Fonte dell'immagine: Archeologia Viva
Assuan, la città più a sud del territorio egiziano, a 950 km da Il Cairo. Conosciuta anche come “Il gioiello del Nilo”, anticamente chiamata Siene, fu fondata dal Faraone Tolomeo tra il 246 e il 222 a.C. e conta oggi oltre trecentomila abitanti.
Lo scavo
Il progetto ha inizio nel 2019 ed è condotto dall’Egyptian-Italian Mission at West Aswan (EIMAWA), missione diretta da Patrizia Piacentini, Professore di Egittologia e Archeologia egiziana all’Università degli Studi di Milano, e da Abdelmoneim Said, Direttore Generale delle Antichità di Assuan e della Nubia (SCA).
Il luogo dello scavo è situato nell’area che circonda il Mausoleo dell’Aga Khan, zona occidentale di Assuan, dove sono presenti oltre 300 tombe risalenti ad un periodo che va dal VI sec. a.C. al IV sec. d.C. Ed è proprio qui, durante la missione svoltasi tra maggio e ottobre 2021, che è avvenuta una straordinaria scoperta.
Ingresso della tomba Fonte dell'immagine: Archeologia Viva
“Come abbiamo annunciato nel 2019 su Archeologia Viva”, racconta Patrizia Piacentini alla prima rivista italiana di divulgazione archeologica, “la scoperta è quella di un’intera necropoli nella zona di Assuan, che testimonia un’intera fase storica dall’Età Tardo-faraonica all’Epoca Tolemaica-Romana (VI sec. a.C. – III sec. d.C) di cui fino ad ora si possedevano dati archeologici relativi quasi solo alle città “dei vivi”, cioè Elefantina e Assuan. Non era cioè stato ancora individuato il luogo in cui, per mille anni, gli abitanti della zona erano stati sepolti“.
Tomba di famiglia
Ciò che è venuto alla luce è una tomba greco-romana scavata nella roccia, una tomba comune che accoglie più di una famiglia e che fu riutilizzata per diverse generazioni. Nascosta da una struttura rettangolare ancora ben conservata, al suo interno erano straordinariamente presenti circa 20 mummie, la maggior parte delle quali ancora ben conservate.
Scesi nel sottosuolo, il sepolcro si apre in una sala sulla quale si affacciano quattro camere funerarie scavate in profondità. Come spiegato da Abdelmoneim Said Mahmoud, l’antica tomba è composta da due parti: un edificio rettangolare contenente un ingresso costruito con blocchi di arenaria, coperti da una volta di mattoni di fango; e da una seconda parte, che dall’entrata conduce ad un cortile rettangolare scavato nella roccia in cui si trovano le quattro camere funerarie.
La tomba, siglata ufficialmente AGH032, era in realtà già stata depredata molti secoli or sono, come dimostrano alcuni tagli ritrovati sul rivestimento delle mummie prodotti con coltelli affilati di antichi tombaroli. Il luogo mostra inoltre misteriose tracce di un incendio, del quale non è tuttavia attualmente possibile conoscerne i dettagli.
E considerata la quantità di reperti rinvenuti, gli esperti credono che l’edificio possa essere stato usato come un recinto sacro dove si offrivano sacrifici al dio Khnum, divinità con la testa di ariete creatrice e protettrice delle inondazioni del Nilo, una divinità venerata in particolar modo ad Assuan.
Dal sito è difatti spuntata un’enorme quantità di ossa di animali, frammenti di ceramica, tavole di offerte e lastre inscritte in geroglifici, le quali ricoprivano la parete Est della struttura, e sarebbe proprio questo a suggerirne un uso votivo.
Si tratta della prima struttura di questo tipo rinvenuta nella necropoli dell’Aga Khan.
Alcuni dei reperti rinvenuti Fonte dell'immagine: Biblioteca e Archivi di Egittologia - Università degli Studi di Milano
Le mummie di Assuan
Con grande emozione, all’interno della tomba erano presenti oltre 20 mummie, alcune delle quali in eccezionale stato di conservazione.
