Fonte foto: Spunti di Viaggio
Pietrapertosa è un piccolo, affascinante borgo arroccato sulle cime più alte delle Dolomiti Lucane. Ci troviamo in provincia di Potenza, all’interno del Parco di Gallipoli Cognato e Petrapertosa è il paese situato più in alto di tutta la Basilicata.
Popolato da meno di un migliaio di abitanti, Pietrapertosa è un tutt’uno con le rocce su cui è costruito e da cui è protetto.
Sulla sommità della montagna c’è un foro, un’apertura creata dalla natura, un varco che ha dato nome al borgo: da Petraperciata (pietra forata) è diventato, con il tempo Pietrapertosa.
Visitare il paesino coinvolge sensibilmente anche il fisico. É un vero esercizio da sportivi salire e scendere per i vicoli che si possono percorrere, alcuni sono proprio difficili da affrontare.
Il panorama offre vedute sugli strapiombi che circondano il paese: all’interno le case signorili si alternano alle abitazioni più semplici, ma tutte hanno un tema in comune: la pietra. Le insegne, i decori le scritte sono impresse sulla roccia e celebrano la madre di questo borgo, quella montagna che l’ha difeso da quando è stato creato dall’uomo.
Prima di avventurarsi per i vicoli del paese, un terrazzo panoramico permette la vista d’insieme del piccolo borgo.
Un luogo così perfetto per la difesa militare non può non avere il castello a testimoniarne il dominio sulla valle. Quello di Pietrapertosa risale alla Magna Grecia, di cui il piccolo centro era una colonia.
Pietrapertosa ha conosciuto diverse dominazioni. La sua posizione ne ha fatto il centro di comando per romani, saraceni, normanni che hanno lasciato manufatti ancora visibili, necessari per raccogliere l’acqua o per seppellire i morti. Ogni epoca ha fissato, scavato, scolpito nella montagna la sua orma peculiare.
Fonte foto: 50 sfumature di viaggio
L’arabata
Così si chiama il centro abitato. Il nome risale al tempo della dominazione araba e identifica una prima costruzione abitativa i cui ambienti furono creati sfruttando proprio le pareti della montagna che diventarono, in certi casi, anche pareti della stessa abitazione. Quelle prime dimore erano molto semplici, dotate del minimo indispensabile: un ingresso, una via di fuga, un tetto con un foro per far uscire i fumi delle combustioni interne, usate per cucinare e riscaldarsi, ma anche per lasciar entrare un po’ di luce.
La roccia, nei secoli è diventata strada e scala per salire in alto o per continuare a costruire verso il basso. Il materiale più duro si è prestato alla mano dell’uomo, che ne ha tratto tutti i benefici possibili.
Pietrapertosa ha, quindi, le sembianze di un piccolo borgo, ma la sua storia è antica e grande. La natura, poi, ha regalato a questa parte di Basilicata un panorama strepitoso, che la pone tra i luoghi migliori per il trekking e per le semplici camminate nei dintorni del paese. Potete anche provare l’ebbrezza di «volare», letteralmente, agganciati ad un cavo d’acciaio tirato e sospeso nel vuoto tra i rilievi dei monti. Ma questo va bene per i cuori forti. Se non vi sentite troppo temerari, c’è un cammino di un paio di chilometri che va da Pietrapertosa a Castelmezzano, si chiama «Percorso delle 7 pietre». La pietra è sempre presente e protagonista, in questo caso diventa libro, proposta letteraria con le storie incise sulla roccia a evocare un racconto che comprende incanti, streghe, balli, ispirati da «Vito ballava con le streghe», un testo di Mimmo Sammartino.
Un’avventura in una gita che è tutt’altro che «grigia come la pietra».