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L’Università di Udine vince il premio internazionale per l’archeologia


Consegna del premio al team dell'Università di Udine 
Fonte dell'immagine: Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

Celebrazioni rinviate di un anno a causa del lockdown, ma non per questo meno sentite. In occasione della settima edizione dello “International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad”, di cui avevamo precedentemente parlato in questo articolo, si sono tenute anche le premiazioni della sesta edizione. E ad essere decretata vincitrice è stata proprio l’Università di Udine.

Il premio “Khaled al-Asaad”

Lo “International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad” è un premio nato per celebrare le più importanti scoperte archeologiche avvenute nel corso dell’anno precedente, ma anche, e soprattutto, gli archeologi e studiosi. Attualmente, è l’unico riconoscimento mondiale dedicato ad essi.

Il premio è stato ideato nel 2015 dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e dalla rivista Archeo, in collaborazione con testate archeologiche internazionali, in seguito alla tragica scomparsa nello stesso anno dell’archeologo Khaled al-Asaad. Un uomo, e uno studioso, che ha realmente sacrificato la propria vita per la difesa del patrimonio culturale.

Le premiazioni si sono tenute venerdì 26 Novembre 2021 nella cornice dell’antica Paestum, a Salerno, in occasione della XXIII edizione della BMTA. Il ritrovamento delle centinaia di sarcofagi a Saqqara si è guadagnato la settima edizione, che annoverava tra i finalisti anche le ultime scoperte di Pompei. Le ricerche in Kurdistan dell’Università di Udine si sono invece aggiudicate la sesta.

E ora è persino possibile visitare il loro sito di ricerche virtualmente

Le scoperte nel Kurdistan iracheno

La missione archeologica dell’Università di Udine, guidata dal professor Daniele Morandi Bonacossi, è presente nell’antica Mesopotamia settentrionale dal 2012. Alle spalle, il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli.

Un progetto che ha visto protagonista la regione settentrionale di Duhok, nel Kurdistan iracheno, svolto nell’ambito del “Kurdish-Italian Faida Archaeological Project” condotto dall’Università di Udine e dalla Direzione delle Antichità di Duhok. In particolare, le ricerche hanno interessato il sito di Gir-e Gomel, l’antica Gaugamela dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse l’esercito di Dario III, e il sito di Faida, 20 km a sud della città di Duhok.

Ed è proprio in quest’ultimo che il team ha rinvenuto finora dieci imponenti bassorilievi rupestri dell’VIII sec. a.C., raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria. Una scoperta sensazionale, se si pensa che i rilievi rupestri assiri sono monumenti estremamente rari e che gli ultimi rilievi scoperti in Iraq risalgono al 1845.

Un progetto nato anche per fini di salvaguardia dei beni culturali del Kurdistan: il sito, difatti, è tuttora parte di un pericoloso scenario post-bellico, minacciato dal vandalismo, da scavi clandestini e dall’espansione dei villaggio vicini, assieme loro attività produttive che lo hanno già gravemente danneggiato. L’obiettivo è quello di portare alla luce tutti questi preziosissimi reperti, al fine di documentarli con tecnologie innovative, restaurarli e infine creare un parco archeologico di Faida, per aprirlo al turismo iracheno e internazionale.

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Fonte delle immagini: qui.uniud.it

I bassorilievi

I dieci bassorilievi ritraggono il re assiro Sargon (720–705 a.C.), rappresentato ad entrambe le estremità di ciascun pannello, al cospetto delle statue di sette divinità poste sul dorso di alcuni animali sacri. Dalla foto, è possibile notare gli animali avanzare verso destra, nel senso della corrente dell’acqua che anticamente scorreva nel canale.

Il sito di Faida consiste difatti in un lungo canale scavato nella roccia per quasi 9 km, costruito dal sovrano Sargon II (721-705 a.C.) o dal figlio Sennacherib (704-681 a.C.) alla base di una collina. Lungo il canale, il re fece scolpire grandi pannelli, di quasi 5 metri di larghezza e 2 metri di altezza, rappresentanti il sovrano assiro e una serie di divinità..

Le figure divine rappresentano il dio Assur, la divinità principale del pantheon assiro, eretto su un dragone e un leone con corna; la moglie Mullissu, seduta su un trono sorretto da un leone; il dio della luna Sin, anch’egli su un leone con corna; il dio della sapienza Nabu, in groppa ad un dragone; il dio del sole Shamash, sopra un cavallo; il dio della tempesta Adad, su un leone con corna e un toro; e infine Ishtar, la dea dell’amore e della guerra in piedi su un leone.

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Fonte delle immagini: qui.uniud.it

Incredibili scoperte a cui si è aggiunta, solo pochi giorni fa, la notizia dell’ulteriore ritrovamento di 14 vasche per la spremitura dell’uva e per la produzione industriale di vino, scavate direttamente nella roccia calcarea, e di un enorme acquedotto collegato al canale, fatto costruire dal sovrano assiro Sennacherib.

Da oltre 25 anni il nostro ateneo opera nel Vicino Oriente, prima in Siria e ora nel Kurdistan iracheno, con un gruppo di lavoro di archeologi, studenti e specialisti di varie discipline guidato dal prof. Morandi Bonacossi“, commenta il rettore Roberto Pinton. “Gli importanti riconoscimenti ricevuti sono frutto del pieno e convinto sostegno dell’intero Dipartimento, dell’Università, di tutti i rettori che si sono succeduti e, aspetto assolutamente non irrilevante, di un intero sistema regionale e nazionale. Il premio per l’eccezionale scoperta dei rilievi assiri di Faida e l’importante finanziamento ricevuto da parte di ALIPH per garantire protezione e conservazione di questo patrimonio culturale dell’umanità sono per l’Università di Udine motivo di grande orgoglio e soddisfazione“.

Le altre quattro scoperte archeologiche del 2019, candidate al premio assieme all’Università di Udine, erano: la città perduta di Mahendraparvata, capitale dell’impero Khmer, nella foresta sulle colline di Phnom Kulen (Cambogia); la metropoli neolitica di 9.000 anni fa ritrovata a Motza (Israele), 5 km a nord-ovest di Gerusalemme; la Sala della Sfinge rinvenuta nella Domus Area di Nerone, a Roma; la statua etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C., ritrovata nell’antica città di Vulci, vicino a Viterbo.

Fonti:

  • https://dium.uniud.it/it/notizie-ed-eventi/notizie/2019/12/10/la-scoperta-dei-rilievi-assiri-di-faida-rassegna-stampa/
  • https://qui.uniud.it/notizieEventi/ricerca-e-innovazione/la-scoperta-dei-rilievi-rupestri-di-faida-insignita-del-premio-mondiale-per-larcheologia-intitolato-a-khaled-al-asaad
  • https://qui.uniud.it/notizieEventi/ricerca-e-innovazione/ateneo-e-archeocrowd-srl-per-il-kurdistan-iracheno-ricerca-archeologica-e-diplomazia-culturale
  • http://www.terradininive.com/il-complesso-archeologico-di-faida/