Anche l’Italia tra i 5 finalisti dell’International Archaeological Discovery Award

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Un premio per celebrare le più importanti scoperte archeologiche avvenute nel corso di un anno. Ma anche, e soprattutto, un premio per celebrare i migliori archeologi, gli studiosi che davvero riservano la loro vita e carriera alla custodia del nostro passato. Questo il motivo per cui è stata voluta una premiazione internazionale dedicata all’archeologia e questo il motivo per il quale è stata dedicata al grande archeologo Khaled al-Asaad, un uomo che ha purtroppo realmente sacrificato la propria vita per la difesa del patrimonio culturale.

Nato nel 1932 nell’antichissima Palmira, in Siria, Khaled ricoprì per oltre quarant’anni il ruolo di direttore del museo e del sito archeologico della città, divenendone il principale custode e restauratore. Quando, nel 2015, Palmira cadde sotto il controllo della Stato Islamico, Khaled venne rapito dai militanti, allo scopo di fargli rivelare dove si trovavano le antichità di più valore: segreto che Khaled non confessò mai. Dopo giorni di torture, il 18 Agosto 2015 Khaled al-Asaad venne pubblicamente decapitato nella piazza di fronte al museo della città nuova di Palmira e il suo corpo in seguito esposto al pubblico.
Per il suo enorme contributo all’archeologia e al patrimonio inestimabile che rappresenta la storia antica, nell’Ottobre 2015 lo stato siriano lo ha insignito dell’Ordine al Merito Civile. In Italia, invece, i riqualificati Arsenali della Repubblica di Pisa sono stati intitolati nel 2015 a suo nome.

L'archeologo Khaled al-Asaad

È con queste premesse, dunque, che è nato nel 2015 il premio italiano International Archaeological Discovery Award, figlio della volontà della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e della rivista Archeo, in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner, ossia Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito) e Dossiers d’Archéologie (Francia). Alla direzione, Ugo Picarelli, Direttore della BMTA, e Andreas Steiner, Direttore di Archeo.

Il premio, oggi alla sua settima edizione, è attualmente l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi e vuole essere non solo una celebrazione delle ricerche costantemente in atto nel mondo, ma anche un motivo di dialogo interculturale perché, come sottoscrive la Dirigenza, “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”.

Le scoperte ad essere premiate saranno i principali ritrovamenti avvenuti nel corso del 2020 e le finaliste sono state selezionate direttamente dai Direttori di ciascuna testata. Il premio sarà consegnato venerdì 26 Novembre 2021 nella meravigliosa cornice dell’antica Paestum, a Salerno, in occasione della XXIII edizione della BMTA. Verrà inoltre assegnato uno Special Award alla scoperta che, dal 2 Luglio al 30 Settembre 2021, avrà ricevuto il maggior numero di preferenze da parte degli utenti nella pagina Facebook della Borsa.

Ma quali sono le 5 finaliste? Vediamole di seguito.

1. Saqqara (Egitto), il ritrovamento di centinaia di sarcofagi

Trenta chilometri a sud de Il Cairo. A Settembre 2020, gli archeologi rintracciano 27 sarcofagi intatti, sepolti da più di 2.500 anni e mai aperti. Ad Ottobre, vengono ritrovati 3 pozzi funerari di 10, 11 e 12 metri di profondità, contenenti più di 59 sarcofagi di 2.600 anni fa e risalenti alla XXVI dinastia. A Novembre, un team di archeologi guidato dal celebre Zahi Hawass rinviene 50 sarcofagi di legno in un tempio funerario dedicato alla regina Naert, in 52 pozzi sepolcrali, profondi tra i 10 e 12 metri. Pochi giorni dopo, vicino alla piramide di Djoser, ne trovano altri 100.

Fonte foto: borsaturismoarcheologico.it

2. Germania, la verità sul Disco di Nebra

1999. All’interno di una cavità in pietra a 252 metri di quota, nella foresta dello Ziegelroda sul monte Mittelberg, vicino Nebra e a 180 km a sud-ovest di Berlino, alcuni saccheggiatori di tombe trovano un disco in bronzo del diametro di 32 cm e dal peso di 2 kg con applicazioni in lamina d’oro, possibili raffigurazioni del Sole, della Luna e delle stelle. Dopo oltre 20 anni, gli esperti sono finalmente stati in grado di datarlo con certezza: risale all’Età del Bronzo (ca 3400-600 a.C.) ed è la più antica rappresentazione del cielo conosciuta ad oggi.

Fonte foto: borsaturismoarcheologico.it

3. Isola di Suwalesi (Indonesia), le pitture rupestri più antiche del mondo

All’interno della grotta calcarea di Leang Tedongnge, accessibile solo da uno stretto passaggio ed esclusivamente nella stagione secca, è stata rinvenuta la pittura rupestre di un cinghiale dalle verruche di Celebes più antica al mondo. Sul piede posteriore della figura si era formato un piccolo deposito di pittura, il quale ha permesso ai ricercatori di datare la raffigurazione: ben 45.500 anni fa.

Fonte foto: borsaturismoarcheologico.it

4. Gerusalemme, ritrovate tre stanze di 2000 anni fa sotto il Muro del Pianto

Nei millenni, Gerusalemme fu costruita e ricostruita più volte dai popoli che l’hanno abitata e conquistata, e la maggior parte degli strati di abitazioni, vie e luoghi sacri che la compongono si sovrappongono tra loro. Un tempo, infatti, esistevano due templi sacri a Gerusalemme, entrambi distrutti prima dai Babilonesi e poi dai Romani. A Maggio 2020, gli archeologi hanno scoperto un complesso sotterraneo di tre ambienti contenenti oggetti di uso quotidiano, nascoste dietro uno strato di roccia, inconsapevoli di aver trovato nuove strutture collegate tra loro da delle scalinate.

Fonte foto: borsaturismoarcheologico.it

5. Le più scoperte di Pompei: un thermopolium, un carro cerimoniale e la conferma delle origini Etrusche della città

Pompei, per sua stessa natura, è uno scrigno di tesori sepolti. Nel 2020 è stato dapprima ritrovato l’ambiente quasi integro di un termopolio, una bottega alimentare con annesso un servizio simile allo street food moderno. Poco dopo, nella villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, è stato portato alla luce un grande carro cerimoniale a quattro ruote, con elementi in ferro, decorazioni in bronzo e uno stagno di carattere erotico; vicino alla zona in cui sono stati rinvenuti i resti di tre cavalli e gli scheletri di due uomini, rispettivamente nel 2018 e nel 2020. Ma le scoperte non sono solamente fisiche. La fondazione della città di Pompei, avvenuta almeno 700 anni prima della tragica eruzione, è sempre stata avvolta nel mistero: dopo lo studio di centinaia di reperti, gli studiosi hanno potuto confermare che Pompei sarebbe stata una città di etrusca, sia per lingua che per cultura.

Fonte foto: borsaturismoarcheologico.it

La BMTA ha inoltre dato il via ad un nuovo Premio di Archeologia Subacquea intitolato a Sebastiano Tusa, l’emerito archeologo siciliano tragicamente scomparso nel 2019 in un incidente aereo.


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