Paolina Borghese

Paolina Borghese: un capolavoro del neoclassicismo italiano

Che Canova fosse un genio assoluto dell’arte non è certo un segreto; basta osservare le sue sculture per capacitarsi di ciò. Ma ne avete mai ammirata una con i vostri occhi? Avete mai avuto la fortuna di fermarvi a rimirare i suoi soggetti scolpiti direttamente nel marmo? Se la risposta è no, vi assicuro che non dovrete andare tanto lontano per farlo. Alla Galleria Borghese di Roma, infatti, è possibile visitare la scultura che lo ha reso uno degli artisti italiani più celebri a livello mondiale, soprannominato per questo «il nuovo Fidia»: parliamo di Paolina Borghese come Venere vincitrice, un capolavoro indiscusso del neoclassicismo italiano.

Chi era Paolina Borghese?

Paolina Borghese

Fonte foto: it.wikipedia.org

Donna dotata di una bellezza che non lasciava indifferente alcun uomo, Maria Paola Bonaparte, conosciuta semplicemente come Paolina Bonaparte (1780-1825), era la sorella minore dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte.

Sposata in seconde nozze con il principe Camillo Borghese, di cinque anni più anziano di lei, Paolina viene descritta negli annali come una donna vivace, amante dello sfarzo e assolutamente anticonformista. Questo suo atteggiamento è chiaro anche nella sua decisione di voler posare nuda di fronte a Canova, per essere ritratta nella meravigliosa statua di cui parleremo a breve.

Sembra che la donna non godesse di una buona reputazione e fosse considerata piuttosto frivola, specialmente dalle dame che entravano in contatto con lei. I continui tradimenti al marito, la sua ambizione di voler essere sempre al centro dell’attenzione e l’assenza di istruzione contribuirono a renderla vittima di atteggiamenti ostili nei suoi confronti, anche da parte dei posteri che hanno scritto di lei.

Paolina Borghese morì giovane per un male incurabile che non solo la consumò, ma la portò anche a rivalutare il proprio atteggiamento. Dal voler essere sempre al centro dell’attenzione, infatti, prese a chiudersi nel suo malessere e nel suo dolore, per rimanere lontana da occhi indiscreti.

In una lettera del 22 gennaio 1818 indirizzata al marito, la donna gli chiese a gran voce di rimuovere la sua statua che, probabilmente, le ricordava la giovinezza ormai perduta:

«Camillo, vorrei pregarvi di farmi un piacere… So che talvolta consentite a qualcuno di vedere la mia statua di marmo. Sarei lieta che questo non accadesse più, perché la nudità della scultura sfiora l’indecenza. È stata creata per il vostro piacere, ora non è più così, ed è giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui».

Una Venere vincente

Paolina Borghese

Fonte foto: galleriaborghese.beniculturali.it

Che fosse una donna dotata di una inconfondibile bellezza non c’è alcun dubbio. Antonio Canova, dal canto suo, non solo ha reso omaggio a tale bellezza, ma l’ha destinata a rimanere immortale nei secoli.

Paolina è rappresentata nelle sembianze di una Venere vincitrice, distesa su un’agrippina (un divano dotato di un unico rialzo per la testa) con il braccio destro poggiato sul bracciolo e la mano posizionata accanto all’orecchio. Il volto rilassato, con uno sguardo distinto che sottolinea il suo stato aristocratico, è contornato da un’acconciatura raccolta che lascia cadere alcuni piccoli riccioli sulla fronte.

Il suo corpo è completamente nudo nella parte superiore, mentre dal ventre in giù è coperta da un telo leggero che le cinge leggermente i fianchi. Il suo fisico, ovviamente, rispecchia i canoni del tempo: seno tondeggiante e dalle dimensioni ridotte, grembo florido e bacino più largo delle spalle.

La percezione è quella di osservare una donna pudica e sensuale al tempo stesso. Canova è stato abile nel dosare i dettagli, dotando l’opera di un profondo erotismo, ma, al tempo stesso, anche di un intimo senso di castità. Se Paolina fosse stata completamente nuda, probabilmente la percezione sarebbe stata diversa.

Informazioni utili

L’opera giunse presso Villa Borghese nel 1838 e fu adagiata nella Stanza di Elena e Paride. Nel 1889, invece, fu definitivamente trasferita nella sala I al piano terreno, in accordo con gli episodi narrati nei quadri della volta del soffitto con le Storie di Venere e di Enea.

La scultura è a tutto tondo, cioè la figura è tridimensionale e isolata nello spazio. Questo permette di visionarla nella sua interezza a 360 gradi, godendo di un’ottima visione da qualsiasi angolazione si decida di osservarla. Fu una scelta di Canova, il quale decise di inserire nel legno su cui poggia la statua un ingranaggio per farla ruotare, affinchè potesse essere ammirata nella sua totalità.

Paolina Borghese

Fonte foto: theartpostblog.com

Se siete rimasti affascinati dalla figura di Paolina Borghese e dalla sua storia, non vi resta che andare alla Galleria Borghese e rimirare il suo fascino immortale di persona.