Mia Martini: storia di un talento

Fonte foto: ilsussidiario.net

E’ il 12 maggio del 1995, Mia Martini non canterà più; la sua voce si è spenta, i suoi occhi non si offriranno più al mondo, adesso esiste nei ricordi di chi l’ha amata, danza leggera sulle note della sua musica, eco della sua immortalità. Mimì si è spenta a 47 anni, a farle compagnia la solitudine.

Questa storia ve la racconto al contrario, partendo dalla fine, ve la racconto senza parlarvi dell’infanzia, della crescita e del gossip, ma ve la racconterò attraverso la passione di una donna per la musica, attraverso la sua sofferenza, attraverso le note della sua musica.

Quella di Mimì è una voce bellissima, potente, ha una forza tale che, ascoltandola, il cuore si riempie di emozioni, nota dopo nota, c’è un graffio nella sua voce, qualcosa che la rende unica, riconoscibile.

La cantante la musica l’aveva dentro, né la gelosia di Ivano Fossati, suo compagno per quasi dieci anni, né il desiderio di una vita più ritirata, o l’operazione alle corde vocali l’hanno tenuta lontana, la musica ritorna sempre quando ce l’hai dentro, nel cuore, nell’animo, nel sangue, come Mimì. Mimì inanella successi, “Piccolo uomo”, “Minuetto”, “Donna sola”, “Inno”, è brava, piace, è bella, ha talento, vince premi, fra cui il disco d’oro

Su di lei mette gli occhi un noto impresario. “Tutto è cominciato nel 1970”, racconta la cantante in un’intervista “cominciavo ad avere i miei primi successi. Un impresario mi propose un’esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita e quell’impresario ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di ‘porta jella’”

E questo poco alla volta segna l’inizio della fine. So che dovrei essere una voce narrante super partes, ma la rabbia davanti a tanta cattiveria e ignoranza non riesco ad ingoiarla. Per quanto non faccia di tutta l’erba un fascio, la gente mastica cattiveria e te la vomita addosso malamente, e l’appellativo di “porta jella” le sarà stato appiccicato addosso per vendetta, ma tanti, troppi le hanno dato credito, tanti troppi l’hanno allontanata, dicendole, a volte, chiaro in faccia quale fosse il problema

E questa voce narrante, non ve lo sa nascondere il disgusto, la rabbia, dal basso dei suo dieci anni non poteva comprendere, ma trentasei anni capisci e non ti spieghi per quale motivo si sia dato credito ad una diceria del genere, palesemente falsa, palesemente irreale, esistono le coincidenze, le profezie che si autoavverano, dovute ad un condizionamento inconscio che operiamo su noi stessi, ma la fortuna e la sfortuna no.

Siamo noi artefici del nostro destino. Abbiamo smesso di dare la caccia alle streghe secoli fa, eppure non abbiamo mai smesso di sentire la necessità di avere un nemico da combattere, chissà perché, poi, combattiamo sempre persone nei modi più meschini, invece di combattere le meschinità.

Mia Martini a causa di queste dicerie si è vista sbattere le porte in faccia, si è sentita umiliata, ha dovuto ingoiare rabbia, ha visto la sua carriera bloccarsi, per anni non ha potuto esibirsi, regalare al mondo il suo talento.

Gli anni ’90 saranno quelli della ripresa e, finalmente, Mimì torna a regalare emozioni e inanellare successi, “La nevicata del ’56”, “Un altro Atlantico”, “Gli uomini non cambiano

E poi si spegne, cala il sipario sulla sua vita costellata di successi, ma difficile.

Il 15 maggio nella chiesa di San Giuseppe presso viale Stelvio a Busto Arsizio si svolgono i funerali di Mimì, sulla bara una maglietta del Napoli, la sua squadra del cuore, alle 16,30, ora della funzione, tutte le radio trasmetteranno delle sue canzoni, in omaggio ad una delle più grandi interpreti italiane

E qui la voce narrante, dovrebbe ancora tacere e limitarsi ai fatti, ma non finirò mai di sorprendermi difronte al modo in cui la morte cambia tutto, anche le opinioni delle persone, sei muori comunque sei una brava persona. E fra chi ha sempre manifestato affetto sincero per lei, c’è chi con ipocrisia mal celata, improvvisatemene, le dona tutto il calore umano e l’ammirazione che non hanno avuto prima.

Mimì si è spenta, il suo corpo non c’è più, ma la sua anima continua a danzare sulle note della sua musica e su essa sta l’eco della sua immortalità.