Nemici delle diete dimagranti, i dolci italiani che hanno fatto la storia sono gusto per il nostro palato! La nostra pasticceria può vantare di essere la migliore al mondo poiché nel 2021 l’Italia ha vinto, per la terza volta, la Coppa del Mondo di Pasticceria.
Il dessert all’italiana è la fine della cena tra due innamorati che si sono dati il primo bacio ai piedi del Colosseo, l’ultimo cibo del pranzo di Natale, il dono da portare a casa dei parenti la domenica. Rappresenta amore e ricordi, unione e tentazione.
Il tiramisù
Il dolce italiano più famoso al mondo è il tiramisù, facile da fare (non prevede la fase della cottura) e ottimo da mangiare, immancabile nelle tavolate tra amici. Non si sa con precisione quando sia comparso per la prima volta; alcuni storici credono risalga già alla Repubblica di Venezia, molti di più pensano, invece, sia stato inventato alla fine degli anni ’60 in un ristorante veneto, altri ancora lo associano al Friuli Venezia Giulia. L’origine del nome deriva dal trevigiano “tireme su”. Il dolce più amato dagli italiani è realizzato con savoiardi inzuppati nel caffè e ricoperti da mascarpone, uova, zucchero e cacao amaro.
Fonte foto: gnamgnam.it
La torta paradiso
Da creare con pochi ingredienti (uova, zucchero, farina, burro e fecola di patate) è la soffice torta paradiso che secondo una leggenda fu scoperta da un frate della certosa di Pavia che la ricevette in dono da una giovane sposa. Il frate rubò la ricetta alla fanciulla per farla assaggiare ai suoi confratelli e questi, per il suo gusto eccellente, la denominarono “torta paradiso”. Fu brevettata ufficialmente nel 1878 da un pasticciere pavese la cui Pasticceria Vigoni, tuttora aperta, si compiace di essere l’unica a possederne la ricetta originale.
Fonte foto: buttalapasta.it
Il cannolo siciliano
Coperto da una croccante cialda fritta a forma cilindrica, ripieno di ricotta di pecora, è il conosciutissimo cannolo siciliano. Originariamente l’impasto era teso in sfoglia fine e avvolto in canne, da qui deriva il nome “cannolo”; oggi per questo procedimento sono utilizzati tubi metallici. Il primo a citarlo fu Cicerone che durante un viaggio in Sicilia rimase piacevolmente colpito dal sapore di un dolce che dalla descrizione sembra proprio essere il cannolo siciliano. La sua origine è incerta, a metà tra il sacro e il profano. Alcuni sostengono che sia nato durante gli anni della dominazione araba a Caltanissetta per opera delle donne dell’harem di un emiro saraceno. Secondo questa versione la forma del cannolo allude alle “doti” dell’emiro. Secondo la tradizione sacra, invece, sembrerebbe essere stato creato dalle monache di clausura di un convento a Caltanissetta in occasione del carnevale. Vi è una terza versione che unisce le prime due e che racconta che con la sconfitta dei saraceni le donne dell’harem chiesero ospitalità alle monache e insieme con queste inventarono il gustoso cannolo siciliano.
Fonte foto: buonissimo.it
La cassata siciliana
Un altro dolce proveniente dalla bella isola italiana è la cassata siciliana. È preparata con crema di ricotta, pan di Spagna, glassa di zucchero, pasta reale e frutta candita. La tradizione sostiene che l’origine della sua più antica versione, la cassata al forno, risalga all’XI secolo, durante la dominazione araba. Nel corso del tempo questo dolce ha subìto numerose variazioni. Si arriva alla colorata variante oggi conosciuta partendo dall’epoca normanna quando, presso il convento della Martorana a Palermo, fu inventato un composto a base di farina di mandorle: la pasta reale detta anche pasta martorana. Spetta al pasticciere palermitano Salvatore Gulì, nel 1873, il merito di aver messo a punto la versione attuale della cassata siciliana.
Fonte foto: ilcuoreinpentola.it
La torta caprese
Semplice, croccante fuori e morbida dentro è la torta caprese. Mandorle, cioccolato fondente, uova, burro e zucchero sono gli ingredienti necessari. Anche questa volta vi è confusione riguardo la sua origine che però sappiamo essere un omaggio a Capri, e da qui ne deriva il nome. È una delle poche torte tradizionali italiane senza farina e, secondo gli storici, la mancanza di questo ingrediente sia stata dovuta, originariamente, a un errore di preparazione. Secondo una prima versione la sua nascita risale alla corte dei Borbone ed in particolare a Maria Carolina d’Asburgo che chiese ai suoi cuochi una torta tipica viennese che questi non sapevano fare. Allora la regina gliene descrisse il sapore e l’aspetto e il risultato non fu il dolce richiesto, bensì la torta caprese. Secondo una seconda versione la sua origine risale al 1920 quando fu affidato al pasticciere di Capri Carmine di Fiore il compito di realizzare una torta per tre malavitosi mandati sull’isola per conto di Al Capone.
