Rosalia Montmasson, una donna moderna e coraggiosa

Rosalia Montmasson, una donna moderna e coraggiosa

Una donna straordinariamente moderna, coraggiosa e, complici gli anni della sua maturità, anche rivoluzionaria. Rosalia Montmasson, nata Rosa, non l’avevo mai incontrata nei libri di storia a scuola, eppure lei fu l’unica donna a partecipare per intero alla Spedizione dei Mille al seguito di Garibaldi.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: viaggiatoriignoranti.it

Le sue origini

Nacque il 12 gennaio 1823 in un villaggio dell’Alta Savoia (Saint-Jorioz) da una famiglia modesta di contadini, che volle offrirle una formazione minima, che le permettesse di saper leggere, scrivere e far di conto. Crebbe libera, ferma nei suoi ideali e poco incline all’obbedienza cieca e non condivisa. Nella sua vita fu in grado di assumersi la responsabilità di scelte coraggiose e, a volte, anche pericolose.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: ilblogdellesca.blogspot.com

L’incontro con Francesco Crispi

Dopo la morte della madre Rosa si trasferì a Torino in cerca di lavoro. Divenne stiratrice nelle carceri di Palazzo Madama. Fu proprio lì che conobbe il grande amore della sua vita: Francesco Crispi, rinchiuso prima di essere espulso dalla città.  Iniziarono a convivere nel 1850 anche se il passato sentimentale di lui, che era già stato sposato ed aveva avuto due figli con la moglie ed uno con un’altra donna, portava elementi di disturbo alla coppia.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: mole24.it

La vita a Malta

Rosa seguì Francesco a Malta dove si era rifugiato dopo essere stato espulso da Torino. Qui entrò in contatto con gli esuli italiani. A poco a poco si lasciò coinvolgere dalle loro idee. Parlavano di democrazia, libertà e Unità d’Italia e lei ne rimase affascinata. A colpirla, in modo particolare furono le lettere che giungevano da Londra.  A scriverle era Giuseppe Mazzini che Crispi raggiunse, dopo essere stato espulso anche da Malta per i suoi articoli su “La Staffetta” ritenuti troppo rivoluzionari. Prima di partire sposò Rosa nel 1854.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: wikipedia.org

Sulla via per Londra

Rosa non poteva stare lontana dal suo Francesco e decise di seguirlo anche a Londra ma, prima, andò a trovare la famiglia per annunciare il suo matrimonio. A Londra fu affianco al marito nella collaborazione con Mazzini. Si prestò a trasportare messaggi e, a volte, armi, nascondendole nelle ceste di verdura o tra le pieghe della gonna, ai vari comitati insurrezionali. Nel 1860 tornò a Genova per annunciare ai Comitati Cittadini l’arrivo di Pilo e Garibaldi dal quale ottenne, nonostante il parere contrario del marito, di poter partecipare alla Spedizione dei Mille. Anche Felicita La Masa aveva avanzato la stessa richiesta, ma vi rinunciò per compiacere il marito Giuseppe.

La Spedizione dei Mille

Rosa fu, quindi, l’unica donna a partire da Quarto la sera del 5 maggio. I suoi compiti, durante la Spedizione riguardarono principalmente il supporto alle forze combattenti, ma non si fece mai scappare le occasioni per mostrare il suo coraggio. In particolare non esitò ad imbracciare un’arma per difendere i compagni feriti. Il suo impegno durante la battaglia di Calatafimi le fece guadagnare il soprannome di “Angelo di Calatafimi”. Finita la spedizione, mentre erano a Napoli, riuscì a salvare dall’arresto il marito mettendosi ad urlare dalla finestra: “Vogliono arrestare Crispi”. Ciò causò una insurrezione che bloccò le guardie.

Vi furono anche altre donne che si unirono ai Mille in Sicilia: Antonia Masanello, la romana Marzia, la palermitana Lia, e l’italo-inglese Jessie White-Mario. Solo Rosalia partecipò dall’inizio alla fine.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: passaggilenti.com

Origine del nome Rosalia

Sembra che Rosa sia divenuta Rosalia dopo che il poeta popolare Carmelo Piola le dedicò un verso di una sua poesia:

E poi l’omo eloquenti e virtuusu Crispi,

cu l’eroina Rusulia Che lu su dignu spusu

assicunnava Pri quanto la Sicilia scatenava.

Con il nome di Rosalia è quindi passata alla storia sentendosi quasi cittadina di quella terra, la Sicilia, che aveva contribuito a liberare.Rosalia Montmasson

Fonte foto: sicanianews.it

L’Unità d’Italia

Il 17 marzo 1861 il Re Vittorio Emanuele II si assunse il titolo di Re d’Italia. La capitale diventò Firenze e qui si trasferirono Rosalia e Francesco. Lui fu eletto parlamentare del Regno e, poco alla volta, abbandonò le sue idee repubblicane avvicinandosi sempre più ad una politica filo monarchica che lei non riuscì a condividere.

Alcuni dei Mille le regalano una croce di diamanti che portò sempre affermando orgogliosamente: “E’ mia, perché io ero con loro”.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: passaggilenti.com

La fine del matrimonio

Crispi iniziò a frequentare un’altra donna e raggiunse un accordo con Rosalia, la quale lasciò la loro casa in cambio di un adeguato mantenimento. Ma non lo fece a cuor leggero. Nel 1875 scrisse all’amico Agostino Bertani:

Io sono uscita di casa mia, onde non essere più esposta alle sevizie di Francesco Crispi che ora mi rinnega come moglie”.

Crispi, infatti, sposò la nuova compagna e fu accusato di bigamia. Dichiarò invalido il matrimonio con Rosalia in quanto celebrato da un prete sospeso “a divinis”.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: sicanianews.it

“Seppellitemi con la camicia rossa”

Dopo lo scandalo che aveva coinvolto lei e Francesco alla fine del loro matrimonio, Rosalia si ritirò a vita privata. Morì a Roma il 10 novembre 1904 in una situazione economica molto precaria, ma chiese di essere sepolta con la sua camicia rossa e di avere una cerimonia laica. L’unico rappresentante dello Stato ad essere presente alle esequie fu il Senatore Francesco Cucchi che lesse queste parole:

Ebbi la fortuna di conoscere Rosalia Montmasson il 5 maggio 1860, mentre col marito Francesco Crispi, saliva a bordo della nave, in cui si trovava Giuseppe Garibaldi, la nave che conduceva i Mille a Marsala. Da Quarto a Marsala, Rosalia Montmasson non si occupò che di tutto quello che poteva servire ai garibaldini. A Calatafimi assistette i feriti con fede, con diligenza ed amore. Non mi dilungherò sulla vita della valorosa donna che cooperò grandemente alla indipendenza d’Italia e fu una delle grandi amiche del nostro paese. Le porgo l’ultimo saluto”.

Rosalia Montmasson

Fonte foto: facebook.com

Alla cerimonia partecipò, seppur nascosta in una carrozza, anche la sorella maggiore di Francesco Crispi, nonostante l’età avanzata e, forse, un po’ di vergogna per come Rosalia era stata trattata dal fratello. Aveva riconosciuto che la cognata meritava un ben diverso trattamento.