Fonte foto: facebook
Sant’Agata del Bianco è un piccolo e grazioso borgo della provincia di Reggio Calabria, circondato da un ricco patrimonio naturale e caratterizzato dalla street art che colora i suoi vicoletti e che racconta, attraverso murales e porte pinte, storie senza fine.
Una meraviglia naturalistica
Oltre novanta chilometri di coste, un mare pulito e pescoso, un clima unico e propizio: la natura ha donato a questa provincia uno degli angoli più belli del mondo.
Incastonati tra l’Aspromonte, rigoglioso nella sua natura incontaminata, ed il mitico mare Jonio, dal quale vennero i Greci, portatori della cultura, dell’arte e della grandezza dell’Ellade, si trovano i quarantadue comuni che compongono il territorio della Locride, appartenente alla Regione che Corrado Alvaro definì la regione più misteriosa e inesplorata d’Italia.
La Locride è accarezzata da una larga e bianca spiaggia che si estende lungo gli oltre 90 km di quella che viene comunemente chiamata la Costa dei Gelsomini. La pianta di gelsomino, diffusa in tutta la provincia reggina ma tipica soprattutto del territorio della Locride, dà il nome ad una delle coste più belle d’Italia, unica per continuità e bellezza. Ma la Locride comprende anche e soprattutto Sant’Agata del Bianco, un borgo, che abbonda di storia e tradizione.
Sant’Agata del Bianco
Il segno che caratterizza l’uomo di Sant’Agata è l’arte. Penso un gene che emerge (e senza interruzioni) dal fondo greco de la nostra cultura. E da la confluenza di influssi successivi che vanno dal Rinascimento a l’Illuminismo e dal Romanticismo a le ipotesi di cultura sociale del nostro tempo.
Scrive così Giuseppe Melina.
La fondazione di Sant’Agata del Bianco è legata a suggestive leggende medievali ed è dunque uno scrigno di gioielli antichi, trascurati per troppo tempo ed oggi rivalorizzati e rilanciati nel panorama artistico e culturale.
Fonte foto: Saperi & Sapori Tour
Cosa vedere Sant’Agata del Bianco
Tra i luoghi di interesse, consigliamo una visita alla Chiesa di Sant’Agata, anticamente Chiesa di San Nicola, probabilmente eretta nel XVI sec., e al Palazzo Baronale, il Castello della famiglia Tranfo, che diventa palazzo con la famiglia baronale dei Franco. Merita tanto anche la cosiddetta Pietra di Sant’Agata, ovvero la roccia dove, in epoca remota, la Santa è apparsa ad un pastore. E ancora, la montagna, Territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Museo degli artisti santagatesi, dove sono conservate varie opere di artisti come Fàbon, Alba Dieni, Antonio Scarfone, Vincenzo Baldissarro, Antonio Zappia, Vincenzo Scarfone e tanti altri, La via delle porte pinte, porte dipinte con motivi ispirati ai libri dello scrittore Saverio Strati, nato a Sant’Agata del Bianco nel 1924, la Casa dello scrittore, Premio Campiello nel 1977 con il romanzo Il Selvaggio di Santa Venere.
Un comune di circa settecento abitanti, che emana profumo di accoglienza e cultura.
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.