Proprio di fronte all’ingresso, è stato inizialmente scoperto un sarcofago di terracotta contenente la mummia di un bambino e un bellissimo cartonnage, ossia una specie di cartapesta decorata utilizzata all’epoca per ricoprire le mummie, al fine di realizzare sarcofagi o maschere funerarie.
Alcuni dei corpi mummificati erano di persone anziane, come dimostra l’artrosi visibile, mentre altri appartenevano a donne o bambini piccoli, fra i quali un neonato. Vicino al muro orientale della struttura è stato inoltre ritrovato il corpo di un uomo, al cui fianco si è rinvenuta una collana di rame con inciso il suo nome in Greco: “Nikostratos”. È probabile che la mummia sia stata estratta dal suo sarcofago proprio dai saccheggiatori.
Ma sono molti gli oggetti rinvenuti, come tavole per le offerte, pannelli di pietra scritti in caratteri geroglifici e anche una serie di statue in legno raffiguranti Ba, la parte divina riconducibile alla personalità dell’anima di una persona e rappresentato come un uccello con testa umana. Durante il restauro di un cartonnage, racconta la Dott.ssa Piacentini, è stata persino ritrovata una chiara impronta digitale dell’artigiano che lo aveva realizzato, il quale aveva molto probabilmente un dito sporco di colore, lasciando così impressa la sua esistenza per oltre 2000 anni.
“Abbiamo poi trovato resti di vegetali, tra cui datteri, fichi e pinoli, rarissimi in Egitto. All’interno della nuova tomba scoperta, tra le mummie, abbiamo trovato anche un coltello antico, in stato di perfetta conservazione, che fu forse utilizzato da ladri antichi per tagliare le bende di alcune mummie alla ricerca di tesori. La tomba infatti era stata violata da briganti nell’antichità, forse poco dopo l’inumazione dell’ultima mummia“.
Durante la ricognizione archeologica nella zona, nelle vicinanze del Mausoleo dell’Aga Khan, sono stati rinvenuti ulteriori sarcofagi in buono stato di conservazione, alcuni dei quali in argilla e altri in arenaria, databili dal periodo Tardo Faranoico fino all’epoca romana.
Le prime analisi
Alcune delle mummie sono già state sottoposte alla prime analisi, in particolare tramite raggi X. I corpi più anziani hanno mostrato evidenti segni di artrite, mentre dalla mummia di uno dei bambini è apparsa la presenza di una placchetta sul petto.
Il team ha inoltre condotto ulteriori analisi antropologiche e radiologiche sulle 45 mummie ritrovate nel 2019 in una tomba nella stessa area, siglata AGH026. L’obiettivo è quello di stabilirne l’età, il sesso ed eventuali patologie.
Dalle analisi sulla tomba AGH026 si è scoperto come il 30% degli individui fossero bambini, da pochi mesi fino ai circa 10 anni; la maggior parte dei restanti corpi era invece di sesso femminile. Sono inoltre state identificate almeno 3 famiglie, composte da madre, padre e figlio sepolti uno accanto all’altro.
Le analisi delle ossa hanno investe mostrato come alcuni degli individui avessero sofferto di artrite, di malattie infettive e disordini metabolici, mentre da uno dei corpi adulti sono apparsi segni di amputazione, alla quale la persona era sopravvissuta vista l’evidenza di guarigione.
Non ci resta che porgere i nostri complimenti allo straordinario lavoro svolto, in attesa di ulteriori notizie che — ne siamo certi — non smetteranno di emozionarci.
Una delle mummie rinvenute nel 2021 Fonte dell'immagine: Archeologia Viva
Giappone, archeologia, storia antica, videogiochi, horror, astronomia, marketing, scrittura. Sono felice quando gioco a Dragon Quest e quando tocco qualcosa di antico. Ho troppi interessi ed è per questo che amo scrivere: perché mi permette di viverli tutti.
Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない