Ore 20:30. Il countdown segna lo 0. Inizia Sanremo. Metà Italia è sul divano, sintonizzata su Rai1 dopo aver sincronizzato con estrema precisione cena e litri di caffè. L’altra metà finge di non esserci, o passa la serata a indispettire chissà chi, scrivendo con fierezza che no, loro non guarderanno Sanremo e il festival non li avrà mai. Sia chiaro: nessun premio per nessuna delle due fazioni. Ma obiettivamente una si diverte, l’altra gioca a fare la snob senza alcuno scopo plausibile.
Che la serata abbia inizio
Amadeus entra accompagnato da Morandi, insieme terminano sul palco la maratona che, ahinoi, abbiamo appena cominciato. Ed è così che si palesa la certezza che il 78enne Gianni ci batterà al traguardo con facilità.
Metà minuto di silenzio per la Turchia e la Siria e 10 di applausi scroscianti per il Sergione Mattarella nazionale, che per la prima volta presenzia al Festival, posizionato in un palchetto disagiato sotto i riflettori e gli occhi di milioni di telespettatori. Saluti e paresi facciali con sorriso di circostanza. Sergio, I feel you.
E dopo l’apertura delle braccia e delle mani di Morandi che lasciano erroneamente presagire un Padre Nostro recitato, intoniamo tutti insieme l’inno d’Italia, sempre guardando Mattarella. Scherzi a parte, un bel momento.
Si parla di Costituzione ed entra Roberto Benigni. Ti chiedi quand’è che si è saltato un Festival e non riesci a darti una risposta. Si arriva alla citazione dell’articolo 21 (Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero) e ci viene voglia di esercitarlo sto diritto. Ti sei già preso mezz’ora Roberto. Prenditi una serata per te e raccontaci tutto come solo tu sai fare, ma stasera no. “Tutte le arti tendono alla musica” dice e si parte con gli artisti in gara.
Sali (Canto dell’anima) – Anna Oxa voto 4
Ritorna all’Ariston con all’attivo 15 partecipazioni in gara e due vittorie (una con Fausto Leali con Ti lascerò e la seconda da sola con Senza pietà). Nessuno l’ha vista se non nella foto copertina del Tv Sorrisi e Canzoni e in una rapidissima intervista in cui afferma di vivere l’esperienza animicamente (?!) Alzi la mano chi è riuscito a captare qualche parola di senso compiuto che non fosse un urlo di isteria (ti pare di sentire anche I limoni signoraaaaa cit). Abbiamo tutti recuperato il testo per verificare che non fosse davvero solo una sequenza di vocali. Ebbene, contro ogni pronostico, le parole c’erano.
Mostro – gIANMARIA voto 7
Vincitore assoluto di Sanremo Giovani, gIANMARIA con la sola iniziale minuscola, 1,93 di altezza e la faccia da bambino l’avevamo già intravisto ad X-Factor 2021, sul secondo gradino del podio. Canzone buona e testo sornione sulla famiglia. Già sai che la ascolterai e proverai il giorno dopo a cantarla con la sua stessa intensità.
Supereroi – Mr Rain voto 5
Alle prime note al pianoforte, i bambini alati di C’è Posta per te approdano sulla costa ligure trasformando l’Ariston in Cinecittà. Manca solo Maria De Filippi e il suo “questa è la storia di un regalo“. Mr Rain porta un testo importante (scritto in collaborazione con Lorenzo Vizzini, che abbiamo intervistato tempo fa). Ha tutta l’aria di un pezzo trito e ritrito. Apprezzabile il tentativo ma a sto punto avrebbe potuto portarci Fiori di Chernobyl senza sforzi ulteriori.
Due vite – Marco Mengoni voto 7
10 anni fa vinceva il festival con L’essenziale. Per qualche strano e misterioso motivo quest’anno abbiamo decretato il vincitore ben prima che scendesse le scale. La sala stampa applaude, i social hanno già assegnato il podio. Troppe aspettative. Attese o meno, probabilmente servirà qualche ascolto in più. Piace comunque l’emozione del Mengoni in pelle.
Mare di guai – Ariete voto 5
Esordisce con “una torre di piatti che aspetta in cucina“. E la mente va alla pigrizia post cena di Calcutta che anche ai tempi non aveva usato lo Svelto. Sulla carta la firma di Dardust e Calcutta sarebbero state una garanzia, ma vuoi qualche imprecisione vocale, vuoi un’interpretazione non pervenuta, non raggiunge la sufficienza.
Alba – Ultimo voto 6
È ancora viva in noi l’immagine di Niccolò in conferenza stampa che contesta l’usurpazione del suo primo posto. Alba è la classica canzone di Ultimo, con il solito crescendo. Canta e si accompagna ad una gestualità tamarra quasi quanto il suo smanicato. Anche stavolta pensa di attirarsi e meritarsi standing ovation e podio. Al suo “buonasera” ci chiediamo: è lui o l’imitazione fatta da Francesco Cicchella?
L’addio – Coma Cose voto 8
Il testo vale tutto. Un racconto sincero di una parentesi di vita ampiamente chiusa per i due. Diretti ed essenziali, anche quando sono coreografati. Si parlerà tanto della loro interpretazione, forse più che della canzone.
Due – Elodie voto 7 e mezzo
Ritmo serrato e testo denso “Stavo attraversando un periodo difficile” e l’ha condiviso con Federica Abbate con cui ha scritto il pezzo. Niente di pazzesco, niente di nuovo eh sia chiaro. Ma lei è sempre precisa e ipnotica. Anche con un pennuto nero addosso. (sì, stiamo tutti pensando a Marracash, lacrime sue o di Elodie?)
