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Se siete amanti della pasta, non è detto che abbiate già sentito parlare di quella alla riquagghiu. Essa non è infatti particolarmente conosciuta, pur appartenendo alla tradizione nostrana. Per la precisione a quella della bella Sicilia.
Nata nel 1700, è l’antenata della più conosciuta carbonara. Ebbene sì, avete capito bene. Fu inventata molto tempo prima del più famoso piatto tipico romano, nato solo circa 70 anni fa ispirandosi appunto a questa ricetta. Ma a questo punto vi starete domandando: cos’è il riquagghiu? Non è nient’altro che un condimento a base di uova sbattute con cacio grattugiato e pane. Quest’ultimo, utilizzato anticamente per ridurre la quantità del più costoso formaggio, venne poi sostituito. Si preferirono pepe e prezzemolo per insaporirla ulteriormente.
Preparata tradizionalmente con i maccheroni, è una vera delizia per il palato di grandi e piccini.
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Come prepararla
Se siete curiosi di assaggiare la pasta alla riquagghiu, non è certo necessario andare fino in Sicilia. Prepararla è piuttosto semplice, vi basterà seguire questi sempplici passaggi e vedrete che ne resterete estasiati. Ecco che cosa ci occorre.
Ingredienti per 4 persone
- 320 g di maccheroni
- 1 uovo
- 2 fette di pane
- 60 g di pecorino intero
- 5 cucchiai di pecorino grattugiato
- 3 cucchiai di prezzemolo tritato
- sale q.b.
- pepe nero macinato q.b.
- olio evo q.b.
Procedimento
Lasciamo cuocere in acqua salata i maccheroni. Tagliamo le fette di pane a cubetti e facciamoli indorare in padella con un filo d’olio. In una ciotola mescoliamo 2 cucchiai di prezzemolo con uovo, pecorino grattugiato e pepe macinato. Scoliamo la pasta ancora al dente e lasciamola in padella per circa minuti con un po’ di olio. Abbassiamo poi al minimo il fuoco, versiamo il condimento precedentemente preparato e mescoliamo molto velocemente. Uniamo ora il pecorino tagliato a cubetti e il pane. Per finire mescoliamo bene il tutto e, dopo aver impiattato, aggiungiamo il prezzemolo. Buon appetito!
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.