneipp è più complesso e articolato di così, presupponendo uno stile di vita atto a “promuovere, ristabilire e mantenere la salute dell’individuo”.
Anche se la convinzione di Kneipp, che alla base di tutti i disturbi e malattie ci fossero problemi con il sistema circolatorio può non essere condivisa o ritenersi sorpassata, molti dei principi da lui auspicati fanno parte di ciò che unanimemente vengono ritenute corrette abitudini di vita.
Tra le tante, una buona alimentazione, del movimento quotidiano, un’attitudine positiva, la limitazione di stress e eccessi, un’attenzione alla respirazione e alla giusta aerazione degli ambienti, … Insomma, una serie di regole ampiamente riconosciute come valide e che costituiscono la base necessaria per il buon funzionamento del metodo.
I cinque principi (o colonne) della salute secondo Kneipp sono:
- l’idroterapia;
- le erbe officinali (fitoterapia);
- l’alimentazione (terapia nutrizionale);
- l’esercizio fisico (terapia del movimento);
- l’ordine generale di vita (psicoigiene).
Svariate, invece, sono le tecniche di cura legate all’acqua, oltre a quella già ricordata del percorso a piedi immersi fino al polpaccio su un terreno di sassi.
Ad esempio, Sebastian Kneipp consigliava di:
- camminare sull’erba bagnata da uno a tre quarti d’ora al giorno, senza asciugare alla fine i piedi ma di riscaldarli con calze e scarpe e un’ulteriore camminata;
- camminare sulla neve fresca per 3-4 minuti senza fermarsi (avendo il corpo ben riscaldato e piedi non sudati);
- immergere le braccia oppure il viso in una vasca di acqua fredda;
- fare delle docce di acqua fredda partendo dal basso verso l’alto del corpo.
Nonostante possano parere tutte attività per cui non sia necessario la supervisione di esperti, è raccomandato, almeno per le prime volte, di eseguirle in un centro specializzato. Tra l’altro spesso questi stessi centri propongono percorsi immersi nella natura, come ad esempio quello del parco termale di Villabassa in Alto Adige.
Nei centri benessere, inoltre, sono disponibili anche trattamenti alternativi e/o complementari, come bagni a temperatura crescente, decrescente, neutra (tra i 36,7° e i 37,2°); bagni completi e parziali (il semicupio, il bagno da seduti, i pediluvi, i bagni delle braccia); bagni di sudore (russo, turco, bagno in cabina); getti, frizioni, fasciature. Un’ulteriore variante prevede lo stare in ammollo per 20 minuti in acqua calda miscelata con il sale, seguita da una doccia fredda di acqua dolce e infine un riposo di altri 20 minuti.
I vantaggi dell’idroterapia
Ormai riconosciuto dalla medicina tradizionale e utilizzato come terapie ausiliari, il metodo Kneipp e l’idroterapia si sono rilevati molto efficaci per coloro che hanno bisogno di relax, di dormire bene, di riattivare la circolazione sanguigna, contrastare la ritenzione idrica e prevenire la formazione di vene varicose. Inoltre è indicato per chi soffre di emicrania o per rinforzare le difese immunitarie.
Gli stimoli caldi e freddi dell’acqua, in particolare, tonificano i vasi sanguigni e regolano l’attività degli organi interni, mentre i bagni e le docce hanno un effetto corroborante, ideale per combattere spossatezza e affaticamento.
Sono stati notati anche effetti benefici contro emicranie, allergie, problemi digestivi e di pressione – e grazie alla riattivazione della circolazione, il metodo Kneipp aiuta a ridurre gonfiore e la famigerata cellulite!
Insomma, un vero e proprio toccasana, da provare al più presto in una SPA o – se siete fanatici del fai-da-te e possedete catini sufficientemente grandi – anche a casa propria, perché no? Ricordandovi sempre la sua massima:
“l’inerzia indebolisce, l’esercizio rafforza, il sovraffaticamento nuoce”.
E l’acqua è vita.
Scrivo da sempre. Da quando ancora non sapevo farlo, e scrivevo segni magici sulle tende di mia nonna, che non sembrava particolarmente apprezzare. Da quando mio nonno mi faceva sedere con lui sul lettone, per insegnarmi a decifrare quei segni magici, e intanto recitava le parole scritte da altri, e a me sembravano suoni incantati, misteriosi custodi di segreti affascinanti e impenetrabili, che forse, un giorno lontano, sarei riuscita a comprendere e che, per il momento, mi limitavo ad assaporare sognante. Sogno ancora, tantissimo, e nel frattempo scrivo. Più che posso, ogni volta che posso, su ogni cosa mi appassioni, mi incuriosisca o, più semplicemente, mi venga incontro, magari suggerita da altri.
Scrivo per Hermes Magazine e per altri siti, su vari argomenti, genericamente raggruppabili sotto il termine di “cultura“. Scrivo anche racconti, favole, un blog che piano piano prende forma, un libro che l’ha presa da un po’ e mi è servito a continuare a ridere anche quando tutti intorno a me sembravano impazzire (lo trovate ancora su Amazon, mai fosse vogliate darmi una mano a non smettere di sognare).
Scrivo perché vorrei vivere facendolo ma scriverò sempre perché non riesco a vivere senza farlo.
Scrivo perché, come da bambina, sono affascinata dal potere di questi segni magici che si trasformano in immagini, in pensieri, in storie. E, come da bambina, sogno di possedere quella magia che permette loro di prendere vita dentro la testa e nell’immaginazione di chi li legge.