Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una lotta impari che affonda le radici nella notte dei tempi e che ancora oggi non vede fine.
Secondo i dati Istat, solo nel 2022, e l’anno non è ancora terminato, 103 sono le donne uccise fino ad oggi per mano di mariti, compagni o ex.
Un dato raccapricciante che non accenna a diminuire pur lottando ogni anno contro crimini di violenza efferata perpetrata contro le donne.
Gli effetti della pandemia
Dati aggravati anche da un altro fenomeno allarmante: lo shadow pandemic o shadow crisis, emergenza ombra legata alla pandemia.
Le donne che hanno vissuto con il loro carnefice durante il lockdown sono rimaste intrappolate nelle catene della violenza, a cui si deve aggiungere la criticità dei minori che hanno respirato aria tossica all’interno delle mura domestiche.
Emergenza nell’emergenza che ogni anno, il 25 novembre, celebriamo, che parola “celebrare”, con l’intento di eliminarla eppure… Eppure nulla cambia, anzi peggiora.
Non siamo in grado di contrastare davvero questo fenomeno, di far chiudere definitivamente i centri contro la violenza, di recuperare il diritto a dire No senza la paura che sia l’ultima parola che hai pronunciato prima della fine.
La violenza si annida tra le mura di casa, nei piccoli paesini come nelle grandi città, tra le persone abbienti e quelle in difficoltà. Non c’è tregua, non c’è speranza che finisca questo stupro alla morale, alla civiltà, all’etica.
Quando parliamo di violenza non escludiamo tutte le forme che la manifestano, dallo stalking, alle molestie sul lavoro, il revenge porn, il cat calling e gli abusi psicologici che le donne subiscono ogni giorno.
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dovremmo riflettere sui restanti 364 per non focalizzare gli eventi, le manifestazioni e la sensibilità al problema solo il 25 novembre.
Di una cosa siamo certe: non dobbiamo mollare!
Gli sforzi che facciamo non sono sufficienti per debellare il fenomeno, è necessario un cambiamento culturale che parte dal primo vagito del bambino, sia che si chiami Luigi o Nina, partendo dall’educazione sentimentale per il rispetto reciproco di libertà e riconoscimento.
Diversità è arricchimento sociale
Consapevolezza e responsabilità collettiva potranno estirpare, sradicare il seme dell’intolleranza e dell’odio.
Combattiamo la paura con la solidarietà e con l’esempio
In tutto questo però ci sono donne di successo come Kim Kardashian che per mettere in salvo la squadra di calcio femminile afgana ha noleggiato un aereo e le ha portate in Inghilterra assieme alle loro famiglie. Lady Gaga che lotta contro il bullismo da sempre anche lei vittima di bodyshaming.
Tutte le volontarie dei centri antiviolenza e le associazioni che aiutano le migliaia di donne a uscire dal tunnel.
E vi lascio con questo pensiero nella speranza di dover un giorno festeggiare la chiusura dei centri anti violenza.
“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!”
William Shakespeare
Giornalista | Imprenditrice | Style Coach
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