Il ritorno dei cd sul mercato musicale

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Secondo i dati FIMI, il mercato discografico italiano è cresciuto del 34%, e sempre in questi mesi si parlato del ritorno del cd nelle nostre collezioni musicali casalinghe

Tra vinili e cd tornano gli anni 90!

Su tutti comanda lo streaming in abbonamento (Spotify, Tidal, Apple Music etc.) che da solo è cresciuto del 41%. Il vinile ormai spopola con un incremento del 189%, è il supporto fisico di punta per la musica in Italia e lo abbiamo glorificato  anche noi di Hermes!

Il “glitch” del cd, che ha rivoluzionato l’elettronica

La vera novella, del mondo musicale è il ritorno del cd, che ha avuto un incremento del 52%. Proprio lui, il cugino futurista e piu piccolo del vinile, diventato negli ultimi anni un po’ come lo sfigato  di famiglia, quello che sarebbe dovuto durare tutta la vita e invece se si graffiava iniziava a fare dei glitch che hanno pure generato nuovi generi di musica elettronica. Ecco, proprio lui è tornato! È tornato da noi, dopo che il mercato digitale si è impossessato delle nostre orecchie con le cuffiette dell’mp3.

Venticinque mila lire per un pugno… di musica?

Il quarantuno per cento delle vendite! Un dato davvero sconcertante per il supporto inventato da Philips e Sony nel 1980 e commercializzato successivamente 1982 (era un album di Billy Joel, 52nd Street, che in Giappone veniva venduto insieme al lettore), creato per ovviare all’usura del vinile o della musicassetta, entrambi supporti fisici che possono deteriorarsi con i molti ascolti. E pure per i più furbetti che chiedevano 25 mila lire alla mamma per comprare il cd quando in realtà quel compact disc lo rubavano e si tenevano i venticinque mila lire da spendere nel fumo!

Dal lettore cd agli mp3

cd

Il lettore cd

Però lo sappiamo, il Compact Disc, o Il primo supporto digitale grazie a cui potevamo ascoltare la musica in modo quasi perfetto nell’impianto stereo di ultima generazione,  ci teneva via tutto il posto sull’autobus, mentre si viaggiava verso le scuole superiori. Il supporto che ha decretato la fine ingloriosa di dischi e cassette negli anni Novanta e Duemila, che poteva costare quasi 40mila delle vecchie lire e che da solo teneva su tutto il mercato discografico mondiale, alla fine degli anni ’10 era visto come un sottobicchiere, perché da allora l’mp3 e la musica da cellulare, cominciava a spadroneggiare qua e là.

Con lo streaming che impera, i computer e gli impianti stereo delle auto nuove che non hanno più il lettore cd, la rinnovata passione un po’ hipster per il giradischi e quella ancora più di nicchia per il mangianastri, il cd in vent’anni da imperatore assoluto della discografia, campeggiante  nelle mensole delle camere di ogni adolescente che si rispetti, e negli stand di design di ogni adulto malinconico, si è ritrovato ad essere il cugino scemo, quello che nessuno vuole più, che trovavi ai mercatini a pochi euro o nei cestoni degli autogrill, mentre il vinile otteneva la sua spietata vendetta.

E invece…. La pandemia cambia anche il modo di vedere, o a questo punto di ascoltare musica, e capendo che va bene la collezione di vinili, ma non si può riempire la casa il formato piu compatto, e piu “glitch” fa la differenza.

Fino a poco tempo fa avremmo potuto domandarci se fosse ancora il caso di stampare i cd, ma l’incremento delle vendite del formato fisico (37,5% in più dello stesso periodo del 2020) fa di nuovo ben sperare per il compact disc: dopo due decenni di caduta libera è di nuovo sulla cresta dell’onda.


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