Un viaggio da Roma a Napoli: parte seconda

fonte immagine: Dream Stine

Il viaggio in treno è iniziato, destinazione Napoli.  Un’ora e mezza circa mi separa da questa città e da tutto ciò che vorrà offrirmi. Scendo alla stazione centrale e qui il profumo, rispetto a Roma, mi pare un po’ diverso, c’è un fondo di salsedine delicata.  Ho trovato casa in quartiere centrale, nel rione Sanità. Prendo la metro e arrivo alla fermata Museo. Vengo come avvolta dai grandi palazzi che troneggiano lungo le strade strette e affollate. Attraverso i mercatini per strada che vendono ogni genere di prodotto, dalle verdure agli abiti. Entro all’interno dell’edificio che dovrà ospitarmi per qualche giorno, arrivo fino all’ultimo piano. Da una piccola scala posso salire sul terrazzo, qui mi fascia il vento e la vista di gran parte della città, in fondo il Vesuvio nella sua grandezza  e magnificenza, dominante rispetto al golfo di Napoli che pare così calmo e tranquillo e invece risulta essere uno dei due unici vulcani attivi dell’Europa continentale, molto studiato a causa della sua pericolosità data dall’elevata densità di popolazione che abita nelle zone circostanti e dalle sue caratteristiche esplosive.

 

Sono affamata e so bene che qui sono famosi per deliziare i palati, soprattutto quelli più golosi. Mi fermo in una pizzeria, prendo la loro famosa pizza fritta, molto economica nonostante la sua ricchezza di ingredienti. Al primo morso la pasta fritta si mischia alla ricotta di bufala, alla provola, al salame napoletano un po’ salato e estremamente  saporito, ai ciccioli (prodotto alimentare ottenuto dal grasso di maiale) e passata di pomodoro, il tutto è un esplosione di piacere. Attraverso il chiacchiericcio tranquillo lungo le strade fino ad arrivare alla pasticceria Poppella, famosa per aver vinto Cake star un programma su Real Time. Qui, seduta in un tranquillo tavolino esterno, gusto un Babà, dolce tipico, bagnato nel rum e particolare per questo. Dalla pasticceria mi consigliano il loro cavallo di battaglia che sono i Fiocchi di neve, dolci brioche ripiene di crema alla ricotta, quelli classici, oppure ricotta e pistacchio o ancora ricotta e cioccolato, davvero deliziosi. Con la pancia piena rientro nella casa, osservo un attimo questa città avvolta dal buio e dalle luci della sera e poi mi metto a dormire ansiosa di scoprire i posti più belli domani.

 

Le prime luci del mattino mi portano fino a Castel Nuovo che troneggia sul mare. La sua costruzione si aggira intorno al 1200- 1300 in una posizione strategica , ma anche come residenza reale di Carlo I d’Angiò. Vi soggiornarono molti artisti come Giotto, Petrarca e Boccaccio, osservandolo penso che ogni pietra avrà tanto da raccontare.

 

Arrivo davanti al Teatro San Carlo, la sua entrata è nascosta sotto dei portici molto alti. Fu inaugurato nel 1737 da Carlo di Borbone e ricostruito in seguito a un incendio da su figlio Ferdinando. Primo teatro in Italia, può ospitare 1386 spettatori nella vasta platea e nei cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo, più il grande palco reale disposto esattamente al centro. Entro in sala proprio da li, tutte le decorazioni, anche quelle dei palchetti, sono realizzate in carta pesta e poi dipinte in oro e bianco; le sedie, le poltroncine in platea, il sipario e l’interno dei palchetti stessi è avvolto da un velluto rosso il tutto in uno stile neoclassico estremamente sfarzoso. L’edificio è addossato al lato nord del Palazzo Reale con il quale è comunicante mediante una porta proprio alle spalle del palco reale. Sollevo gli occhi al soffitto adornato da una grande tela di stoffa che lo ricopre completamente, nel quale si alternano Apollo, Atena, ma anche Dante, Beatrice, Virgilio e Omero. Immagino i grandi artisti e la grande musica che ha riempito questa sala e questo teatro così maestoso.

 

Decido di avviarmi verso la Napoli sotterranea. Dal portone di un qualunque edificio nella zona centrale si può entrare nel sottosuolo attraversato da una grande rete di cunicoli, gallerie, acquedotti e spazi scavati dall’uomo alcuni secoli prima di Cristo. All’interno si alternano rifugi antiaerei tra cisterne, cunicoli, pozzi e catacombe che con i suoi odori rendono questo posto affascinante e inquietante allo stesso tempo. I percorsi sono lunghissimi e attraversano tutta la città. Uscita di nuovo alla luce del sole, conservo dentro di me un senso di inquietudine e meraviglia.

 

Arrivo fino al lungomare,  il profumo della salsedine è forte, se socchiudo gli occhi mi sembra di essere tornata a casa. Castel dell’Ovo si trova proprio qui, il più antico in città. La leggenda narra che il suo nome derivi da un uovo magico che il poeta Virgilio aveva nascosto nelle segrete e che aveva il potere di mantenere in piedi la fortezza.

 

Rientro verso il centro fino a Piazza del Plebiscito con i suoi 25mila metri quadri, una delle più grandi in Italia e utilizzata per grandi manifestazioni.

 

Seguo la fila per entrare da Sorbillo, una delle pizzerie più famose di Napoli. Con la pizza fritta tra le mani percorro tutta via Toledo disseminata di negozi e da cui si affacciano i quartieri Spagnoli, nati intorno al 1500 per la forte presenza di soldati spagnoli. Ora la zona è ricca di nuovi negozi, di punti di ristoro, mercati del pesce e ortofrutticoli e conserva all’interno molto folklore.

 

Il giorno seguente decido ti infilarmi nella via di San Gregorio Armeno famosa per le botteghe artigiane dei presepi. Qui si celebra la mia festa preferita tutto l’anno. In ogni angolo meravigliosi presepi grandi e ricchi di dispositivi, che muovono acqua e personaggi e che simulano piccole città ferme al tempo della nascita di Gesù. Ogni negozio ha i suoi corni rossi, le sue pulcinelle e i suoi peperoncini interamente fatti a mano, ma tra i personaggi più classici, ne compaiono anche alcuni non proprio autentici della tradizione classica come famosi calciatori, politici, la Regina Elisabetta  che risultano identici  e realizzati in modo esemplare. Per l’ultima sera cerco di confondermi tra la gente di queste parti, molto cordiale e fortemente ancorata all’amore per la sua città con tutte le particolarità e  caratteristiche che la contraddistinguono. Resto un’oretta sul terrazzo  per godermi il vento, durante la notte non scende mai il silenzio e sembra di stare sempre in compagnia. Le luci artificiali rendono tutto magico e il Vesuvio, in lontananza, assume  un aspetto sinistro. Racchiudo questa immagine dentro di me, insieme ai profumi, alle usanze e alle particolarità di due città, Roma e Napoli,  completamente diverse.