Terzo cuore – Leo Gassman voto 6 e mezzo
Ah ma Riccardo Zanotti si è fatto la tint…Ah no. È Leo Gassman. Lui gasatissimo perchè sa che il pezzo è forte e radiofonico. A breve diventa un componente dei Pinguini Tattici Nucleari. Gli converrebbe per smuovere la sua carriera.
Lettera 22 – I Cugini di Campagna voto 4
La Rappresentante di Lista ha deciso di regalare loro un pezzo con cui aggiungere un’ennesima lettera all’alfabeto, la 22esima appunto. Ci aspettavamo la nuova “Ciao Ciao”, meme a profusione e balletti e invece niente di tutto ciò. Questa lettera vintage e questi preziosissimi minuti notturni potevamo risparmiarceli, *inserisci bestemmia random a là Silvano*
Quando ti manca il fiato – Gianluca Grignani voto 5 e mezzo
Il fiato effettivamente manca a tutti per l’ansia non appena scende le scalinate. Siamo in apprensione come per quel vecchio amico che ne ha passate tante ma che stavolta dice di essersi ripreso. “Vai Bro” lo incoraggia Gianni. E vabbè, il risultato è quello che è. Peccato perchè la canzone ha del potenziale, a quanto pare eccessivamente espresso.
Polvere – Olly voto 4
Un giovine di 21 anni che salta fuori da TikTok. Ma proviamo a lasciare da parte eventuali pregiudizi connessi al social. Parte l’autotune e non ce la fai. Ce la metti tutta, ma no. Ti viene da suggerirgli la strada verso Amici, ma ormai è tardi.
Non mi va – Colla Zio voto 5
Come ogni edizione del Festival, non può mancare la componente burlona. Colorati, con coretti da boyband. Poteva andare peggio, bro.
Duemilaminuti – Mara Sattei voto 5
Damiano dei Måneskin tra gli autori, insieme a Davide Mattei, Thasup, fratello. Vocalità pervenuta, pezzo non proprio. Eppure ci aspettavamo grandi cose.
Gli ospiti
I Pooh ci ricordano che si può essere amici per sempre, “in corsivo” già in tempi non sospetti. Dopo tre canzoni ti chiedi: Riccardo Fogli ha disertato? O è squalificato per bestemmia? Ci rassicura con un’entrata decisa su Piccola Ketty ed è così che ti unisci inconsapevolmente alle boomer impazzite che si dichiarano ancora groupies dei Pooh in questo medley fatto di tinte, rughe e fondotinta. Emozionante l’ologramma di Stefano D’Orazio.
Blanco ha letteralmente rianimato la serata. Il ragazzino, indispettito da un problema tecnico, decide di sfasciare allegramente l’allestimento di un centinaio di rose. Amadeus, incredulo davanti a quello spettacolo indegno, prova in pubblico a non rimproverare il ragazzo e a calmare i fischi della platea. Gianni dà una pulita al palco con una scopa, mentre Blanco rimane lì a ridere e a proseguire la sua insulsa causa da teppistello, “perchè non sentiva la voce in cuffia”. Bei tempi quelli di Brian molko e i Placebo che sfasciavano davvero cose con rabbia. Forza Blanchito, ora raccogli i tuoi giochi e vai in camera, in punizione.
Arena Suzuky
Piero Pelù ci fa rimpiangere gli anni passati. Gigante ti fa alzare dal divano e cantare in corsivo come la prima volta. E anche quest’anno, come nel 2020, una borsetta è stata presa e fatta volteggiare. Il cerchio si chiude e siamo soddisfatti.
Il monologo della Ferragni
In conferenza stampa i giornalisti più maliziosi le avevano chiesto quale fosse l’articolo preferito della Costituzione. Nella difficoltà del momento si era aggregata ad una furbissima risposta di Amadeus con uno spiazzante “Idem”. Al “Si è fatta aiutare da qualcuno per la stesura del discorso?” fiera aveva risposto “No, ho fatto tutto da sola“. A posteriori, ora verrebbe da dirle che sì, si vedeva.
Il mezzuccio della lettera a se stessa bambina sembra riportare la tv su Instagram, ad un post di fine anno, quelli in cui ripercorri tutti i tuoi successi, ti applaudi perchè non ti sei abbattuta di fronte alle difficoltà della vita da donna e mamma. I messaggi sono tutti belli e giusti, per carità, al punto che a tratti ti immedesimi, a tratti però ti viene voglia di abbracciarla la Ferragni, così ingenua e così ragazzina di liceo che legge il suo temino scolastico. Quanta retorica, quanta banalità. Siamo sicuri che se avesse chiesto una mano a scrivere pensieri più articolati, i messaggi sarebbero arrivati in modo migliore. Ma “sentiti libera” di non farlo sabato.
La classifica della sala stampa
1. Marco Mengoni – “Due vite”
2. Elodie – “Due”
3. Coma Cose – “L’addio”
4. Ultimo – “Alba”
5. Leo Gassmann – “Terzo cuore”
6. Mara Sattei – “Duemilaminuti”
7. Colla Zio – “Non mi va”
8. I Cugini di Campagna – “Lettera 22”
9. Mr Rain – “Superoi”
10. Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato”
11. Ariete – “Mare di guai”
12. Gianmaria – “Mostro”
13. Olly – “Polvere”
14. Anna Oxa – “Sali (Canto dell’anima)”
Tenete d’occhio l’artista Anna Oxa. Magari nel frattempo ha già lasciato l’Italia.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.