Sardegna: 3 ricette per viaggiare

Sardegna: 3 ricette per viaggiare

Viaggiare significa scoprire, riempirsi gli occhi di immagini appartenenti a posti nuovi e inebriarsi i sensi con i profumi della cucina locale.

In viaggio si comprano sovente specialità locali come souvenir ma, per uno strano sortilegio, il cibo una volta consumato a casa sembra scevro di quel gustoso sapore che tanto ce l’aveva fatto amare.

Forse sarà la mancanza del contesto a incorniciare ogni morso, forse l’allure delle vacanze ormai finite che leva un pizzico di gioia o forse chissà cosa, sta di fatto che molti son convinti che un piatto fuori dai suoi confini originali perda un po’ del suo sapore.

Ma per chi non si perde d’animo e al contrario vuole sperimentare e viaggiare anche tra le mura di casa propria, cucinare piatti tipici può essere un buon escamotage.

Reduce da un viaggio in Sardegna, un viaggio verace e immersa nella cultura locale, ho voluto come sempre imparare i segreti dei piatti che ho assaggiato direttamente da chi li ha cucinati.

“Oltre al porceddu c’è di più”, mi vien da dire. La Sardegna offre tantissime leccornie facili da replicare a casa, golose e saporite. Ne esploriamo tre, le prime due tipiche del sud dell’isola e la terza diffusa ovunque.

Ovviamente, vi consiglio di provarle tutte!

Pizzette sfoglia

Mi sono innamorata di questo delizioso fagottino fragrante la prima volta che son stata a Cagliari. Racchiuso tra due gusci di pasta sfoglia si nasconde una farcitura semplice, composta da pomodoro, capperi e acciughe capace di sprigionare all’assaggio un gusto che crea dipendenza.

A Cagliari la si può trovare nei panifici, nelle pasticcerie e nei bar, nella vetrina delle brioches. Questo perché molti amano consumarla accanto al cappuccino per una colazione salata.

Curiosa è l’origine di questo finger food tipico cagliaritano (ma ormai diffuso un po’ in tutto il Sud Sardegna). Non c’è un pasticcere o un mastro fornaio che ne abbia rivendicato l’idea; si sa che la sua diffusione è relativamente recente, secondo dopoguerra, e poco di più.

Si pensa che la ricetta fosse nata come soluzione anti spreco. I ritagli della pasta del croissant venivano presi, farciti e cotti così da non lasciare che andassero persi.

Un’altra ipotesi vuole che la pizzetta sfoglia sia un’importazione “dal continente” (come definiscono i Sardi l’Italia peninsulare). Altri ancora pensano che sia un prodotto legato all’invasione dei tabarchini, i coloni tunisini di origine ligure che si stabilirono nelle isole del Sulcis nel XVIII secolo.

Questo spiegherebbe il perché del consumare una pietanza salata a colazione: solo i liguri, in Italia, amano far colazione con un tozzo di focaccia accanto al caffè!

Appresi i cenni storici, ecco due indicazioni per cucinare le pizzette sfoglia a casa.

Ricetta pizzette sfoglia cagliaritane

  • Due rotoli di pasta sfoglia rettangolare
  • 200 gr. di passata di pomodoro
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • Capperi
  • Acciughe (opzionali)
  • Olio, sale, pepe, origano
  • 1 uovo

Per prima cosa si prepara la salsa semplicemente mescolando la passata di pomodoro con due pizzichi di sale, una spolverata di origano, un filo d’olio generoso e il cucchiaio di concentrato di pomodoro.

Amalgamare tutto aiutandosi con un frullatore ad immersione per rendere la salsa vellutata e liscia e assaggiare per correggere, eventualmente, il grado di sapidità.

Srotolare la pasta sfoglia che dev’essere a temperatura ambiente e ricavarne dei cerchi per mezzo di un coppa pasta (8cm sarebbe ideale). Stenderli su una teglia, porre al centro un cucchiaio di salsa, un cappero al centro e se gradita un’acciuga.

Srotolare il secondo rotolo di pasta e ricavare altri dischi che andranno posizionati sopra i precedenti farciti. Inumidite un poco i bordi con un uovo sbattuto per permettere una buona adesione.

