Amarelli identifica una famiglia, con antiche origini nobili, di ricchi possidenti terrieri. L’azienda di famiglia, che porta lo stesso nome, è sorta a Rossano Calabro, in provincia di Cosenza. Tutta l’attività di questa impresa ruota attorno alla liquirizia dal 1731: coltivazione, raccolta e lavorazione. La famiglia Amarelli gestiva, però, queste attività già dal 1500.
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Cenni storici
Nei latifondi della famiglia Amarelli, dunque, venne introdotta fin dal XVI secolo la coltivazione e la lavorazione della liquirizia. Questo permetteva di sfruttare i terreni e dar lavoro alla manodopera bracciantile anche nei periodi in cui i terreni sarebbero rimasti spogli per la necessaria rotazione delle coltivazioni. La liquirizia veniva utilizzata per usi farmaceutici, nell’industria dolciaria, liquoriera e nella concia dei tabacchi. Le caratteristiche del clima e dei terreni conferivano al prodotto calabrese una qualità eccellente tanto che, nella prima metà del XIX secolo la produzione locale costituiva il 70% di quella nazionale.
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Crisi del XX secolo
Negli anni ’30 del secolo scorso l’industria cosentina della liquirizia affronta una seria crisi per la mancanza di nuovi investimenti e per la concorrenza estera soprattutto da parte del colosso americano Mac Andrews and Forbes. I tre fratelli Amarelli subentrano al padre nel 1924 e non si accontentano della ristrutturazione e meccanizzazione già attuate. Introducono anche una riorganizzazione gestionale che vede Fortunato all’amministrazione, Pasquale alla commercializzazione e Giuseppe alla direzione della produzione. Gli aggiornamenti tecnologici del processo produttivo hanno permesso di aumentare l’efficienza della fabbrica, anche riducendo la manodopera, pur mantenendo inalterata la qualità del prodotto.
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L’azienda oggi
Oggi la Amarelli è guidata da Pina Mengano Amarelli, detta anche Lady Liquirizia. Arrivata quarant’anni fa da Napoli a Rossano Calabro si è perfettamente inserita nella famiglia del marito Franco. È una donna intraprendente e innovativa ma che sa anche essere la custode dell’importante tradizione imprenditoriale costituita dalla Amarelli. Ha saputo dare continuità all’importante attività produttiva presente nel territorio da trecento anni. Pina Mengano Amarelli è stata presidente, per un mandato, e poi vice presidente dell’Associazione internazionale Les Hénokiens, con sede a Parigi. Di questa associazione fanno parte solo 40 aziende con almeno 200 anni di vita, di cui circa una dozzina in Italia.
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Prodotti
Negli anni 80 del secolo scorso il marchio Amarelli è noto in tutto il mondo per i suoi prodotti di alta qualità. In particolare Amarelli esporta in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia.
Tra i prodotti più noti i tipici assabesi, gommosi alla liquirizia e anice a forma di faccia o animali. Il nome di queste particolari caramelle si fa risalire alla Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884. In quell’occasione furono mostrati alcuni abitanti nella baia di Assab, nel Corno d’Africa.
Ci sono poi le Barchette, le Morette, i Sassolini, la Spezzata la polvere di liquirizia tutti in contenitori di latta o carta dal design un po’ retrò.
Nel 2001 è stato aperto il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli“ dove è raccontata la storia della liquirizia e sono esposti tutti gli strumenti utilizzati per la lavorazione della liquirizia dal Settecento ad oggi.
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Il Panettone e il Pandoro alla liquirizia
Ingredienti di prima qualità, come riportato nelle antiche ricette, e lievitazione naturale sono il segreto di questo prodotto che abbinando liquirizia e clementine racchiude tutti i profumi della Calabria. Ne esiste anche la versione ricoperta da cioccolato fondente per i più golosi. È un classico panettone, quindi, ma personalizzato dal gusto deciso della liquirizia.
Per il Natale 2022 nasce dall’unione di due eccellenze italiane, la Amarelli di Rossano Calabro e la Melegatti di Verona, il Pandoro alla Liquirizia. Il primo pandoro dell’arte pasticcera e la liquirizia italiana più famosa nel mondo si uniscono per un prodotto nel quale dolcezza e sofficità incontrano il sapore inconfondibile della liquirizia di Calabria. Il classico dolce natalizio di Verona viene infatti arricchito con polvere e granella della liquirizia prodotta dalla storica ditta di Rossano Calabro.
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Adoro la liquirizia e sono davvero curiosa di assaggiare questi prodotti in cui la tradizione si rivolge a sapori decisamente insoliti.
Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.