Galateo: esiste ancora come stile di vita?

Fonte foto: Toc toc Firenze

Perché ci chiediamo se il Galateo esiste ancora come stile di vita?

Una testata giornalistica come la nostra pone particolare attenzione alla cultura, a ciò che insegna e informa.

Proviamo a fare la differenza nel web e a offrire sempre con rinnovata accuratezza, argomenti e notizie che non facciano semplicemente rullare i tamburi, ma servano a mettere in risalto la parte bella del mondo.

In questo contesto è stato facile pensare di porre rilievo su qualcosa che forse risulta desueto, ma che invece, dovrebbe essere un manuale essenziale per la civile convivenza del genere umano.

Benché la società moderna appaia frenetica e superficiale, non è male ricordare che si può sempre migliorare.

Ecco allora la domanda: il Galateo esiste ancora come stile di vita? Dato che l’argomento è vasto, lo scopriremo in articoli differenziati a seconda dei vari aspetti della quotidianità. A tale proposito se ve li siete persi vi segnaliamo quelli di cui abbiamo già parlato: il Galateo a teatro, il Galateo su Whatsapp, il Galateo a tavola.

Una fonte come premessa

Non a caso chi scrive possiede un libro a riguardo che recita nella sua introduzione:

Nel mondo globale e frenetico di oggi conoscere le buone maniere equivale a parlare bene l’inglese: non se ne può fare a meno. Le buone maniere sono infatti molto più che sapersi comportare a tavola e non dire parolacce. []

Più di ogni altra cosa, le buone maniere riguardano la civiltà, il fondamento della nostra società, e permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana e che, oltretutto, non costano alcuno sforzo a chi le mette in pratica.

Ecco dunque cos’è il galateo: è il rispetto che dimostrate verso gli altri e verso voi stessi, l’attenzione ai dettagli nel rapporto con amici e colleghi, il rifiuto dell’arroganza e della pretenziosità, l’educazione che dimostrate anche (e soprattutto) quando nessuno vi vede.

Con questa premessa analizziamo i nostri atteggiamenti nei vari ambiti che giornalmente frequentiamo e in particolare, in questo articolo ci soffermeremo sull’abbigliamento.

Possiamo affermare che l’aspetto esteriore è la prima cosa che gli altri notano di noi per cui sarà importante seguire delle norme di buon costume, per così dire.

Parole cardine

Tre parole per fissarne i cardini: Adeguatezza, naturalezza e semplicità.

Parliamo, per iniziare, delle donne.

Non ci si presenta ad un colloquio di lavoro o a scuola o in ufficio in jeans, magari strappati e a vita bassa con l’abbinamento di top scollatissimi. Per non parlare di come entrare in una chiesa. Eppure…! Sorvolo sull’analisi impietosa, mentre specifico che l’eleganza non è sempre seguire la moda, ma indossare modelli e colori che esaltino i pregi e minimizzino i difetti della propria figura.

Non è elegante indossare leggins attillati se non si hanno delle belle gambe, né tanto meno una minigonna. Così come se non si hanno delle belle braccia, al il tubino smanicato ad un colloquio, sarà meglio preferire quello con la manica a tre quarti o un bel copri spalle che riveli l’avambraccio, ma custodisca il segreto di un tricipite fuori allenamento. Per una serata importante l’abito da sera è imperativo. Lungo o corto deve comunque modellarsi al nostro corpo: non strettissimo da costringerci a posture improbabili per impedire che l’abito sfiguri.

La donna che ha superato i quarant’anni è bene che abbandoni l’idea di voler sembrare sbarazzina: non vi è nulla di più tragico di una donna che rifiuta il privilegio della maturità mascherandosi da teenager.

Le borse e le scarpe sono il punto debole di ogni donna: non mette il tacco alto chi non è allenata a portarlo con disinvoltura e per la borsa la scelta è fra una piccola e leggera se si è minute oppure grande se si è alte.

L’importanza di un trucco ben fatto è scontata, credo, così come l’acconciatura. A qualsiasi età. Evitare di eccedere con i colori sgargianti sul viso, con gli strati di fondotinta e i glitter sulle labbra è una regola imprescindibile, ma al contempo, non è bello presentarsi agli altri con le occhiaie, peli superflui e capelli arruffati. Se si è giovani i capelli lunghi vanno benissimo e ci si può divertire nel portarli anche raccolti. Se invece gli anni hanno segnato il viso, sarà più opportuno portarli corti e ben sistemati.

L’eleganza nei dettagli

Una donna elegante sa scegliere ogni dettaglio, anche i gioielli. Mai abbondare.

Una donna elegante non mette in mostra nulla. Lascia intravvedere, seduce con la semplicità, esalta lo sguardo e sa concedersi il lusso di uno sfizio, come per esempio un tatuaggio, scegliendone di delicati e nascosti, piuttosto che vestirsene.

Per un approfondimento divertente vi proponiamo questo video.

L’uomo elegante

L’uomo elegante si riconosce al primo sguardo.

È sobrio, impeccabile, ma non inamidato né ingessato. Indossa qualsiasi abito, vecchio o nuovo, come fosse il capo più comodo e confortevole che possiede, e non è mai sciatto. Porta la cravatta ogni volta che è richiesto e sa che va abbinata ai calzini.

Confessate maschietti, questa ultima cosa non la sapevate! Così come, lo so, non lo sapete, che in estate l’uomo elegante indossa sempre la camicia di lino a maniche lunghe, che poi al massimo potrà arrotolare.

Sul jeans una polo, senza giacca, o una camicia allacciata fino al penultimo bottone e se proprio fa caldo e si vogliono usare i bermuda, lo farà solo nelle località balneari e di giorno.

Domanda di rito: siamo certi di conoscere qualche uomo davvero elegante?

Lo stile consono ad un buon galateo per un uomo prevede che sia sempre curato, ben sbarbato e leggermente profumato di pulito. Se ha la barba è ben curata, se ha pochi capelli ignora il riporto e va fiero della sua calvizie. Se è brizzolato, gode dei suoi capelli grigi.

Non è mai sfacciatamente abbronzato in inverno, a meno che non sia tornato da una vacanza ai Tropici e usa la depilazione con intelligenza.

Comportamenti generali eleganti

Ha sempre le mani a posto, ben curate e mai nelle tasche. Non gesticola inutilmente e stringe la mano con sicurezza, non con forza.

Cede sempre il passo alle signore, ma entrando al ristorante o in un posto sconosciuto, passa avanti per accertarsi che non ci siano pericoli. Sapete, maschietti, vale ancora la regola che si apra la portiera dell’auto alle signore e soprattutto è buona educazione guidare con garbo, senza alterarsi nel traffico.

A tavola mangia lentamente e versa il vino alle signore, ma non sbuccia loro la frutta. Hanno anche loro le mani e non sono bambine.

Parliamo della puntualità? È essenziale: farsi attendere non è mai una buona carta d’identità. Vale sia per l’uomo che per la donna e quest’ultima se lo segni a caratteri cubitali.

E la domanda è sempre la stessa? Come stile di vita ci rispecchiamo in questi atteggiamenti?

Ho dei seri dubbi. Cosa ci circonda lo vediamo, ahimè, con troppa indifferenza in nome di una libertà abusata che nulla ha a che vedere con il senso vero della parola. La libertà di ognuno finisce dove incomincia quella dell’altro.

Seguiteci nei prossimi articoli in cui analizzeremo il nostro comportamento, e quindi il nostro stile, negli aspetti più dettagliati delle nostre relazioni.