Con un coppa pasta più piccolo (6 cm) imprimete un cerchio sulla pizzetta con una lieve pressione, questo le conferirà il suo tipico aspetto a medaglione e accompagnerà la lievitazione.

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Usate il resto dell’uovo per spennellare la superficie e infornare a 190° modalità ventilata per 15/20 minuti (devono gonfiarsi e dorarsi).

Una volta sfornate resistete dalla tentazione di mangiarle all’istante e lasciatele intiepidire, anzi, son ancora più buone il giorno dopo!

Su pani cun tamatiga (pane e pomodoro)

Regione che vai, pane e pomodoro che trovi. I sardi – ho imparato – son un filino orgogliosi dei loro prodotti. Quel filino per cui vi consiglio di non osare paragonare niente di migliore (se esiste, beninteso) al loro.

Scavalcato questo simpatico campanilismo, il pani cun tanatiga è la versione sarda di una focaccia farcita con pomodoro fresco dove semplicità, praticità e gusto si uniscono e creano un piatto che sa lasciare il segno.

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Fonte foto: silvialab.com

Si può trovare “chiuso”, ovvero con il pomodoro che resta all’interno dell’impasto e si scopre solo al taglio oppure “aperto”. In questo caso il pane viene preparato come una torta e i bordi ripiegati all’interno.

Il segreto è la materia prima: i pochi ingredienti che compongono questo pane devono essere buoni e i pomodori rigorosamente ben maturi.

La sua realizzazione è piuttosto semplice, vediamola nel dettaglio.

Ricetta su pani cun tamatiga

PER L’IMPASTO

  • 350 g di semola rimacinata di grano duro
  • 150 di farina di grano duro
  • 250 ml di acqua
  • 12 g di sale
  • 5 g di lievito di birra fresco
  • 30 g di olio extravergine di oliva

PER LA FARCITURA

  • 1500 g di pomodori maturi
  • 1 spicchio d’aglio
  • 4 foglie di basilico
  • 50 ml di olio extravergine di oliva
  • Sale q.b.

Dopo aver preparato la pasta che farà da guscio al pane amalgamando tutti gli ingredienti, lasciarla lievitare fino al suo raddoppio, coperta.

Tagliare i pomodori in pezzi piuttosto grossi (1cm), sminuzzare il basilico e l’aglio e usateli per condirli insieme a olio e sale.

Se volete fare un pane chiuso, dividete l’impasto in due metà altrimenti stendetelo dello spessore di 1-2 cm a mano o con l’ausilio di un mattarello e stendetelo su una teglia ben unta (per queste dosi una teglia 40×26 cm è perfetta).

Farcite con i pomodori conditi spargendoli per tutta la superficie. Ripiegate i bordi della pasta sul condimento oppure stendeteci sopra la seconda parte di impasto.

Spennallate la superficie con il “sughetto” lasciato dai pomodori e infornate a 200° per 30/40 minuti. Il pane deve essere ben dorato sia in superficie che sotto ma non bruciato!

Melanzane alla sarda

Dopo due ricette cariche di carboidrati, bilanciamo con un contorno a base di verdura: le melanzane alla moda sarda.

Di per se questa è una ricetta estremamente semplice che dà vita a un contorno da gustare sia caldo che freddo e che sa accontentare tutti.

Ogni famiglia ha la sua ricetta e quella che vi porto mi è stata tramandata come un prezioso ricordo generazionale e proviene dal nord della Sardegna.

In rete si trovano moltissime versioni, sempre con i soliti ingredienti ma differenti per le modalità di taglio dell’ortaggio protagonista. Se siete curiosi, ci sarà da sbizzarrirsi!

Ricetta melanzane sarde

  • Melanzane
  • Pomodori ramati o pomodorini
  • Aglio
  • Prezzemolo
  • Sale e pepe
  • Olio

Tagliare le melanzane per il lungo e incidere la superficie “a quadretti”. Cospargerle di sale e posizionarle capovolte per permettere loro di perdere acqua (meglio se con un peso al di sopra per aiutare l’operazione).

Tagliare i pomodori e condirli con gli aromi previsti dalla ricetta.

Passata almeno mezz’ora dall’inizio dello scolo delle melanzane, sciacquatele e posizionatele in padella con la buccia rivolta verso il basso. Aggiungere il condimento di pomodori e cuocere fino a che la polpa della melanzana non risulterà morbida.