“Piccolo uomo” – Il successo di Mia Martini

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Il testo di questo brano del 1972, è stato scritto da Bruno Lauzi e da Michelangelo La Bionda, la musica da Dario Baldan Bembo e da Leonardo Ricchi; lo stesso Baldan Bembo era restio a concederlo a una giovane quasi esordiente qual era Mimi, avrebbe preferito affidarlo a un gruppo già conosciuto al pubblico, come i Camaleonti. A tal proposito Giovanni Sanjust, il produttore, ricordò l’accesa discussione che ebbe con Baldan Bembo che sosteneva:”Può cantare come la Fitzgerald, ma è poco conosciuta e rischia di bruciare un pezzo che funziona.

Alla fine la spuntai io”, continuò a ricordare il produttore “Ma ricordo che Dario rimase così contrariato dalla mia decisione che mi ‘stirò’ persino il nastro del provino, pur di renderlo inutilizzabile. La sua vendetta non finì li, perché – dovendo allestire la base per un nuovo provino – si rifiutò di suonare l’organo Hammond, costringendoci a chiamare un turnista di sala.”

Il risultato finale convinse tutti, Dario Baldan Bembo si dovette ricredere e da quel momento divenne l’autore di riferimento per Mimì.

 

Il successo meritato

Mia Martini presentò la canzone al Pop, Beat, Western Express di Londra, prima di esibirsi nelle più importanti manifestazioni musicali. Vinse il Festivalbar di quell’anno, dopo essere stata esclusa inspiegabilmente alle selezioni di Un disco per l’estate; il successo fu favorito anche grazie alla coppia Arbore – Boncompagni, che nella loro trasmissione, Alto gradimento, passavano quella canzone molto spesso.

Mimì, con Piccolo uomo, vinse il Disco d’Oro, oltre a rimanere nelle classifiche di vendita, per cinque mesi, senza mai raggiungere il primo posto. Fu esportata anche nel mercato spagnolo, dove il titolo rimase invariato, in quello francese (Tout petit homme) e in quello tedesco (Auf der welt).

Il testo

Due mani fredde nelle tue

Bianche colombe dell’addio

Che giorno triste questo mio

Se oggi tu ti liberi di me

Di me che sono tanto fragile

E senza te mi perderò

 

L’uomo di cui si parla nella canzone è intenzionato ad abbandonare una donna fragile; per lei è un giorno triste, non solo perché si sta consumando un addio, ma anche per il timore che lei non sopporterebbe la sua assenza.

 

Piccolo uomo, non mandarmi via

Io piccola donna morirei

È l’ultima occasione per vivere

Vedrai che non la perderò, e no

È l’ultima occasione per vivere

Avrò sbagliato, sì, lo so

Ma insieme a te ci riuscirò

Lei lo implora di non abbandonarla, di “non mandarla via”, riconosce di aver sbagliato, per questo gli chiede di darle un’ultima opportunità “per vivere”, già, per vivere, perché senza di lui si sentirebbe morire e invece insieme a lui riuscirebbe a ripartire da quell’errore commesso.

Perciò ti dico

Piccolo uomo, non mandarmi via

Io piccola donna sola, morirei

Aria di pioggia su di noi

E tu non mi parli più, cos’hai?

E certo se fossi al posto tuo

Io so già che cosa ti direi

Da sola mi farei un rimprovero

E dopo mi perdonerei

Lei è spaventata dai silenzi del piccolo uomo, capisce che sono a un passo dall’addio e allora tenta l’ultima disperata soluzione: al suo posto si rimproverebbe e poi si perdonerebbe; da lì il nuovo punto di partenza per ricominciare la relazione.

In conclusione

Quella scritta dalla coppia Lauzi – La Bionda è una poesia di alto livello; livello ulteriormente aumentato dalla trascinante interpretazione di Mia Martini, che con questa canzone ha avuto modo di sbocciare e di rivelarsi come una delle più grandi interpreti della canzone italiana.

Te ne sei andata via troppo presto, Mimì. Manchi tanto.