Fonte foto: ricettopolis.it
Lo strudel
Tipico del Trentino Alto Adige, il fragrante strudel è un gustosissimo ripieno di mele, uvetta e pinoli la cui storia ha origini molto lontane. Sembrerebbe che un dolce simile si preparasse già tra gli Assiri e nell’Antica Grecia. Lo strudel si presume essere una variante del turco “baklava”. Si diffuse in Europa grazie agli scambi commerciali. Nonostante questo dolce non sia nato in Italia, la ricetta originale dello strudel dell’Alto Adige non può essere riprodotta nel mondo perché tutelata con un disciplinare.
Fonte foto: lacucinaimperfetta.com
La pastiera napoletana
Realizzata con farina, ricotta, grano e uova, la pastiera è il tipico dolce napoletano pasquale e ha, probabilmente, origini pagane. Secondo un’antica leggenda fu la sirena Partenope a prepararlo per la prima volta. Un’altra tradizione vede le mogli dei pescatori protagoniste; si narra che queste avessero messo sulla spiaggia delle ceste con alcuni ingredienti come augurio di buon ritorno ai loro mariti e che le onde del mare avessero mischiato tali elementi creando il dolce napoletano che noi tutti conosciamo.
Fonte foto: misya.info
Il pasticciotto
Dal Salento si diffonde in tutta Italia il pasticciotto, realizzato in pasta frolla e farcito di crema pasticcera. Si presume che a inventarlo fu il salentino Andrea Ascalone nel 1745; si narra che il pasticciere di Galatina fosse caduto in bassa fortuna e pertanto era solito preparare nuove ricette per cercare di attirare la clientela. Fu così che un giorno Ascalone inventò causalmente il pasticciotto, mischiando pasta frolla e crema pasticcera in avanzo. La quantità degli ingredienti utilizzati era però misera pertanto al posto di una torta creò un fagottino ripieno che regalò a un passante. Quest’ultimo ne rimase piacevolmente sorpreso tanto da chiedergliene degli altri.
Fonte foto: cucina.fidelityhouse.eu
La sfogliatella
Anche questa volta ci troviamo dinanzi un dolce, la sfogliatella, la cui origine evoca storie e leggende. Probabilmente un antenato di questo dolce fu preparato per la prima volta già nel 1570 da Bartolomeo Scappi, chef dei pontefici Paolo III e Pio V. La sfogliatella non è altro che l’evoluzione della Santa Rosa; si narra che la Santa Rosa nacque nell’omonimo convento della Costiera Amalfitana nel 1600 quando suor Clotilde decise di utilizzare avanzi di semola bagnati nel latte per creare un impasto con vino e strutto. Realizzò poi il ripieno mescolando frutta secca, liquore di limone e ricotta. Solo nel 1818 il prodotto uscì dal monastero e fu portato a Napoli dal pasticciere Pasquale Pintauro che modificò il dolce creando un ripieno più leggero. Fu così che nacque l’attuale sfogliatella riccia farcita con un composto di ricotta, semola, uova, latte, zucchero e canditi. Fu poi creata la sfogliata frolla che sostituisce la pasta sfoglia con la pasta frolla.
Fonte foto: casanapoli.net
La sbrisolona
A base di mandorle è la torta mantovana sbrisolona che deve il suo nome a quella particolare friabilità che la contraddistingue. La sbrisolona, appunto, si sbriciola tra le mani. Questo dolce, utilizzato soprattutto al nord dell’Italia, nasce tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, ha origine contadina e inizialmente era realizzato con farina di mais, nocciole e strutto. La torta fu “nobilitata” con l’arrivo dei Gonzaga. Il merito dell’invenzione della ricetta che conosciamo oggi è, infatti, dello chef ducale Bartolomeo Stefani che sostituì le nocciole con le mandorle e aggiunse all’impasto vaniglia, zucchero e limone. Con il tempo la farina gialla fu quasi completamente sostituita da quella bianca e il burro prese il posto dello strutto.
Fonte foto: buttalapasta.it
Creativa e curiosa, sono una scrittrice di poesie nata in provincia di Salerno, a Battipaglia, nel 1991 e laureata in Cultura e Progettazione della Moda all’Università degli Studi di Firenze con una tesi incentrata sulla protagonista di un fumetto underground. Le mie poesie sono presenti in varie antologie.