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In Italia, si sa, siamo grandi divoratori di pasta. Pensate che nel Belpaese si stima che ogni italiano mangi in media 28 chilogrammi di pasta all’anno. Fortunatamente per noi abbiamo una vasta gamma di scelta a riguardo. Pare che esistano circa 300 forme di pasta, ognuno con una provenienza ed una storia diversa. Molto dipende anche dai piatti tipici che vi sono di città in città e di come essi si abbinino meglio al tipo di pasta. Ne abbiamo davvero per tutti i gusti: dal formato lungo -suddiviso a sua volta a spessore largo e ridotto, a sezione rettangolare, tonda e forata- a quello corto –minuto, medio oppure lungo- con superficie ruvida, liscia oppure rigata. Esistono poi vari tipi di impasti: dalla semola di grano duro a quella integrale, per passare alla pasta all’uovo e a quella fresca, fino ad arrivare ai tipi dietetici e a quelli speciali che contengono nell’impasto altri ingredienti, come gli spinaci. E non dimentichiamoci poi della pasta ripiena.
Ma vediamo quali sono le forme più famose
Per comodità le suddividerò per regione, in ordine rigorosamente alfabetico.
– Abruzzo: iniziamo subito con un tipo di pasta dal nome davvero curioso, i maccheroni alla chitarra. Essi si chiamano così proprio per via dello strumento che si utilizza per ottenerli, un telaio in legno di faggio chiamato proprio “chitarra”. Di forma spessa e quadrata, sono porosi e proprio per questo perfetti per condimenti ricchi, come il ragù d’agnello;
– Basilicata: qui possiamo trovare molti tipi di pasta fresca fatta a mano, come le orecchiette. Tipici sono anche i ferricelli, fusilli lucani lunghi circa 20 cm ottimi con sughi a base di maiale, e gli strascinati, di consistenza larga e aperta, che si servono con sughi di pomodoro a base di ricotta di pecora;
– Calabria: anche in questo caso troviamo tanti tipi di pasta fatta a mano. Dagli Shtridhelat di formato lungo, ai rascatielli e i calandreddi di formato più corto. Abbiamo poi la fileja, un grosso bucatino ottimo con salsa di salsiccia piccante e finocchietto;
– Campania: eccoci ora nella regione della pasta per eccellenza. C’è proprio l’imbarazzo della scelta, tra scelatielli, paccheri, rigatoni, ziti, fusilli, vermicelli e mafalde, tutti formati ottimi con condimenti a base di pomodoro e pesce fresco. Indubbiamente tra i più famosi vi sono i paccheri alla sorrentina e gli ziti con il ragù genovese;
– Emilia Romagna: passiamo nella regione conosciuta, tra le altre cose, per la pasta all’uovo e ripiena. Qui troviamo le fettuccine, le tagliatelle e le lasagne che decisamente non hanno bisogno di presentazioni. Ma ci sono anche tortellini, anolini, ravioli, cappelletti, tortelli e tortelloni, tutti famosi per i loro ripieni di ingredienti locali, come prosciutti di Parma e Parmigiano Reggiano;
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– Friuli-Venezia Giulia: sbarchiamo nella patria degli gnocchi per eccellenza, che possono essere di zucca oppure di patate. Tipici della regione sono poi i cjarsons, una sorta di ravioli all’uovo o di patate ripieni di uva passa, cacao, rhum, ricotta o erbette;
– Lazio: appena si pensa a questa regione, il pensiero va subito ai bucatini. Famosi per la loro forma allungata e forata, sono decisamente appetitosi all’Amatriciana, con guanciale e pecorino romano grattugiato;
– Liguria: non importa che sia pasta lunga come bavette, linguine e trenette oppure dalla tipica forma attorcigliata come le trofie. Ciò che più conta è assaggiarla almeno una volta nella vita con il pesto alla genovese! In particolare modo le trofie sono squisite con patate e fagiolini novelli;
– Lombardia: l’unica forma lombarda -ma non per questo meno appetitosi- e più precisamente della Valtellina sono i pizzoccheri, dal tipico colore grigio per via della farina di grano saraceno. Ottimi con patate, verze e fontina;
– Marche: qui troviamo i maccheroncini di Campofilone che si preparano con uova fresche e semola di grano duro. Ottimi con pomodoro a base di salsiccia e macinato di manzi, sono simili agli spaghetti, ma dalla forma quadrata. Abbiamo poi le lumachelle, di formato corto e mangiati solitamente in brodo di cappone;
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– Molise: sbarchiamo nella terra dei cavatelli. Essi sono fatti a mano con semola di grano duro e acqua e hanno un incavo realizzato con indice e medio. Proprio grazie alla loro forma tipica, sono perfetti per essere conditi con il ragù o con sughi di verdura;
– Piemonte: tra tagliolini ed agnolotti ci si può solamente leccare i baffi. Entrambi di pasta fresca all’uovo, i primi sono tagliati a striscioline sottili, i secondi invece sono di forma quadrata e ripieni di carne arrosto di maiale, coniglio o vitello. I più famosi sono gli agnolotti del plin;
– Puglia: qui è tipica la farina di semola di grano duro e quindi non è difficile capire l’impasto dei vari tipi di pasta. Vi sono i troccoli, rustici e spessi, i cavatelli ottimi con pomodoro e ricotta salata e le famose orecchiette con le cime di rapa;
– Sardegna: facciamo ora un giro nelle isole. In Sardegna decisamente tipici sono i malloreddus, piccole conchiglie rigate realizzate con farina di semola e acqua, buonissime con sugo di pomodoro a base di salsiccia sarda. Troviamo inoltre fregola, gnocchetti e gnocchi ripieni, di forme più piccole e ottime con condimenti a base di pesce;
– Sicilia: eccoci nella patria del formato di pasta più amato. Gli spaghetti! A Palermo troviamo gli anelletti che devono il loro nome alla forma che ricorda un anello e sono perfetti per la preparazione della pasta al forno, con ragù di carne e piselli. Spostandoci a Trapani vi sono poi le busiate;
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– Toscana: torniamo ora nell’entroterra. In Toscana non possiamo non assaggiare i pici, di forma lunga e larga e ottimi con mollica di pane, aglio e peperoncino. E che dire delle pappardelle con sughi di cacciagione oppure dei tortelli di patate?
– Trentino-Alto Adige: siamo nella regione dei canederli, tipologia di gnocchi preparati con pane, farina e uova, e delle mezzelune all’uovo ripiene di erbette e ricotta;
– Umbria: qui troviamo gli strangozzi, pasta fresca all’uovo preparata con farina di grano tenero e acqua. Di formato lungo, ricordano le stringhe delle scarpe e si servono con sugo di pomodoro, tartufo nero di Norcia, salsiccia e funghi;
– Val d’Aosta: un primo piatto tipico sono gli Chnéffléne, gnocchetti molto piccoli realizzati con farina e uova da condire con cipolla stufata e burro;
– Veneto: terminiamo il nostro viaggio nella terra dei bigoli. Di di formato lungo e ruvido, sono simili agli spaghetti e squisiti con ragù di anatra o di oca.
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Siamo giunti alla fine del nostro tour gastronomico. Non so voi, ma adesso ho proprio voglia di correre a prepararmi un bel piatto di pasta! E voi quale forma sceglierete?
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.