Il teatro più antico della città di Bari è il teatro comunale Piccinni, che si affaccia sul centrale Corso Vittorio Emanuele II. La sala presenta dorature ed un’illuminazione d’atmosfera, con una capienza di ben 850 posti e con decorazioni di Luigi de Luise e Leopoldo Galluzzi. Il sipario presenta l’immagine del trofeo dato a Bari da re Manfredi in onore di Baldoino, imperatore d’Oriente.

La storia del Teatro

I lavori per la costruzione del teatro durarono ben 35 anni. L’occasione dell’inizio dei lavori fu data durante una rappresentazione teatrale la sera del 13 luglio 1835 quando uno spettatore gridò al crollo dell’edificio, scatenando il panico tra circa trecento spettatori. Dopo la chiusura del Palazzo del Sedile, il progetto fu affidato nel 1836 ad Antonio Niccolini e fu inaugurato il 4 ottobre 1854 con la rappresentazione del “Poliuto” di Gaetano Donizetti, in onore del principe ereditario D.Francesco, figlio di re Ferdinando II delle Due Sicilie e di Maria Teresa d’Austria.

Lo storico Giulio Petroni, in ricordo della serata inaugurale del teatro Piccinni, così scriveva:

Un nuovo tempio a voi si schiude, o Muse,

dato a scenici ludi, e sia giocondo,

di quanti Italia in vostro onor profuse,

forse è secondo”.

La regina Maria Teresa d’Austria si oppose ad intitolare il teatro in suo onore come “Real teatro Maria Teresa” e la questione dell’intitolazione fu risolta nella seduta del 23 gennaio 1855 durante la quale si decise di intitolarlo al compositore barese Niccolò Piccinni.

Niccolò Piccinni nacque a Bari il 16 gennaio 1728. Studiò a Napoli al Conservatorio di S.Onofrio. Il debutto operistico avvenne nel 1754 al teatro dei Fiorentini di Napoli con “Le donne dispettose”, commedia per musica di Antonio Palomba.

Il 6 febbraio 1760 al teatro delle Dame di Roma andò in scena “La buona figliola”, dramma giocoso di Carlo Goldoni. Quest’opera veniva anche chiamata “Cecchina”, ed era il sesto tra i titoli comici di sicura attribuzione al Piccinni.

Nel 1776, su interessamento dell’ambasciatore napoletano a Parigi, Domenico Caracciolo, e dell’ambasciatore francese a Napoli, il marchese Clermont-d’Amboise, Piccinni fu chiamato a Parigi, dove la sua integrazione sociale ed artistica fu affidata alle cure di Jean-Francois Marmontel e all’abate Andrè Morellet. Dopo un primo concerto pubblico il 6 gennaio 1777, Concert des Amateurs, il 29 gennaio i parigini gustarono la versione francese della “Cecchina” alla Comedie Italienne. Durante il periodo parigino la sola opera che ebbe successo fu Didon, rappresentata a Fontainebleau il 16 ottobre 1783, poi a Parigi il 1 dicembre.

Nell’aprile del 1800 Napoleone nominò Piccinni ispettore del Conservatorio, onorificenza di cui potè godere per meno di un mese, in quanto morì a Passy il 7 maggio 1800.

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