Fonte immagine in evidenza: Onda Musicale
Non sempre chi riteniamo un idolo è del tutto una bella persona. Succede spesso infatti che personalità leggendarie come in questo caso Bob Dylan si trovino invischiati in scandali che fanno il giro del mondo.
L’accusa
I disgustosi fatti risalgono al 1965: secondo le accuse di una donna, il leggendario cantautore oltre che premio Nobel per la Letteratura nel 2016 avrebbe abusato di lei, che all’epoca aveva solo 12 anni, all’Hotel Chelsea di Manhattan. Citato in giudizio in un tribunale della grande mela, il suo portavoce sostiene che le accuse siano del tutto false, e ha affermato che Dylan «sarà difeso con forza» dai tutta la sua schiera di avvocati.
La notizia e i possibili sospetti di infondatezza
Le piu grandi testate giornalistiche affermano che la denuncia presentata verso il cantautore il giorno prima della scadenza di una finestra di un anno – aperta dal Child Victims Act nello stato di New York – che consentiva a persone ormai adulte di citare in giudizio i responsabili di presunti abusi sessuali che hanno subito quando erano minori, indipendentemente da quando fossero avvenuti i fatti.
Una cosa molto bella, che però potrebbe portare non si sa quante persone a denunciare a raffica, solo per il fatto di ricevere un compenso in denaro. Oppure, potrebbe essere un modo per prendersi una rivincita, su quanto vissuto in passato.
Tornando al fatto, nello specifico secondo l’accusa, l’ormai ottantenne Bob Dylan, per un periodo di circa sei settimane tra aprile e il maggio del 1965, «ha stretto amicizia e ha stabilito una connessione emotiva e affettuosa» con la ragazzina convincendola a lasciarsi approcciare sessualmente. Robert Zimmerman (questo è il vero nome del cantautore), «ha sfruttato il suo status di musicista per fornire» alla ragazza «alcol e droghe e abusarne sessualmente più volte», scrivono i giornali a riguardo.
L’hotel di Manhattan dove pare si siano svolti i fatti sembra essere uno di quei posti di nicchia, dove però molte star da Janis Joplin a Jimi Hendrix hanno consumato droga e sesso senza fare molti complimenti, quindi sicuramente in quel luogo barbarie come questa ne sono capitate.
Quello che stupisce e che fa anche un po’ male è che una storia come quella di Dylan, macchiata da una scandalo del genere non è più la stessa storia che conosciamo. Qello che fa più male, e che è molto piu grave, sono le conseguenze all’ombra di questa ragazzina. Nel beneficio del dubbio, spero, da persona che tutto questo non sia vero, per entrambi, perché la vita fa male, ma un conto è se sei Bob Dylan, un conto è se sei una ragazzina di dodici anni con alle spalle un trauma del genere.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.